1°
Uscendo dall’Egitto,
dove il popolo ebreo (50 mila persone circa)
era rimasto per 400 anni,
fondamentalmente eseguendo lavori duri e umili
(es. preparare e cuocere mattoni
per costruire case e città);
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questo popolo dunque verso il 1350 a.C.
sente bisogno di darsi una Legge,
di avere una specie di Carta Costituzionale,
un Codice di comportamento:
deve costituirsi come popolo di Dio,
crearsi una entità specifica,
che non poteva essere quella egiziana,
ma una nuova…
per essere veramente “popolo nuovo”.
Quindi Mosè, una volta arrivati nella penisoletta del Sinai,
si ritira alcuni giorni (40 giorni) sul monte
per preparare questa nuova Legge,
alla luce della sua fede
e del rapporto che lui ha con Dio.
Questa nuova Legge,
che troviamo nei primi 5 libri della Bibbia
(il Pentateuco – la Thorà)
Mosè poi leggerà al popolo come “Legge di Dio”.
Il popolo risponderà:
“Quanto Dio ci ha chiesto
(per continuare l’Alleanza)
noi lo metteremo in pratica”
N.B.
– Il popolo ebreo fa riferimento continuo
al Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe
come unico Dio spirituale e trascendente;
unico popolo al mondo che crede e adora
un Dio unico, spirituale e fuori dalle cose create.
Da dove poteva venire questo concetto
di un Dio unico
a questa gente poco preparata culturalmente,
che nel suo vagare nomade
aveva conosciuto solo popoli politeisti,
con i quali era entrata in contatto in tutta la sua storia,
se non avesse avuto
una rivelazione diretta di Dio stesso?
2°
Nella Lettura odierna ricorrono parole:
temere Dio
non è l’invito ad avere paura di Dio;
significa porsi davanti a Dio con un atteggiamento
di totale abbandono
e cogliere la sua volontà di bene per noi.
I “timorati di Dio”
sono le persone disponibili ad accogliere
e fare quanto il Signore chiede,
non perché temono i suoi castighi,
ma perché si fidano ciecamente di Lui,
essendo certi del suo amore.
Il verbi “temere” e “amare” nella Bibbia
sono sinonimi e intercambiabili.
– Perché osservare la Legge?
Seguire la Legge di Dio
è il loro bene,
è la loro possibilità di avere una vita serena;
significa: essere felici e progredire.
La Legge di Dio (i 10 Comandi)
è per il nostro bene oggi e per il domani.
– “Ascolta Israele”
è la professione di fede di ogni buon israelita:
C’è un Dio solo (gli altri dei non esistono)
ama il Signore:
con tutto il cuore (con razionalità e decisione)
con tutta la forza (anche con i tuoi beni materiali)
con tutta l’anima (tutta la vita… non al sabato solo)
N.B.
Da questa professione di fede in Dio spirituale
e dall’”ascolta e ama”
che coinvolgeva la comunità per un riferimento
a un Dio diverso e spirituale…
lentamente il popolo ebreo
e la classe sacerdotale
hanno finito per spostare questa attenzione
verso un culto materiale fatto di riti, sacrifici,
olocausti, preghiere, gesti,
abluzioni e segni appariscenti…
che Gesù rifiuterà e contesterà apertamente:
“Dio si adora in Spirito e Verità”
superando in questo modo tutte le tradizioni religiose,
i riti, i sacrifici, i tributi, strutture e luoghi sacri…
se non sono accompagnati dal cuore e dalla mente.
VANGELO
– Gesù è arrivato a Gerusalemme
e le autorità religiose tentano in tutti i modi
di metterlo in cattiva luce presso il popolo,
strappandogli qualche parola
o qualche affermazione in modo da deferirlo al Sinedrio.
Il Vangelo di oggi
si pone in questo contesto polemico,
pericoloso e scivoloso per Gesù.
– Erano centinaia (615) le leggi e le prescrizioni
che dovevano essere osservate
e si dividevano in tre gruppi:
la legge,
il culto,
le opere.
Chiedono a Gesù
quale sia il suo pensiero in proposito:
qual è la legge più importante del culto?
Le opere di culto e i sacrifici al Tempio
hanno la precedenza sulla legge?
Risponde Gesù:
“C’è un primo comandamento:
“Ama il Signore con tutto il cuore,
con tutta la tua mente
con tutte le tue forze…”
e
un secondo comandamento:
“Ama il prossimo come te stesso”.
Non c’è “comandamento” più importanti di questo”
Quindi non sono più due,
ma un solo unico comando.
Qui sta la singolarità, la originalità
portata da Gesù
e che poi i discepoli faranno propria:
Non esistono 2 o 10 o 613 comandamenti
da osservare,
ma uno solo: “Ama Dio e il prossimo”…
tutto il resto sono specificazioni superflue.
1° Osservazione:
“Amare Dio”
non significa dargli preghiere,
Messe, canti, liturgie, pellegrinaggi,
sacrifici, digiuni, penitenze, ecc…
Amare Dio significa:
– condividere il suo progetto d’amore.
– fare nostra la sua volontà.
Ma qual è la volontà di Dio ?
La salvezza di tutti gli uomini !
La Salvezza per ogni persona è:
pace, amore, salute, benessere,
solidarietà, condivisione, dialogo, serenità,
famiglia, sicurezza, libertà, ecc…
Quanti vogliono fare proprio il progetto di Dio
a favore di tutti gli uomini,
devono impegnarsi a far sì che ogni uomo
abbia il necessario per vivere:
– sia in pace,
– abbia il necessario pane quotidiano,
– viva in un clima di giustizia e tranquillità,
– possa scegliere liberamente,
– possa formarsi una famiglia, ecc…
La salvezza di Dio
si realizza per l’uomo nella realtà quotidiana,
qui e oggi, in concreto.
Fintanto che ci sarà anche solo un uomo
– che soffre la fame,
– che è costretto in una situazione di ingiustizia,
– che viene umiliato nella sua dignità
– che non può vivere liberamente e serenamente…
non solo non è realizzata la volontà di Dio
ma non possiamo dire di “amare Dio”.
A volte noi preti predichiamo l’amore di Dio
ci riempiamo la bocca di questo “Amore”
ma è solo per giustificarci
del fatto che non amiamo nessuno.
2° Osservazione:
– E’ impossibile “amare Dio”!
Che cosa significa “amare Dio”?
Dio è Spirito,
è diverso,
è infinito,
noi non conosciamo quasi nulla di Lui…
Come si fa ad amare chi non conosci;
cosa vuol dire “amare Dio”
Che senso ha amare uno Spirito. ?
Per questo S.Giovanni diceva
ormai vecchio,
e dopo aver fatto sintesi
di tutto l’insegnamento di Gesù
che amare Dio vuol dire volere il bene del prossimo;
“Nessuno può dire di amare Dio che non vede,
se non ama il prossimo che vede”
“Amare il prossimo”
è la maniera di amare Dio.
Amare Dio
non significa che “amiamo il prossimo”.
3° Osservazione:
– Il prossimo
non sono gli altri;
ma “prossimo”
sono io stesso
quando mi faccio “prossimo” a qualcuno.
Questa è la novità
l’originalità
del messaggio di Gesù.
Che non voleva fondare una nuova religione,
ma che ogni religione
mettesse in pratica questo messaggio.