don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 31 Luglio 2022

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      1° Lettura

 

– E’ la pagina del Vangelo

a determinare la scelta di questa pagina

dal libro del Qoelet:

“Signore, dì a mio fratello

di dividere con me l’eredità”

            (L’eredità

            più che essere divisa tra fratelli

            rischia di dividere i fratelli)

 

– Siamo verso il 220 a.C.

e Israele sta vivendo un tempo

di benessere economico:

ovunque si incontrano commercianti di schiavi,

di bestiame, di perle, di oro, di spezie,

di resine profumate dell’Oriente…

Quest’uomo saggio Qoelet

in questo delirio collettivo,

in questa corsa sfrenata ad accumulare beni

e cose…

afferma che è tutto una forma di impazzimento,

di stupidità,

di inutilità (vanità)…

         e fa alcuni esempi:

il Re Dario di Persia,

nonostante tutta la sua ricchezza

e potenza

è stato vinto e umiliato da Alessandro Magno

e il suo Regno è andato in frantumi…

         A sua volta Alessandro magno

pur avendo conquistato il mondo,

muore giovanissimo

e il suo Regno viene diviso

tra i suoi generali…

e oggi non è rimasto più nulla della sua gloria.

 

Allora e anche oggi migliaia di persone,

ingannano,

rubano, rapinano e uccidono

per avere e accumulare sempre di più,

non si accontentano mai…

Possibile – si chiede il saggio Qoelet –

che non ci si possa accontentare

del necessario per vivere serenamente

e godersi la vita?

 

         Es. perché politici e amministratori

         devono avere stipendi di decine di euro al mese

         e altri soli 1000 euro

 

         Perché sembra che qualche categoria

         abbia diritti a certi stipendi e pensioni

         e ad altri non vengono mai riconosciuti

         “diritti acquisiti”

         e a loro si può decurtare

         anche la pensione minima ?

 

         Es. perché qualcuno deve andare oggi

         in pensione con 15 mila euro

         e qualche altro con 280 euro al mese?

 

– In tutto questo ci sono

grande contraddizione e incongruenza;

e nello stesso tempo della stupidità

pensando di poter fare i propri interessi

a scapito degli altri

 

         VANGELO

 

– Perché Gesù non si presta a “fare giustizia”

visto che quell’uomo lo pregava

che facesse da paciere

tra lui e suo fratello?

Aveva risolto cause ben più spinose,

come mai questa volta se ne lava le mani?

         Perché non sarebbe servito a nulla:

qualsiasi risposta avesse dato,

comunque, avrebbe suscitato la reazione

di uno o dell’altro

che si sarebbe sentito defraudato;

perchè

la questione da risolvere,

fa capire Gesù,

non è “dividere con equità”,

la causa del dissidio tra i due fratelli

è la cupidigia,

il bisogno di possedere di più…

Se non si elimina la causa dei dissidi

non sarebbe servito alcun intervento

neppure di Dio.

 

E poi Gesù racconta una parabola

per sottolineare tre aspetti

di questo atteggiamento,

non solo di questo fratello,

ma comune a tutti gli uomini

e da cui Gesù ci mette in guardia:

 

         1° certi atteggiamenti verso le cose:

strafare, fare tutto,

circondarsi di ogni sicurezza,

accaparrarsi anche ciò che non serve

(vedi certi carelli di spesa al supermarket),

impegni continui senza tregua per respirare…

i lavori che ti prendono

e non ti lasciano vivere,

il bisogno di accumulare sempre di più,

pur avendo comunque molto più del necessario…

tutto questo è una specie di “pazzia”,

ti fa perdere la vita

e il godere delle piccole cose belle della vita.

 

         2° questo comportamento

che ci porta ad escludere gli altri

dal nostro orizzonte;

diventiamo individualisti e

non vediamo più il mondo che ci sta attorno.

Inoltre ci porta pure ad escludere Dio

dalla nostra vita…

convinti di poter bastare a noi stessi.

 

         3° nella logica di Gesù,

non è proibito fare soldi e arricchirsi,

stare bene e goderci la vita.

Gesù non ha predicato,

né raccomandato come una realtà positiva

e buona

il sacrificio e la penitenza…

Quanto piuttosto: la serenità,

il dialogo, l’aiuto fraterno,

la solidarietà con chi sta male, ecc…

In una parola: l’amore scambievole

a immagine dell’Amore di Dio.

Dove sta “il nostro errore colpevole”

pensare di poter fare da soli,

di poter essere felici

e realizzare la nostra vita

senza coinvolgere gli altri;

senza mai dare una mano;

senza mai far partecipi anche gli altri

del nostro benessere.

Pensare di poter essere contenti

da soli (es. poter mangiare)

escludendo gli altri…

Questo è l’errore… e gli errori si pagano.

         Chi si comporta come una persona avida,

desiderosa di accumulare…

gli altri non li vede neppure;

e questo è anti-evangelico e anti-umano.

Il cristiano non può entrare in questa logica.

Naturalmente ogni riferimento a immigrati

e a categorie sociali disagiate

è puramente casuale…

Fonte