don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 30 Gennaio 2022

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1° Lettura

– Siamo intorno al 630 a.C.

Geremia, appena ventenne,

viene chiamato dal Signore

a essere profeta.

Geremia è un giovane buono, sensibile,

intelligente,

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desidera formarsi una famiglia,

avere dei figli e vivere in pace.

Dio invece ha un progetto diverso su di lui:

lo chiama ad annunciare un messaggio

ostico e contrario alle attese del suo popolo.

 

In un tempo in cui dal più grande al più piccolo

tutti commettono frodi,

perfino la classe sacerdotale

pratica l’usura e la menzogna

e tutti sono convinti che così va bene…

Geremia è chiamato a proclamare:

“Così non va bene!”

 

La vita del povero profeta è un susseguirsi

di drammi e insuccessi.

 

Geremia è intelligente,

è dotato di una spiccata sensibilità

che lo porta a rendersi conto

della distanza tra il vero bene del suo popolo

e le scelte di morte che invece percorre.

Quando vede le ingiustizie

e le angherie verso deboli, poveri, vedove

da parte dei potenti

e di chi ha in mano il potere…

Geremia non può tacere;

pur essendo una persona buona e timida

le ingiustizie verso i poveri

i soprusi, le violenze,

l’inettitudine di chi regge le sorti del popolo

(sembra che stiamo leggendo un giornale

dei nostri giorni…)

lo spingono ad alzare la voce.

 

Dio annuncia a Geremia

che non avrà vita facile;

che gliela faranno pagare

ogni sua parola contro le autorità.

Ma non devo scoraggiarsi:

“Ti muoveranno guerra,

ma non ti vinceranno,

perché io sono con te per salvarti”.

 

In realtà Geremia, dopo aver patito e sofferto,

morirà martire della verità:

perché il popolo e le autorità

lo accuseranno di andare contro il bene del popolo,

di essere un pessimista e un disfattista

di scoraggiare la gente

invece di trasmettere

fiducia e coraggio.

 

Geremia è immagine e tipo di Gesù:

come Geremia anche Gesù

(lo ascoltiamo nel vangelo di oggi),

sarà rifiutato proprio dai suoi compaesani.

         Gesù è la Parola di Dio fatta Persona

sarà accusato di bestemmiare,

di essere amico di tanta brutta gente,

e di essere un indemoniato,

cacciato dalla Sinagoga

e poi anche dal Tempio.

VANGELO

Un pensiero solo

a proposito di quello che succede a Gesù

nella Sinagoga di Nazareth;

la medesima cosa (essere rifiutato) gli succederà

anche in altre sinagoghe

perché operava miracoli proprio di sabato…

A Gerusalemme i sacerdoti del Tempio

e gli scribi

in più occasioni invitano Gesù

a uscire dal luogo sacro…

Chiediamoci:

Che cosa andavano a fare in sinagoga

o nel Tempio

ogni sabato tutti gli adulti ?

Andavano a pregare Dio

che mandasse il Salvatore,

il Liberatore

il Messia…atteso…

 

Un giorno Gesù entra nella sinagoga di Nazareth,

dove era entrato e aveva pregato

per trent’anni,

dove conosceva tutti

e tutti lo conoscevano benissimo…

Quel sabato

Gesù compie e dice alcune cose strane:

1° intanto si era allontanato e aveva abbandonato la famiglia e il paese

ma nessuno sapeva perché;

avevano sentito parlare di Lui

da conoscenti di altri paesi;

ora erano curiosi di vederlo,

sentirlo…

Che novità è questa ?

 

2° Gesù coglie la possibilità

di prendere la parola.

Nessuno lo faceva mai,

perché nessuno sapeva leggere e scrivere.

Gesù si alza per leggere il libro di Isaia

scritto in ebraico,

lo legge a voce alta con sicurezza.

Dove avrà imparato mai a leggere ebraico antico?

         – Si chiedeva la gente –

3° Gesù legge un passo del Profeta Isaia

in cui sta scritto:

“Lo Spirito del Signore è su di me,

per questo mi ha consacrato con l’unzione,

mi ha mandato ad annunciare ai poveri

il lieto messaggio (Vangelo),

a proclamare ai prigionieri (per debiti)

la liberazione

e un tempo di grazia del Signore”

 

Il profeta queste parole

le aveva attribuite a se stesso,

perché doveva presentarsi a predicare

davanti al popolo

e pertanto deve presentarsi a nome di Dio:

dice che se è lì a predicare

è perché Dio lo ha consacrato

e inviato ad annunciare ciò che dirà…”

 

Gesù fa sue queste parole,

dicendo: “Adesso sì

si avvera veramente la profezia del Profeta”

 

La gente resta a bocca aperta.

Ma chi pretende di essere?

E comincia lo scontro:

sono diffidenti,

lo guardano con sospetto:

“Compi anche da noi oggi

i miracoli che si dice tu abbia fatto a Cafarnao?

Puoi aver ingannato e illuso chi non ti conosceva,

ma noi sappiamo bene chi sei,

conosciamo la tua famiglia…

da dove vieni fuori…

Datti meno arie!”

4° Gesù ci sta male !

Non pensava che lo avrebbero contestato.

Dice:

“Anche quella volta che Elia (850 a.C.)

aveva bisogno di magiare

e c’era un carestia tremenda in Palestina…

ma se volle trovare un po’ di fede,

rispetto e ospitalità,

fu costretto ad andare fuori, tra i pagani,

per trovare una donna che gli aprì la casa.

 

E al tempo di Eliseo (800 a.C.)

c’erano tanti lebbrosi tra popolo ebreo,

ma nessuno ebbe fede nel profeta,

solo un pagano, Naaman,

lo pregò di guarirlo!

E guarì.

 

L’allusione alla loro incredulità e ottusità

imbestialisce l’assemblea;

cercano di prenderlo

per buttarlo giù da un precipizio.

Gesù, probabilmente guardando

ciascuno negli occhi,

se ne andò

per non ritornare mai più a Nazareth.        

5° Domanda:

         Che cosa andavano a fare in Sinagoga

ogni sabato tutti questi buoni ebrei ?

Andavano a leggere le Sacre Scritture,

a cantare e ballare i Salmi,

a invocare Dio

che mandasse il Salvatore, il Messia.

 

Dio li aveva ascoltati,

il Messia era entrato nella Sinagoga…

aveva parlato, si era presentato…

ma loro lo avevano cacciato fuori

e per poco non lo ammazzavano.

La settimana dopo,

le stesse persone erano certamente

ancora tutte in Sinagoga

a pregare Dio

che mandasse il Salvatore…

ma che cosa e perché pregavano

se il Salvatore lo avevano mandato via

loro stessi

la settimana prima ?

Fonte