1° Lettura
– nel 597, 6 secoli prima di Gesù,
inizia una prima deportazione verso Babilonia
a cui seguirà una seconda deportazione,
una decina di anni dopo;
praticamente tutti gli ebrei
saranno spostati nelle regioni della Mesopotamia,
e Gerusalemme distrutta.
In quel tempo di esilio,
che durerà poco meno di 70 anni,
Dio suscita un profeta in mezzo ai ebrei deportati,
Ezechiele, che è anche un sacerdote.
Di fronte alla disperazione dei più,
all’impossibilità di ricuperare la libertà
e poter ritornare in Patria,
Ezechiele, ispirato da Dio racconta una visione:
ha visto una valle piena di ossa umane spolpate,
e illuminate dal sole,
una montagna di ossa
buttate là come fosse una discarica.
Dio suggerisce al Profeta di invocare
lo Spirito,
lo Spirito della vita
per dare vita a quelle ossa inaridite.
Il profeta fa quanto Dio gli aveva chiesto
e più volte invoca lo Spirito della vita
su quelle ossa;
e ogni volta che il Profeta si rivolge a Dio
e invoca lo Spirito
quelle ossa
prima si avvicinano le une alle altre,
formando gli scheletri,
poi sulle ossa si stendono i muscoli, le nervature,
la carne, la pelle…
poi lo spirito li mette ritti in piedi,
ma sono ancora morti,
non hanno vita in se stessi.
Il profeta invoca ancora lo Spirito
e quei cadaveri riprendono calore, energia e vita,
si muovono;
costituiscono un immenso popolo,
pronto ad andare dove il Profeta deciderà.
E’ immagine del popolo di Israele
in esilio;
Dio è in grado di fare di questo popolo
ridotto a ossa spolpate e cadaveri,
è in grado di rimetterlo in piedi,
dare una speranza,
dare forza e coraggio
per ricostituirsi come popolo di Dio,
ritornare in Patria,
ricostruire Gerusalemme e il Tempio,
ricuperare fiducia in se stesso
e risentire l’anima che avevano smarrita.
Questo è in grado di fare il Signore
e sarà per tutti il segno
che nulla è impossibile a Dio.
– Abbiamo avuto nella vita
qualche momento di smarrimento totale
e poi qualcosa o qualcuno
ci ha dato speranza?
VANGELO
– Questa pagina presenta notevoli stranezze:
Gesù non corre subito
i discepoli fraintendono sonno e morte
Marta corre, Maria aspetta in casa
Gesù aspetta fuori dal paese, cosa aspetta?
Gesù piange pur sapendo che l’avrebbe risuscitato
famiglia strana questa: senza padre, né madre
i tre fratelli… poi scompaiono dal Vangelo
nessuno degli Evangelisti narra il miracolo così grande…
– Questa pagina è un messaggio teologico:
qui Dio si rivela chi è per noi:
vita e risurrezione
– Come conciliare fede in Dio e la morte?
Gesù lascia morire un amico
senza intervenire
e lasciando le sorelle a soffrire.
Perché?
– Il dialogo tra Gesù e Marta
è una sintesi teologica e di fede:
di fronte al dolore e alla morte di una persona cara,
esperienza che tutti facciamo
Gesù si presenta piangendo:
– Dio non “permette” il male…
– Dio non può impedire la morte,
né la sofferenza umana…
– Il cammino di fede di Marta e Maria
siamo invitati a farlo pure noi
ogni volta che ci troviamo nella medesima
situazione:
non chiuderci in noi stessi
e scavarci una fossa
ma cercare in Dio un nuovo motivo di vita.
N.B.
La Risurrezione di Lazzaro
avviene pochi giorni prima
della Settimana di Passione di Gesù
ed è annuncio, anticipo e preludio
della sua Risurrezione.
Alcune sottolineature al testo
1° Gesù si presenta con una frase forte:
“Io sono la risurrezione e la vita”.
Se non conoscessimo Gesù
come persona seria, equilibrata, umile,
potremmo pensare a una esagerazione
dettata dal momento,
o a una “boutade”
tanto per far stare buona Marta.
Invece poi mantiene la parola
e risuscita veramente Lazzaro.
Quindi se dice: “Io sono la risurrezione”
dobbiamo credergli,
perché l’ha detto e l’ha fatto.
2° Questo miracolo,
che l’Evangelista insiste per chiamarlo
“segno”
è uno dei pochissimi in cui Gesù
indirettamente si presenta come
Figlio di Dio e lui stesso ha coscienza
di essere Dio in grado di compiere opere
impossibili all’uomo…
Anzi Gesù sembra compiere quel “segno”
perché credano in Lui, come Messia e Dio.
A differenza di tutti gli altri miracoli
in cui Gesù raccomandava di:
“non dire nulla a nessuno”,
qui Gesù sembra proprio che voglia
che tutti sappiano e vedano il miracolo.
3 “Padre ti ringrazio…
perché tutti vedano
che Tu mi hai mandato…”
Gesù ci fa capire che il gesto
della risurrezione dell’amico,
lo compie affinchè la gente che sta attorno
veda e creda che il Padre lo ha mandato
e quindi che quanto dice e fa è vero.
Se dice di essere “Figlio dell’uomo”
se dice di essere venuto dal Padre,
se dice di essere il Figlio di Dio,
se dice che Dio è Trinità…
deve essere vero
e dobbiamo credergli.
4° La risurrezione di Lazzaro
come la trasfigurazione sul Tabor
sono anticipo della Risurrezione:
– per Gesù che aveva bisogno di sentire
l’approvazione del Padre,
– per i discepoli perchè avessero fiducia in Lui
su quanto aveva loro promesso
e quindi non avessero da spaventarsi
vedendolo morto in croce;
– infine doveva essere un “segno”
per quanti lo stavano seguendo,
che se era in grado di risuscitare un morto,
era pure in grado di mantenere ciò che diceva
che cioè sarebbe risorto da morte.
5°- “Chi crede in me,
ha la vita eterna”
Significa
che quanti si fidano di Gesù
e di quello che dice,
è “vita eterna”.
Perché Gesù stesso è la vita
e anche dopo la morte
ritornerà ad essere “il Vivente”;
e chi aderisce a Lui, chi Gli crede,
sarà vivo in Lui…
Ciò che è vivo… risorto, il Vivente,
non può cessare di esistere;
è Lui la vita eterna
e questa vita “eterna”
la dà anche a tutti noi.
La vita quella eterna (Gesù e la sua Parola)
non può dare morte… mai…
appunto perché è vita.
6° “Molti, vedendo quello che
Gesù aveva compiuto, credettero in Lui”.
Potremmo chiederci:
dove fossero finiti tutti coloro
che avevano assistito alla risurrezione
di Lazzaro, abitanti di Gerusalemme,
al momento del processo,
della condanna a morte di Gesù,
della crocifissione…
fatti che si sono svolti
nello spazio di almeno due giorni;
avrebbero avuto tutto il tempo necessario
per organizzarsi e reagire
con qualche protesta in Sinedrio
o davanti a Pilato.
Nessuno ha alzato un dito,
nessuno ha fatto sentire la sua parola,
nessuna contestazione,
all’infuori del povero e solitario Giuda.
7° In questo cammino quaresimale Gesù
si presenta:
– come l’Uomo vero, concreto, incarnato…
soggetto a tutte le nostre tentazioni:
fare la bella vita, avere forza e potere,
fare soldi e magari servirsi di Dio
per la propria carriera, ecc…(1° domenica);
– come il Cristo annunciato dai Profeti
e Maestro di una nuova Legge,
destinato alla Risurrezione (2° domenica);
– come “acqua viva” che può soddisfare
la nostra sete di verità e di felicità;
in grado di purificare le nostre coscienze
da ogni peccato (3° domenica);
– come Luce per chi non vede
e sta muovendosi nel buio dell’errore;
poter vedere e capire la verità: è vita
(4° domenica);
– come Vita eterna per chi muore
ma continua a credere in Lui,
e sarà destinato alla risurrezione (5° domenica);
– come L’Uomo giusto e onesto,
pur tuttavia deriso e perseguitato
fino alla morte (domenica di Passione);
– come il Morto-Risorto,
simbolo e immagine di tutti gli uomini
destinati a morire
ma pure, come Lui, a risorgere
a vita eterna (Pasqua)
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova