don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 28 Agosto 2022

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1° Lettura

– Il Libro del Siracide

scritto probabilmente nel II sec. a.C.

contiene una serie di consigli,

di norme di buon senso

e di buona condotta,

sembrano proverbi e frasi fatte;

una specie di vademecum

per il buon ebreo che deve comportarsi

seguendo non la cultura greca (ellenismo),

che andava diffondendosi

e stava contaminando con i commerci,

gli scambi e i viaggi…

la cultura ebraica,

ma bisognava piuttosto seguire

la tradizione dei Padri e l’Alleanza.

 

il libro prende in considerazione

tutti gli aspetti della vita sociale,

famigliare, civile, religiosa,

e traccia delle linee di condotta.

 

– Nella nostra pagina di oggi,

l’autore sacro raccomanda:

la modestia

nel comportamento

e anche nella considerazione di se stessi;

saremmo ridicoli se pensassimo

o facessimo sfoggio delle qualità,

e delle doti che abbiamo

come fossero merito nostro

e non doni di Dio.

 

l’umiltà

anche se occupiamo un alto posto

e un ruolo importante;

la persona umile è gradita a Dio

e agli uomini

e può instaurare rapporti solidi e sinceri;

mentre si evita la persona superba

e piena di sé.

 

la saggezza

che è data dall’ascolto

delle persone anziane e piene di esperienza…

dai fatti della vita,

e potremmo anche dire

mettendoci in ascolto della Parola di Dio.

 

un proverbio:

come l’acqua spegne il fuoco,

così l’elemosina espia i peccati.

Non tanto la confessione,

quanto la carità toglie il peccato;

perché il peccato è sempre un atto egoistico,

mentre la carità è un gesto che

ci costringe ad uscire da noi stessi

per andare verso gli altri.

Mentre il peccato ci chiude in noi stessi,

la carità ci apre al fratello.

VANGELO

– Si parla di pranzi e banchetti di nozze.

 

Il massimo nostro onore

è avere a pranzo una personalità,

una persona importante,

un Ministro, un politico noto,

ci accontentiamo anche del Sindaco…

Siamo convinti

che avere un personaggio importante

alla nostra tavola,

sia un onore. dia lustro al nostro pranzo,

e sia un gesto

di cui andare fieri e vantarsene.

 

Siamo noi stessi che diamo senso e onore

alla nostra tavola,

non gli altri,

che per quanto siano modesti,

attirano sempre su di sé ogni attenzione

e fanno venire meno

il senso del mangiare in famiglia

con i propri cari.

 

Un mio amico qualche anno fa

era stato invitato a una cena tra sostenitori

di un politico.

Era presente il politico

che era al centro dell’interesse di tutti,

alcuni suoi galoppini

e molti paesani

che avevano invitato il parlamentare

assicurando il loro voto

e il sostegno di tutto il paese.

Era presente anche questo mio amico,

che non era interessato alla politica,

ma siccome era uno che in paese contava

non si poteva non invitare.

 

Durante la cena

tutti avevano libertà di parlare

in modo da far presente al politico

e ai suoi collaboratori

le esigenze locali,

i bisogni del territorio e della gente

la situazione degli alberghi, ecc…

Il mio amico mi disse:

“Era uno spettacolo inverecondo

vedere il politico e gli amici mangiare

mentre gli altri si alternavano

a presentare istanze e programmi;

il politico a testa bassa

mangiava a più non posso,

mentre ogni tanto annuiva con la testa,

mentre mangiava e beveva

che sembrava non mangiasse da alcuni giorni.

 

A quel pranzo,

chi era stato invitato

si è sentito un previlegiato…

Avere avuto la possibilità

di sedere a mensa con un politico di Roma

era un onore di cui parlarne per anni…

In realtà era il politico il privilegiato

che stava mangiando a sbaffo

ingannando quei poveracci

che pensavano di essere dei prescelti,

mentre erano quelli che pagavano

un politico che ne aveva più di loro.

 

– Gesù in questa pagina

cerca di dare alcune norme di educazione pratica;

teniamo presente che allora

non esisteva né il galateo,

né la buona educazione…

ne abbiamo poca anche noi…

allora ce n’era anche meno!

 

Gesù dà 2 suggerimenti ai suoi?

1°      – non prenderti il primo posto,

         cerca di essere concreto

         e non pensare di essere l’unico invitato

         o il più importante…

 

2°      – non invitare a pranzo

         quanti hanno già da mangiare

         perché sono già ricchi e benestanti;

         invita piuttosto poveri, ciechi, zoppi…

         e avrai un merito in cielo…

 

– L’ospitalità, come la suggerisce Gesù,

è una forma di carità,

ed è un ideale a cui tendere!

 

– E’ difficile invitare un estraneo a mangiare

alla nostra stessa tavola.

Personalmente l’ho fatto, ma rare volte;

in alcuni casi mi sono trovato a disagio

perché ogni persona ha una sua maniera

di mangiare e bere.

Oggi siamo diventati molto riservati;

la casa e la famiglia sono per chi ci abita.

Non andiamo neppure a trovare parenti

se prima non telefoniamo.

 

La privacy è diventata la tomba

dell’ospitalità, dell’accoglienza,

dell’attenzione agli altri…

 

Attualizzazione

 

         Anche scambiare una parola

con una persona che incontriamo

o che viene a bussare alla nostra porta

è una forma di attenzione

e di ospitalità.

 

         Abbiamo un bisogno impellente

di visibilità.

In questi ultimi anni

importante è apparire,

farsi vedere,

essere presenti,

andare alla televisione

(magari per dire al mondo

le miserie personali

e della propria famiglia…)

 

         Ora tutto passa e viene messo

in Facebook e in WhatsApp

e trasmesso in tutto il mondo:

foto vergognose e imbarazzanti

di amici e confidenti,

messaggi che vanno in pasto alla curiosità

di guardoni insaziabili.

Sentimenti e pensieri

che dovrebbero rimanere nell’ambito

personale e della coscienza

tutto viene pubblicizzato

come fosse un vanto di cui andare fieri.

 

Sembra non esistere più l’umiltà,

la riservatezza,

la semplicità.

Il nostro valore

non è dato dalla pubblicità

che ci facciamo

o da quanti parlano di noi…

Ma o l’abbiamo dentro

per i nostri valori…

o nessuno,

né la TV, né i giornali,

nè i rotocalchi ce la possono dare.

 


Chi si colloca davanti e sopra gli altri,

spesso non vede chi sta dietro di lui

o sotto di lui.
es. tante persone in fila, o in un’aula…

Chi sta dietro vede tutti e può controllare

la situazione.

 

5° Mettersi dietro gli altri,

non farsi vedere,

occupare gli ultimi posti…

ci dà la possibilità di venire ricuperati

in un secondo momento.
es. don Milani e le sue idee

sulla scuola,

sull’obbedienza che non sempre è una virtù,

sulla guerra

sulla obiezione di coscienza a usare armi,

sulla necessità della scuola e di cultura…

Sono tutti concetti che abbiamo fatti nostri

perché qualcuno ha fatto spazio e ricuperato

quel prete dapprima scomodo ed emarginato.

 

Un elemento che da qualche tempo

sembra mancare nei rapporti sociali,

tra noi persone educate,

in strada, al lavoro, in un locale

(dove 4 ragazzi parlano e bestemmiano

come fossero soli nel locale),

o quanti non buttano lattine,

bottiglie di plastica vuote,

sacchetti di rifiuti…

è la mancanza di rispetto.

Io l’ho notato specie in auto,

correndo con l’auto per la strada:

non segnano il cambio di careggiata,

entrano ed escono da una rotatoria

ma devi stare a debita distanza,

si immettono in strada da un parcheggio

senza badare a chi sta sopraggiungendo,

occupano il centro della strada

come stessero guidando un bilico, ecc.

Ognuno si comporta

come fosse solo in strada

e non dovesse tener presente

che sta usando uno spazio che è di tutti.

 

Gesù oggi ci suggerisce

di guardarci attorno:

c’è sempre tanta gente attorno a noi;

e merita il nostro rispetto

e la nostra attenzione.

Fonte