1° Lettura
– Oggi siamo in qualche modo,
almeno in parte,
protetti da Previdenze sociali e altro;
un tempo
questi aiuti umani non esistevano,
per un immigrato;
non si conosceva la solidarietà umana
e non veniva praticata.
Se specialmente uno straniero,
un immigrato non riuscivano a vacarsela da soli,
era la morte anche fisica per fame.
Gli stranieri ieri, (anche oggi),
erano sottoposti a lavori gravosi e umilianti
e non esistevano leggi
a loro protezione.
– Capiamo tutte queste prescrizioni religiose
e legali
che il libro dell’Esodo
imponeva agli ebrei:
“non molestare il forestiero,
non opprimerlo,
non maltrattare la vedova e l’orfano,
se presti denaro… non imporgli alcun interesse,
se prendi in pegno il mantello
del tuo prossimo,
glielo restituisci per la notte…”
1° Gli Israeliti dovevano sentirsi solidali
con gli stranieri;
2° era bandita ogni discriminazione
dovuta alla razza, al censo, a gruppo sociale…
– Alcuni suggerimenti pratici:
quando mieti…
lascia sul campo qualche spiga;
quando batti gli olivi…
lascia sui rami le olive che sono rimaste;
quando vendemmi…
non tornare a prendere
i pochi grappoli attaccati alla vite.
– L’immagine che se ne ricava di Jaweh,
del Dio degli Ebrei,
è di un Dio diverso dalle divinità pagane:
un Dio misericordioso
verso ebrei e pagani;
che ha a cuore la vita
sia del suo popolo,
sia di chi apparteneva ad altre razze:
Dio è Dio di tutti i popoli.
N.B.
Per un Israelita
il “prossimo” è uno del suo stesso popolo;
sarà Gesù a farci capire
che “prossimo”
non sono gli altri,
ma ciascuno di noi
se diventiamo “prossimo” di qualcuno
VANGELO
1°
La parola “Amore”
è abusata
ed equivoca.
Abusata
perché viene citata in tutte le salse
e occasioni,
nelle canzonette,
nei film, nei romanzi,
nelle lettere tra innamorati,
sulla stampa,
sui rotocalchi…
Equivoca
perché sottintende altri sentimenti
e atteggiamenti che non sono sempre amore:
ma egoismo,
sesso (l’amore non è sesso
e non sempre il sesso è amore).
il sesso dovrebbe essere sempre
espressione di amore…
ma non sempre lo è !)
Es. si dà una coltellata alla partner che no ci sta più…
2°
Amare significa
cercare il bene della persona amata;
aiutarla a crescere,
a maturarsi,
a vivere.
Amare è:
voler bene,
è dialogo,
è comunione,
è perdonarsi,
è crescere insieme,
è condividere i beni insieme,
è realizzarsi.
Amare è salvare,
è aiutare chi si ama.
Amare è sacrificare se stessi
per aiutare e far crescere chi si ama.
3°
Amore di Dio.
Se intendiamo l’Amore che Dio ha verso di noi:
nessun dubbio;
Gesù è il segno dell’Amore di Dio per noi.
Se intendiamo l’amore che noi abbiamo verso Dio:
ho parecchi dubbi
che sia possibile,
checchè ne dicano i preti e i teologi.
Noi non riusciamo ad amare Dio…
Dio è tutt’altra cosa da noi,
non credo che riusciamo ad amare Dio.
Che cosa significa “amare Dio”?
E’ una bella intenzione,
un ideale,
una speranza…
ma amare Dio non credo sia possibile.
Controprova:
Giovanni evangelista scrive:
“Come fai dire di amare Dio che non vedi
se non ami il tuo prossimo?”
Come dicesse:
puoi amare una persona che vedi e che conosci,
ma come puoi amare Uno
che non hai mai visto
e che praticamente non conosci affatto.
Anzi lo stesso Giovanni
(che se ne intendeva), scrive ancora:
“Se Dio ci ha amato,
anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”
Non dice:
“Se Dio ci ha amato
dobbiamo amarlo anche noi”
che sarebbe più logico.
Ma costruisce una frase che per se non ha logica:
“Ama gli altri per amare Dio”.
Puoi dire di amare Dio
se ami e aiuti il tuo prossimo.
4°
Per questo Gesù ha messo insieme i due comandi
dicendo che:
Amare Dio è il primo comando,
ma il secondo
(cioè: amare il prossimo)
è ugualmente importante…
sta sullo stesso piano.
Sembrerebbe far capire che
Dio e la persona
sono ugualmente importanti,
sono sullo stesso piano;
ma siccome ci si può riempire la bocca
di amore di Dio,
in realtà senza amare nessuno…
è meglio che tu ami il tuo prossimo
che Dio è contento,
gli va bene lo stesso…
Gesù conclude dicendo che non ci sono più
tanti precetti o comandamenti da osservare,
non è più necessario conoscere la Legge,
o la Thorà da mettere in pratica;
potremmo anche non conoscere
gli scritti dei Profeti
e non osservare nessun precetto…
perché tutto quello che è stato detto e scritto
si può riassumere in queste poche parole:
“Ama il prossimo tuo
come Dio ti ha amato”
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova