don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 24 Maggio 2020

1° Lettura

Stranezze del testo:

       se Gesù si presenta sempre ai suoi nel Cenacolo a Gerusalemme

       perché era necessario andare sul monte?

       perché i 40 giorni?

       Gesù quando non era con i suoi, dov’era?

      I Discepoli chiedono spiegazioni e Gesù neppure risponde. Come mai?

 

       Era necessario che Gesù si levasse da terra,

       in forma così spettacolare…

       con tanto di nube e angeli?

 

       Perché in alto? Il cielo è in alto?

       Il Paradiso, il mondo di Dio

       non è una realtà fisica, geografica,        astronomica.

 

– L’Ascensione del Signore è un fatto

e un racconto teologico,

non è cronaca.

 

– E’ una pagina di fede

scritta per le comunità cristiane

che aspettavano da un momento all’altro

il ritorno trionfante di Cristo…

Ma era un equivoco

diffuso tra i primi cristiani,

delusi che non vedevano ritornare Gesù

 

– Quando tornerà il Regno di Dio?

Smettetela di fare questi ragionamenti:

impegnatevi piuttosto

e portate avanti la missione che vi è stata affidata.

 

– Particolari:    i 40 giorni

                     il monte (passaggio di consegne)

                     la nube

                     i due uomini vestiti di bianco

 

Collegamento con il Vangelo:

       raccontano il medesimo avvenimento

       da due visuali diverse:

       una di Luca e l’altra di Matteo, testimone.

      VANGELO

     I Discepoli sentono Gesù vivo

       in mezzo a loro

– Oggi il Vangelo

accenna ai Discepoli (un centinaio di persone)
che erano presenti all’Ascensione di Gesù.

 

– L’Ascensione tuttavia,

non è un fatto o un avvenimento fisico,

ma teologico:

nessuno ha visto Gesù salire in cielo.

L’Ascensione significa che Gesù

è entrato nel mondo di Dio,

perché era Dio;

è ritornato accanto al Padre,

perché quello è il suo posto.

 

– In queste domeniche di Pasqua

abbiamo presentato

alcuni segni della Risurrezione di Gesù;

l’essenza tuttavia della Risurrezione

non sono i segni (o le prove) che portiamo,

ma la fede dei suoi amici…

perché la Risurrezione è un fatto di fede.

 

-L’essenza della Risurrezione

è la fede che i Discepoli avevano

che Gesù fosse veramente risorto:

perché lo sentivano

vivo e presente in mezzo a loro.

In questo consiste la Risurrezione.

 

Per cui non c’è alcuna differenza

o svantaggio

tra noi e i discepoli di Gesù,

perché la Risurrezione

è sentire Gesù vivo in mezzo a noi.

 

-E’ il motivo stesso per cui Gesù

non poteva farsi vedere ai suoi avversari

farisei, scribi e sacerdoti.

non avevano fede in Lui

e non avrebbero visto Gesù risorto,

ma semplicemente uno

che pensavano fosse morto,

invece voleva dire che in croce

non era proprio morto… ma solo svenuto

e ora era ritornato a creare problemi;

e pertanto avrebbero cercato

di prenderlo di nuovo per ammazzarlo.

 

Conclusione:

 la Risurrezione consiste nel fatto che

la comunità cristiana di Gerusalemme.

i suoi amici, i discepoli

e i battezzati poi…

sentivano che Gesù era in mezzo a loro

più vivo che mai!

 

E questa è anche la nostra fede.

“Se Cristo non è risorto  – dice S.Paolo –

noi che crediamo,

saremmo degli illusi, degli stupidi;

perché crederemmo a qualcosa (Cristo Roirorto)

mentre non sarebbe vero.

Ma siccome Cristo è Risorto,

noi siamo

Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova


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