Commento alla Prima Lettura
– E’ un fatto singolare
quello che viene narrato.
Abbiamo due protagonisti:
Abramo (1800 a.C.), grande signore,
padrone di un gregge numeroso
e di centinaia di servitori al suo seguito;
Melchisedech,
sacerdote di Dio e re di Salem
(quella che poi diventerà Gerusalemme).
– Premessa:
Abramo si trova con il suo bestiame
e tutti i suoi mandriani e la famiglia
alle Querce di Mamre
e viene a sapere
che alcuni re locali
avevano fatto prigioniero Lot,
suo nipote.
Abramo organizza un piccolo esercito
tra i suoi servi e pastori,
insegue la retroguardia
di questi modesti re tribali
che stanno ritirandosi,
riuscendo a liberare Lot
e prendere il bottino che avevano depredato.
Mentre è sulla via del ritorno,
viene incontro ad Abramo
il re di Salem, Melchisedech,
che era stato pure lui danneggiato
dai re predoni
e chiede ad Abramo di lasciargli
le persone fatte prigioniere
ma appartenenti al suo popolo;
Abramo poteva tenersi pure
tutto il bottino sottratto ai re predoni.
Abramo gli lascia non solo
gli uomini che erano stati fatti prigionieri,
ma pure parte del bottino:
segno che Abramo riconosce Melchisedech
come un grande personaggio.
Questo Melchidesech
è un personaggio strano:
nessuno sa di dove sia,
quali siano i suoi antenati,
è considerato Sacerdote del Dio altissimo
anche se è un pagano,
è Re;
e cosa ancor più straordinaria,
incontrando Abramo,
offre a Dio, in segno di ringraziamento,
per la vittoria di Abramo
e per le vite umane che aveva salvato,
offre a Dio un sacrificio strano,
non un animale, come si usava,
ma offre a Dio pane e vino
su un altare di pietra.
Altra cosa strana è che Abramo
nonostante sia il vincitore,
riconosce in Melchisedech
un personaggio più grande di lui
riconoscendogli la decima parte di tutto
ciò che costituiva
il bottino di guerra,
Questo Melchisedech
Re e Sacerdote
è immagine di Gesù,
Re e Sacerdote
del Dio altissimo.
Il sacrificio strano e inusitato che offre a Dio:
pane e vino
prefigura il sacrificio di Gesù:
l’Eucaristia con il pane e il vino.
Il fatto poi che due popoli,
quello di Abramo e quello di Melchisedech
si riuniscono e insieme
mangino lo stesso pane
e bevano il medesimo vino
offerti a Dio
sono immagini di tutti i popoli
che attorno al Pane e il Vino dell’Eucaristia
si incontreranno nei secoli futuri.
VANGELO
– Sottolineo due pensieri:
1°
Nel sacramento dell’Eucaristia
vanno valorizzati tutti gli elementi
fondamentali della vita cristiana,
così come li aveva voluti Gesù:
il Sacerdozio comune dei fedeli
(in forza del battesimo)
(fate questo in memoria di me)
il servizio comunitario
(chi perde la sua vita per me… la
salverà)
(sono venuto per servire
non per essere servito)
(la parabola del buon samaritano)
(la lavanda dei piedi…)
annuncio e ascolto della Parola
(compito profetico)
(una comunità che annuncia ed educa)
il Pane eucaristico
(chi mangia la mia carne ha la vita eterna)
(dacci oggi il nostro pane… condivisione)
2°
L’Eucaristia (sacerdozio
servizio
Parola
e Pane)
è il Sacramento del perdono
di ogni nostra miseria quotidiana…
è l’incontro con Gesù
nella Parola e nel Pane
che “lava” le nostre colpe…
è l’incontro con Gesù “fuoco vivo”
che purifica ed elimina i nostri peccati…
N.B. Il vero Sacramento del perdono
è l’Eucaristia (la Messa)
non la confessione;
che Gesù aveva istituito per un altro scopo,
per re-inserire nella Comunità-Chiesa
i cristiani battezzati
che si fossero macchiati di qualche colpa grave: omicidi, apostasia,
oggi: mafiosi, portatori di morte, pedofili,
politici e amministratori pubblici corrotti,
quanti fanno del male per guadagnarci
sulla pelle dei poveri…
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova