Commento alla Prima Lettura
– Nella Bibbia ci sono due personaggi
che vengono presentati come modelli di ospitalità:
Giobbe e Abramo.
Giobbe
si era costruito una casa grande
con 4 porte, una su ogni lato,
perché i poveri e i pellegrini di passaggio
potessero trovare facilmente l’entrata;
di Abramo
viene descritta in questa pagina
la sua meravigliosa e sollecita ospitalità.
Mentre in un primo pomeriggio afoso
come lo può essere in quelle regioni,
Abramo sta riposando sotto una pianta,
vede arrivare tre Personaggi.
Immediatamente Abramo
scatta in piedi e impartisce ordini:
fa portare acqua per dissetare
e perché i pellegrini possano lavarsi;
alla moglie Sara
ordina di preparare tre pani,
va alla stalla e fa uccidere
e arrostire un vitello tenero…
Mette tutto davanti agli ospiti
che intanto hanno trovato da riposarsi
all’ombra della pianta.
Abramo presenta loro:
la carne, il pane appena cotto,
il latte fresco e lo yogurt;
lui rimane in piedi in attesa
che possa servire qualcos’altro agli ospiti.
Lui, padrone di casa e molto ricco,
non sa chi siano i nuovi arrivati,
ma li tratta come fossero
tre ospiti mandati dal cielo.
Alla fine stranamente
i tre gli fanno una promessa ad Abramo:
Lui e sua moglie Sara avevano sempre desiderato
un figlio;
ormai erano avanzati negli anni
e avevano perso le speranze,
di abbracciare un loro figlio;
e morivano
senza una discendenza a cui lasciare
tutti i beni che possedevano.
I tre Personaggi,
che si intuisce alla fine
essere messaggeri di Dio,
promettano ad Abramo
che entro l’anno avrà un figlio.
– Il tema della Lettura è l’ospitalità.
La premura che Abramo dimostra
verso i tre ignoti Pellegrini,
presentatisi sotto le sembianze
di poveri di passaggio,
bisognosi di riposare e mangiare
è grande e commovente.
In loro Abramo riconosce Dio stesso
che chiede accoglienza…
E così era effettivamente:
i tre Personaggi erano Angeli
messaggeri di Dio.
Il collegamento con il Vangelo è evidente:
anche nel Vangelo si parla di Marta e Maria
che accolgono Gesù
e tutti i suoi amici a casa loro,
offrendo ospitalità, attenzione e pranzo…
cose che Gesù gradisce molto.
In quel momento Gesù e i suoi discepoli,
tutti poveri
sono altrettanti pellegrini
bisognosi di mangiare e riposare.
Le due donne
senza rendersene conto, come Abramo,
hanno dato da mangiare a Dio.
VANGELO
Tre riflessioni vorrei proporre oggi.
1°
Dialogo e azione.
Nella vita quotidiana
e tra i nostri conoscenti
incontriamo persone
alcune molto attive,
che fanno più ore di una sveglia;
e altre che sono portate più
al dialogo,
meno all’ascolto…
Altre ancora a prendere
continuamente la parola,
sono di una logorrea asfissiante…
Alcuni sono maggiormente portati
alla riflessione,
all’ascolto, al silenzio,
parlano pochissimo
e le parole bisogna strapparle loro dalla bocca.
Nella società, sul lavoro, al bar,
nei centri che frequentiamo
incontriamo di continuo persone
con queste caratteristiche:
chi più portato a fare, a lavorare,
a impegnarsi e dare una mano;
mentre altri… e sono i più,
preferiscono chiacchierare,
danno consigli,
ma decidono poco…
e ancor meno si prestano a dare una mano.
Esempio:
Siamo tutti arbitri,
quando guardiamo una partita di calcio;
tutti allenatori della Nazionale
e tutti avveduti consulenti finanziari
delle Banche fallite…
Esempio ancora:
i nostri politici a Roma
sono un esempio democratico
che cosa significhi chiacchierare
e fare;
tutti parlano e pochi fanno le cose.
Marta e Maria (sorelle di Lazzaro)
rappresentano questi due aspetti della vita
e delle persone:
c’è chi preferisce ascoltare, riflettere
e chi agisce.
Ma tutti e due questi aspetti della vita quotidiana
sono necessari per una vita completa.
Nelle comunità cristiane, per esempio,
troviamo persone che entrano in un convento
a pregare, riflettere, studiare,
nel silenzio…
e altre che, in famiglia, nel concreto della vita
in parrocchia
si danno da fare
per aiutare chi è in difficoltà
operatori sociali, volontari, protezione civile,
missionari, catechisti, animatori, ecc…
N.B.
Oggi viviamo a contatto con migliaia di persone
di immigrati, famiglie senza reddito,
giovani senza lavoro, disoccupati, anziani…
che hanno bisogno di una mano.
Chi, se non la comunità cristiana,
può venire loro in aiuto in maniera immediata?
Non dare una mano a chi si trova nella necessità
per il fatto che non è compito nostro,
perché non siamo assistenti sociali
e non siamo neppure la previdenza sociale…
non è da cristiani.
Bisogna darsi da fare e aiutarli,
in tutte le maniere che ci sembrano
più confacenti al nostro spirito
e alle necessità che si presentano.
Es. a proposito di ospitalità:
può essere che non possiamo ospitare
in casa nostra un immigrato,
ma possiamo scambiare una parola
con qualcuno di loro,
portargli una borsa di generi alimentari,
fare una adozione a distanza, ecc…
Nella nostra religione cristiana
abbiamo un articolo di fede che dice:
“Credo nella comunione dei santi”
La “comunione” è il passaggio del bene
(e anche del male)
dagli uni agli altri,
la bontà, il buon esempio, la virtù, la preghiera
di una parte della comunità cristiana
è a beneficio anche dell’altra parte
che prega poco
e non si interessa della propria crescita spirituale.
I “santi” sono i cristiani vivi e defunti.
In altre parole:
il bene degli uni va a vantaggio di tutti gli altri;
quando uno prega,
prega sempre per tutti,
anche a benefico di chi non prega.
Esempio:
se c’è un convento di suore di clausura
dove si prega e si digiuna,
quella loro preghiera e il loro digiuno
vanno a vantaggio di tutti,
anche di chi non prega
e non fa mai un sacrificio.
Es. … mia nonna, mia mamma…
hanno pregato anche per me
che prego poco !
Vero !
2°
Altra riflessione.
accoglienza e ospitalità.
E’ il tema della prima Lettura
e pure del Vangelo.
Ma è facile e bello accogliere Gesù
o gli Angeli di Dio…
più difficile dare ospitalità a uno di passaggio,
a un nero, a un musulmano…
Oggi siamo diventati tutti più diffidenti,
sospettosi, individualisti…
Due esempi:
Una volta, quando moriva qualcuno
ci si riuniva nella casa del defunto
e alla sera si faceva una preghiera insieme,
era un forte sostegno per i famigliari in lutto.
Oggi si preferisce la chiesa per la preghiera,
non più la casa.
Una volta i bambini giocavano
e si ritrovavano
per le case, in qualche famiglia.
Oggi abbiamo bisogno del patronato,
del centro parrocchiale, la strada…
La casa e la famiglia sono
riservate per i sentimenti e l’intimità;
non è più aperta a tutti.
Una della attività pastorali
che si vorrebbe tentare
è di aprire la propria casa
alle persone vicine;
provare, per esempio, a fare un momento di
ascolto della Parola di Dio
oltre che in parrocchia (al sabato)
anche nelle case,
presso alcune famiglie.
Un genitore apre la propria casa
ad alcuni bambini e ragazzi del vicinato
e con loro fa una preghiera,
legge una pagina del Vangelo,
parla di Gesù,
insegna qualcosa della vita.
Se si trovassero famiglie disponibili
questa potrebbe diventare
una iniziativa molto positiva,
senza perdere il contatto
con la parrocchia
e la Liturgia della domenica
3°
Terza riflessione:
dialogo e ascolto.
Gesù va a casa di Marta e Maria
per mangiare e riposarsi;
e qualcuno deve darsi da fare (Marta);
ed è contento dell’accoglienza di Marta,
ma è contento anche che qualche altro (Maria)
gli si sieda vicino per ascoltarlo.
Anche ascoltare una persona
è un grande gesto di carità
e di grande rispetto.
Diceva un bambino:
“Quando parlo, in casa mia,
nessuno mi ascolta!”
Tutti vogliamo parlare,
tutti vogliamo che qualcuno ci ascolti;
ma poi dobbiamo pagare un psicologo
per farci ascoltare.
Gesù è la Parola di Dio fatta Persona;
la sua Parola è Verità e Vita
Gesù è il tramite, il ponte, il sacerdote
che ci mette in dialogo con Dio.
Nello stesso tempo,
Lui non solo ci parla,
ma è anche sempre in ascolto:
Gesù nel tabernacolo, nell’Eucaristia,
in una stanza qualsiasi,
possiamo prendere in mano
il Vangelo e riflettere…
possiamo trovare il momento opportuno
per parlare con Dio:
Lui ascolta e risponde
se facciamo silenzio attorno a noi.
Gesù è l’unico che è in grado
e ha pazienza abbastanza per darci udienza
senza prendere appuntamento.
A lui possiamo dare del “tu”.
Ascoltarlo è una via
per trovare le soluzioni ai nostri problemi.
Lui ci può suggerire
ciò che dobbiamo fare:
quali possono essere
le scelte e le risposte giuste !
Bisogna mettersi in silenzio e ascoltare!
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova
Letture della
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.
Dal libro della Gènesi
Gn 18,1-10a
In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 14 (15)
R. Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.
Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua. R.
Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore. R.
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. R.
Seconda Lettura
Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1, 24-28
Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.
Parola di Dio
Vangelo
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore