don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 21 Luglio 2019

Commento alla Prima Lettura

– Nella Bibbia ci sono due personaggi

che vengono presentati come modelli di ospitalità:

Giobbe e Abramo.

Giobbe

si era costruito una casa grande

con 4 porte, una su ogni lato,

perché i poveri e i pellegrini di passaggio

potessero trovare facilmente l’entrata;

di Abramo

viene descritta in questa pagina

la sua meravigliosa e sollecita ospitalità.

 

Mentre in un primo pomeriggio afoso

come lo può essere in quelle regioni,

Abramo sta riposando sotto una pianta,

vede arrivare tre Personaggi.

 

Immediatamente Abramo

scatta in piedi e impartisce ordini:

fa portare acqua per dissetare

e perché i pellegrini possano lavarsi;

alla moglie Sara

ordina di preparare tre pani,

va alla stalla e fa uccidere

e arrostire un vitello tenero…

Mette tutto davanti agli ospiti

che intanto hanno trovato da riposarsi

all’ombra della pianta.

Abramo presenta loro:

la carne, il pane appena cotto,

il latte fresco e lo yogurt;

lui rimane in piedi in attesa

che possa servire qualcos’altro agli ospiti.

 

Lui, padrone di casa e molto ricco,

non sa chi siano i nuovi arrivati,

ma li tratta come fossero

tre ospiti mandati dal cielo.

 

Alla fine stranamente

i tre gli fanno una promessa ad Abramo:

Lui e sua moglie Sara avevano sempre desiderato

un figlio;

ormai erano avanzati negli anni

e avevano perso le speranze,

di abbracciare un loro figlio;

e morivano

senza una discendenza a cui lasciare

tutti i beni che possedevano.

I tre Personaggi,

che si intuisce alla fine

essere messaggeri di Dio,

promettano ad Abramo

che entro l’anno avrà un figlio.

 

– Il tema della Lettura è l’ospitalità.

La premura che Abramo dimostra

verso i tre ignoti Pellegrini,

presentatisi sotto le sembianze

di poveri di passaggio,

bisognosi di riposare e mangiare

è grande e commovente.

In loro Abramo riconosce Dio stesso

che chiede accoglienza…

E così era effettivamente:

i tre Personaggi erano Angeli

messaggeri di Dio.

 

Il collegamento con il Vangelo è evidente:

anche nel Vangelo si parla di Marta e Maria

che accolgono Gesù

e tutti i suoi amici a casa loro,

offrendo ospitalità, attenzione e pranzo…

cose che Gesù gradisce molto.

In quel momento Gesù e i suoi discepoli,

tutti poveri

sono altrettanti pellegrini

bisognosi di mangiare e riposare.

Le due donne

senza rendersene conto, come Abramo,

hanno dato da mangiare a Dio.

 

 

         VANGELO

Tre riflessioni vorrei proporre oggi.

Dialogo e azione.

Nella vita quotidiana

e tra i nostri conoscenti

incontriamo persone

alcune molto attive,

che fanno più ore di una sveglia;

e altre che sono portate più

al dialogo,

meno all’ascolto…

Altre ancora a prendere

continuamente la parola,

sono di una logorrea asfissiante…

Alcuni sono maggiormente portati

alla riflessione,

all’ascolto, al silenzio,

parlano pochissimo

e le parole bisogna strapparle loro dalla bocca.

 

Nella società, sul lavoro, al bar,

nei centri che frequentiamo

incontriamo di continuo persone

con queste caratteristiche:

chi più portato a fare, a lavorare,

a impegnarsi e dare una mano;

mentre altri… e sono i più,

preferiscono chiacchierare,

danno consigli,

ma decidono poco…

e ancor meno si prestano a dare una mano.

         Esempio:

Siamo tutti arbitri,

quando guardiamo una partita di calcio;

tutti allenatori della Nazionale

e tutti avveduti consulenti finanziari

delle Banche fallite…

         Esempio ancora:

i nostri politici a Roma

sono un esempio democratico

che cosa significhi chiacchierare

e fare;

tutti parlano e pochi fanno le cose.

 

Marta e Maria (sorelle di Lazzaro)

rappresentano questi due aspetti della vita

e delle persone:

c’è chi preferisce ascoltare, riflettere

e chi agisce.

Ma tutti e due questi aspetti della vita quotidiana

sono necessari per una vita completa.

Nelle comunità cristiane, per esempio,

troviamo persone che entrano in un convento

a pregare, riflettere, studiare,

nel silenzio…

e altre che, in famiglia, nel concreto della vita

in parrocchia

si danno da fare

per aiutare chi è in difficoltà

operatori sociali, volontari, protezione civile,

missionari, catechisti, animatori, ecc…

 

N.B.

Oggi viviamo a contatto con migliaia di persone

di immigrati, famiglie senza reddito,

giovani senza lavoro, disoccupati, anziani…

che hanno bisogno di una mano.

Chi, se non la comunità cristiana,

può venire loro in aiuto in maniera immediata?

Non dare una mano a chi si trova nella necessità

per il fatto che non è compito nostro,

perché non siamo assistenti sociali

e non siamo neppure la previdenza sociale…

non è da cristiani.

Bisogna darsi da fare e aiutarli,

in tutte le maniere che ci sembrano

più confacenti al nostro spirito

e alle necessità che si presentano.

         Es. a proposito di ospitalità:

può essere che non possiamo ospitare

in casa nostra un immigrato,

ma possiamo scambiare una parola

con qualcuno di loro,

portargli una borsa di generi alimentari,

fare una adozione a distanza, ecc…

 

Nella nostra religione cristiana

abbiamo un articolo di fede che dice:

“Credo nella comunione dei santi”

La “comunione” è il passaggio del bene

(e anche del male)

dagli uni agli altri,

la bontà, il buon esempio, la virtù, la preghiera

di una parte della comunità cristiana

è a beneficio anche dell’altra parte

che prega poco

e non si interessa della propria crescita spirituale.

I “santi” sono i cristiani vivi e defunti.

In altre parole:

il bene degli uni va a vantaggio di tutti gli altri;

quando uno prega,

prega sempre per tutti,

anche a benefico di chi non prega.

         Esempio:

se c’è un convento di suore di clausura

dove si prega e si digiuna,

quella loro preghiera e il loro digiuno

vanno a vantaggio di tutti,

anche di chi non prega

e non fa mai un sacrificio.

         Es. … mia nonna, mia mamma…

hanno pregato anche per me

che prego poco !

Vero !

 

 

Altra riflessione.

accoglienza e ospitalità.

E’ il tema della prima Lettura

e pure del Vangelo.

Ma è facile e bello accogliere Gesù

o gli Angeli di Dio…

più difficile dare ospitalità a uno di passaggio,

a un nero, a un musulmano…

Oggi siamo diventati tutti più diffidenti,

sospettosi, individualisti…

 

Due esempi:

         Una volta, quando moriva qualcuno

ci si riuniva nella casa del defunto

e alla sera si faceva una preghiera insieme,

era un forte sostegno per i famigliari in lutto.

Oggi si preferisce la chiesa per la preghiera,

non più la casa.

 

         Una volta i bambini giocavano

e si ritrovavano

per le case, in qualche famiglia.

Oggi abbiamo bisogno del patronato,

del centro parrocchiale, la strada…

La casa e la famiglia sono

riservate per i sentimenti e l’intimità;

non è più aperta a tutti.

 

Una della attività pastorali

che si vorrebbe tentare

è di aprire la propria casa

alle persone vicine;

provare, per esempio, a fare un momento di

ascolto della Parola di Dio

oltre che in parrocchia (al sabato)

anche nelle case,

presso alcune famiglie.

         Un genitore apre la propria casa

ad alcuni bambini e ragazzi del vicinato

e con loro fa una preghiera,

legge una pagina del Vangelo,

parla di Gesù,

insegna qualcosa della vita.

Se si trovassero famiglie disponibili

questa potrebbe diventare

una iniziativa molto positiva,

senza perdere il contatto

con la parrocchia

e la Liturgia della domenica

 

Terza riflessione:

dialogo e ascolto.

Gesù va a casa di Marta e Maria

per mangiare e riposarsi;

e qualcuno deve darsi da fare (Marta);

ed è contento dell’accoglienza di Marta,

ma è contento anche che qualche altro (Maria)

gli si sieda vicino per ascoltarlo.

Anche ascoltare una persona

è un grande gesto di carità

e di grande rispetto.

         Diceva un bambino:

“Quando parlo, in casa mia,

nessuno mi ascolta!”

 

Tutti vogliamo parlare,

tutti vogliamo che qualcuno ci ascolti;

ma poi dobbiamo pagare un psicologo

per farci ascoltare.

 

Gesù è la Parola di Dio fatta Persona;

la sua Parola è Verità e Vita

Gesù è il tramite, il ponte, il sacerdote

che ci mette in dialogo con Dio.

Nello stesso tempo,

Lui non solo ci parla,

ma è anche sempre in ascolto:

Gesù nel tabernacolo, nell’Eucaristia,

in una stanza qualsiasi,

possiamo prendere in mano

il Vangelo e riflettere…

possiamo trovare il momento opportuno

per parlare con Dio:

Lui ascolta e risponde

se facciamo silenzio attorno a noi.

Gesù è l’unico che è in grado

e ha pazienza abbastanza per darci udienza

senza prendere appuntamento.

A lui possiamo dare del “tu”.

Ascoltarlo è una via

per trovare le soluzioni ai nostri problemi.

Lui ci può suggerire

ciò che dobbiamo fare:

quali possono essere

le scelte e le risposte giuste !

Bisogna mettersi in silenzio e ascoltare!

Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova

Letture della
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.

Dal libro della Gènesi
Gn 18,1-10a

In quei giorni, il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno.
Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 14 (15)
R. Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.

Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua. R.
 
Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore. R.
 
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. R.

Seconda Lettura

Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 1, 24-28


Fratelli, io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.

Parola di Dio

Vangelo

Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Parola del Signore

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