don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 19 Marzo 2023

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       1° Lettura

– E’ una pagina significativa della Bibbia.

Siamo verso il 1020 a. C.

Il re di Israele è Saul:

voluto e scelto dal popolo

per la sua imponente statura e la forza fisica;

rifiutato da Dio

per la superbia e gli errori politici e militari.

– La situazione politica e militare

è piuttosto compromessa,

per l’ostilità delle tribù Filistee.

io sta cercando un nuovo Re

che possa tenere a bada i Filistei

e nello stesso tempo sia un vero Re

per il suo popolo.

Finalmente individua il prescelto

e lo annuncia a Samuele,

che in quel tempo era la guida, il profeta

il sacerdote, il punto di riferimento

del popolo ebreo.

Samuele deve andare da Iesse,

perché tra i suoi sette figli ne ha scelto uno

per essere il futuro re, alla morte di Saul.

– Samuele parte e raggiunge Betlemme;

entra nella casa di Iesse,

un pastore modesto,

ma ricco di una bella famiglia.

Samuele rivela a Jesse il segreto di Dio

e chiede che gli vengano presentati

uno ad uno i figli.

Eliab è il primogenito,

bello, alto, forte, pieno di vita…

Ma Samuele dopo aver pregato il Signore,

dice: “Non è lui il futuro re”.

Allora Iesse presenta a Samuele

uno a uno tutti i figli;

Samuele li scarta uno alla volta,,,

Samuele alla fine resta sconcertato:

perché era convinto che Dio

avesse scelto proprio uno di quella famiglia

per essere il nuovo re.

In realtà c’è ancora un figlio,

ma era in campagna a custodire

e pascolare il bestiame…

E’ ancora un ragazzo,

non conta praticamente nulla in casa,

per questo non si erano neppure presi la briga

di renderlo partecipe.

Lo mandano a chiamare

e Samuele avverte immediatamente

che è lui il prescelto da Dio.

Si chiama Davide.

Samuele lo unge re in segreto.

Raccomanda di non dire nulla al alcuno,

fintanto che regnava Saul;

che se avesse saputo la cosa,

avrebbe fatto ammazzare tutti.

– Qual è l’insegnamento di questa lettura?

“L’uomo guarda l’apparenza,

Dio guarda il cuore”

Le preferenze di Dio

sono rivolte a chi non ha valore,

al debole, al piccolo, alla persona in disparte.

Così tra tutti i grandi popoli del tempo:

Egiziani, Babilonesi, Macedoni, Persiani, ecc…

Dio sceglierà Israele,

un piccolo popolo di pastori e contadini.

Così sceglierà Maria Vergine,

la più insignificante tra tutte le ragazze

d’Israele, “Ha guardato la pochezza della sua serva”

Gesù sceglierà i pastori, i pescatori, i poveri

e un cieco mendicante

per fargli vedere la luce del sole e della verità.

       Con quali criteri noi scegliamo

       i nostri amici

       e le persone a cui dare un incarico?

       VANGELO

Riflessioni:

       1° quel cieco nato,

       siamo noi;

       2° Noi, crediamo di vedere,

       di capire, di sapere…

       in realtà non siamo in grado di vedere

       la vera luce, il nostro vero bene;

       3° Gesù è la Luce

       Gesù è l’acqua che purifica e lava le nostre   impurità;

       4° l’incontro con Gesù, luce e acqua,

       trasfigurano il cieco, in un uomo nuovo,

       irriconoscibile.

       5° possiamo avere luce tutto intorno,

       incontrare perfino Gesù

       (come i farisei e i dottori della legge)

       e non lasciarsi coinvolgere,

       rimanere impermeabili alla luce e alla verità;

       6° il cammino di fede

       che Gesù riesce a far fare a questo cieco

       in poche ore,

       è il cammino di fede

       che siamo chiamati a fare noi

       in questa Quaresima:

       da           “quel tale”

       a            “quell’uomo”

       poi          “profeta”,

                     “uomo di Dio”

       infine      “Signore”

       e            “Credo che tu sia il Messia”

       7° Il cieco che ora vede la verità di Gesù

       e ha ricuperato la fede,

       ora si sente:

                     libero,

                     coraggioso,

                     sincero,

                     vivace e allegro,

                     sicuro.

Conclusione

A che punto siamo del nostro cammino di fede?

Gesù per noi è        un uomo,

                            un saggio

                            un profeta

                            il Signore-Dio ?

Il cieco nato  

Vangelo di Giovanni 9, 1-41

Alcune riflessioni:

Il cieco di cui parla il Vangelo

in questa 4 domenica di Quaresima

non ha un nome, perché?

Perché ha il mio nome…. Sono io !

Ciascuno di noi è invitato a fare un cammino

alla scoperta di quest’Uomo Gesù,

come il cammino fatto dal cieco.

Accetta quello che Gesù gli fa,

va dove dice di andare,

si lava perché gli ha detto di lavarsi…

ricupera la vista

e allora capisce che chi gli ha dato la luce

non può essere un uomo come gli altri,

deve avere un rapporto diretto con Dio.

E’ talmente convinto ed entusiasta

di questa scoperta, come della vista…

che la luce degli occhi

diventa luce della mente e del cuore:

“La verità a cui è arrivato lo fa libero”.

Non ha soggezione di alcuno, neppure

dei severi giudici del Sinedrio…

anzi arriva a controbattere e a sfotterli

mettendoli tutti in sacco.

Lui ha capito chi è Gesù:

è la luce della sua vita, la sua salvezza.

Si inginocchia davanti a Lui,

dicendo: “Credo Signore”

E’ quanto siamo invitati a fare pure noi.

2° Chi è Gesù per me?

Uno dei tanti che sta passando sulla mia strada ?

E’ solo un Uomo straordinario, un saggio d’altri tempi;

e di cui posso dimostrare l’esistenza storica

con una infinità di documenti

molto più consistenti per quantità e vicinanza all’originale

di tanti altri personaggi della storia, di cui nessuno dubita,

o e anche il mio Dio?

Se Gesù sia anche Dio non posso dimostrarlo;

posso crederlo solo con fede…

Perché l’ha detto Lui di essere Dio

e lo ha dimostrato.

3° Gesù compie alcuni gesti strani sul cieco.

Perché non lo guarisce direttamente?

Perché sputare per terra

(che poi non è neppure bello

e Gesù doveva pure sapere che

non era proprio neppure igienico…)

e spalmare col fango gli occhi?

Non è sporcando con il fango gli occhi

che si possa vedere meglio… anzi…

4° Gesù si presenta:

“Io sono la luce del mondo”

Epperò !…

Non è un pochino esagerata

questa affermazione?

Ma chi crede di essere sto Gesù?

5° Il cieco, dietro l’invito di Gesù,

si lascia sporcare la faccia col fango

e va a lavarsi nell’acqua della piscina,

e poi difende davanti a tutti l’Uomo

che gli aveva dato la luce degli occhi e la vita.

6° Gesù e il cieco che nel frattempo

aveva ricuperato la vista,

“perde di vista” Gesù;

è sabato, giorno di festa,

tanta gente,

siamo a Gerusalemme, la capitale;

Gesù non lo ha comunque perso di vista;

lo rintraccia quando l’ex cieco viene cacciato via

per aver difeso Gesù e il suo gesto di sabato.

7° Quel gesto di Gesù che usa del fango

per dare la vista, la luce, la salvezza

è il medesimo gesto di Dio Creatore:

in principio dice la Genesi

Dio “prende del fango”

(immagine simbolica)

per formare l’universo, le creature

e in particolare l’uomo.

Dio crea la luce

e da quel momento tutto appare bello e buono.

La luce è la vita dell’universo.

Gesù usa del fango come aveva agito Dio Padre,

perché quel cieco, (ogni persona è un universo)

è come se risorgesse a nuova vita;

per lui poter vedere,

era rinascere nuovamente,

“venire alla luce”.

Questa è la sua salvezza:

aver incontrato Gesù.

8° Noi stiamo celebrando in astinenza liturgica

la Quaresima e probabilmente anche la Pasqua.

Siamo invitati a fare “digiuno eucaristico

e rivivere i momenti della vita di Gesù,

in questo contesto:

di paura e di silenzio in casa, quasi nascosti,

senza alcun momento comunitario.

Forse abbiamo bisogno di luce.

Forse anche per noi Gesù vuole essere luce

perché vediamo ciò che in tanto tempo

non abbiamo ancora visto bene.

Noi continuiamo a celebrare Messe,

riti, funzioni sacre e Sacramenti, recitare pregare,

dire Rosari e fare adorazioni al Santissimo…

“Ma è forse questo il digiuno gradito a Dio”

si chiedeva Isaia (cap. 58)

Eppure non poteva non essere gradito a Dio

ciò che Lui stesso sembrava aver chiesto a Mosè

e ai profeti!

Ma era diventato un “digiuno” fine a se stesso;

non portava più a nulla,

non cambiava la persona dentro,

non la portava verso il fratello in difficoltà.

Gesù stesso, di fronte alla Istituzione religiosa

del suo tempo, sacerdoti, culto, sacrifici, Tempio…

non ha tentato di cambiarli, di rinnovarli…

Ha lasciato tutto da parte,

non ha tentato di modificare la vecchia struttura

e neppure riorganizzare il sacerdozio, né i riti sacri…

Ha istituito un culto e una comunità,

ha dato una preghiera e alcune indicazioni

totalmente opposte a quelle suggerite

dall’Istituzione religiosa e dai sacerdoti del Tempio.

Gesù aveva capito che era indeformabile

e impermeabile allo Spirito di Dio.

9° Questo tempo di silenzio

con la sospensione di ogni celebrazione religiosa,

dovuti a un stramaledetto virus

non potrebbe essere un segno dei tempi ?

Il Covid-19 è certamente conseguenza

di un nostro bisogno di potere,

di superficialità e mancanza di etica

nella ricerca scientifica,

è dovuto all’inquinamento delle fonti di energia,

di una Terra e di una natura violentate;

è frutto anche di ignoranza umana ed egoismo…

Ma sappiamo che Dio sa scrivere dritto

anche su righe storte…

riesce a capovolgere i malanni che noi combiniamo

per ricavarne qualcosa di buono per noi

e indicarci il nostro vero bene,

anche se noi combiniamo prevalentemente guai.

Abbiamo da capire per esempio:

– che non è la Messa fondamentale nella nostra fede,

– che la carità, il perdono, la preghiera, la fede

vengono “prima” (non in senso cronologico) della Messa,

– che possiamo celebrare Messe a nastro

senza mai formare comunità;

tutti vicini gomito a gomito… ma tutti individualisti.

– che dovremmo rivedere una pastorale

e fare alcuni passaggi… per poter fare Pasqua

veramente;  (che non è solo una data del calendario).

passaggi:

– da celebrare tanti Sacramenti (Messe, confessioni, ecc…)

a più spazio alla Parola di Dio e alla catechesi;

– da tante Messe

a più Messa;

– da parrocchia con tante attività e iniziative

a più comunità;

– da una pastorale farraginosa (Messe, processioni, novene, gite, sagre…)

a una più essenziale, unitaria, semplice, immediata;

– da una pastorale trionfalistica, di facciata, esteriore

a una che lavora in profondità, più umile, educativa.

– da una morale della legge, del peccato e della paura

a una morale della coscienza, positiva, evangelica;

– da una tendenza a conservare il passato

al coraggio di rinnovarsi continuamente;

– da una religiosità devozionale, popolare, povera di contenuti

a una più teologica, più biblica, cristologica, storica;

– da una catechesi sui bambini

a una per gli adulti e con le famiglie;

– da un prete  “clericale”

a un prete che sia uomo e vicino alla sua gente;

– da una predicazione che rimane teorica

a una più concreta, esistenziale, che graffia,,,

– da un laico che nella Chiesa obbedisce ed esegue

a uno che si sente persona e protagonista;

– da una morale quasi monastica (es. sessualità, preghiera…)

a una morale laica differenziata, pensata da laici per i laici;

– da una spiritualità di preghiere

a una di preghiera

– da una vita cristiana preoccupata di non fare peccati

a una rivolta a fare il bene;

– da una formazione cristiana occasionale,

a una permanente e di rinnovamento;

– da una Chiesa Istituzione di potere, ricca di strutture,

a una Chiesa di servizio;

– da una Chiesa clericale,

a una più laicale e femminile;

– da una Chiesa sessuofobica

a una più serena, e rispettosa delle coscienze,

– da una Chiesa che giudica e pone stop e divieti

a una che perdona e accoglie  (es i divorziati);

– da una Chiesa che parla di se stessa

a una che parla di Gesù Cristo.

Fonte