Premessa:
Gesù rivolge la parabola ai capi dei sacerdoti, Scribi e farisei… per convincerli che stanno sbagliando nelle scelte religiose,
perchè non portano e non indicano Dio:
per esempio, rifiutare Gesù e il suo messaggio.
La loro pratica religiosa di un unico Dio,
doveva essere una testimonianza
per tutti i popoli, si era rivelata controproducente
non solo non porta più a Dio,
ma nello stesso tempo rifiutano il Messia di Dio.
Gesù sperava, rivolgendo queste parole
ai responsabili religiosi di fare breccia
sulla loro granitica convinzione di essere nel giusto:
ma sarà Gesù stesso a soccombere alla fine.
La parabola delle nozze.
Il re che imbandisce il banchetto è Dio
le nozze del Figlio
sono simbolo del Regno di Dio
(che non è il Paradiso).
gli invitati per primi (che poi rifiutano)
sono i responsabili religiosi, scribi, farisei…
e tutto il popolo Ebreo.
I servi mandati ad invitare sono i profeti.
Profeti sono tutti coloro che nel mondo,
in ogni religione, in ogni cultura,
portano al bene, alla verità,
invitano a cambiare per la pace, per il rispetto…
Il pranzo di nozze era il segno massimo della festa, della gioia, della possibilità di mangiare tanto e bene…
Gesù né fa l’esempio e il simbolo
della salvezza:
mangiare tanto e bene, significa gioia, salute….
“Fece uccidere quelli assassini”
E’ ciò che succederà alla città e al popolo Ebreo
con la fine di Gerusalemme nell’anno 71 d.C.
Quando Matteo scrive,
la fine di Gerusalemme è già avvenuta
e questo accenno di Gesù è una sua profezia.
“Andare nei crocicchi delle strade”
significa andare nelle periferie,
fuori dai territori del popolo eletto;
tutti sono chiamati:
anche gli esclusi, gli emarginati.
quelli che pensavano di non poter far parte
del Regno.
Non c’è più un popolo eletto
ma tutti sono “eletti”, “chiamati”.
“cattivi e buoni”
Dio salva tutti: anche se non lo meritiamo;
la sua festa è per tutti gratuitamente.
“La veste da festa”,
Cosa significa?
che per far parte della festa, bisogna sapere che si fa festa, che si è chiamati per condividere con gli altri,
si è entrati in una comunità, nel Regno;
non si è più come prima.
Per far parte della festa, per inserirsi nel Regno,
non si può pensare che essere dentro (come il popolo ebreo che si crede già a posto per il fatto di essere il popolo eletto – per nascita – perché si è battezzati…)… si richiede un cambiamento di mentalità: una “metanoia” = una conversione mentale e di vita.
Vuoi far parte del Regno senza condividere
la festa con gli altri?
Senza entrare in comunità e in dialogo con gli altri?
Senza voler condividere i tuoi talenti con gli altri ?
La veste nuziale è l’incapacità di mettersi
in comunione con gli altri con gli altri.
Nessun cristiano è un’isola.
“Il Regno dei cieli” è Gesù
e quanto Gesù è venuto a iniziare
per la nostra salvezza:
la sua Parola, i Sacramenti,
quanti aderiscono al suo messaggio,
quanti praticano i valori umani
che sono pure cristiani.
“Molti (tutti) sono chiamati a entrare nel Regno,
ma non tutti scelgono di farne parte
Conclusione:
Far parte del Regno di Dio,
della comunità cristiana
deve essere una festa, un vantaggio,
una possibilità
Molti preferiscono starsene fuori.
Dio comunque chiama e salva tutti.