don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 13 Settembre 2020

1° Lettura

Il tema di questa Lettura e del Vangelo

è il perdono.

Ogni persona che si sente vittima

di qualche ingiustizia

è portata naturalmente a reagire,

ad aggredire i responsabili,

a vendicarsi.

 

Questo atteggiamento di vendetta

migliora o peggiora la situazione ?

 

La storia, come la Bibbia,

offrono varie risposte a questo interrogativo:

di solito chi reagisce

restituisce il male con gli interessi.

Es. la risposta all’attacco giapponese

alle navi americane a Pearl Harbor…

è stata la seconda guerra mondiale;

 

così ad ogni attentato palestinese in Israele,

gli Israeliani rispondono con raid aerei

o chiudono le strade ad ogni

rifornimento ai cittadini arabi,

oppure la possibilità ai musulmani

di accedere ai loro luoghi sacri…

 

A uno sgarbo

o a una mancanza di precedenza in strada,

si rincorre la moto che ci ha mancato di rispetto

e la si schiaccia sul guard-rail…

 

Già nell’A.T. (Levitico) si dice:

“Tu non ti vendicherai

e non serberai rancore verso i figli del tuo popolo,

ma amerai il prossimo tuo come te stesso.”

 

– Il Siracide rivolto al suo discepolo

raccomanda di evitare comportamenti insensati

dettati da desiderio di vendetta

o di rancore.

Questi sentimenti di vendetta

ci collocano su un piano che non è quello di Dio;

Dio è paziente, clemente,

misericordioso

e la clemenza è la condizione indispensabile

per poter pregare,

ottenere il perdono di Dio

e essere convinti che la nostra preghiera

sarà accolta.

 

Non possiamo pensare di metterci

a fare i vendicatori

con l’iuto di Dio.

VANGELO

– E’ forte la parabola di Gesù:

noi di fronte a Dio

siamo come quell’uomo che è stato perdonato

di un debito enorme,

mentre poi esigiamo

la restituzione di pochi spiccioli…

ci vendichiamo per un nonnulla

e di ogni piccolo sgarbo.

 

– Che cosa dobbiamo fare?

perdonare tre volte?

Perdonare 7 volte?

Non 7 volte… cioè sempre…

ma 70 volte 7… cioè: più che sempre.

 

Nei confronti di Dio

noi siamo debitori senza alcuna possibilità

di riuscire a restituire e metterci in pareggio.

Quindi,

conclusione:

bisogna perdonare

per essere perdonati.

Es.- basta che pensiamo alle cause civili

in attesa di un dibattito giudiziario:

9 milioni di cause…

probabilmente alcune o anche molte

si potevano lasciar perdere

anche a rischio di fare la figura del debole

o del “mona”.

         Così:

tra famiglie del medesimo palazzo

bisognerebbe avere un tribunale

dentro ad ogni condominio

 

– Come abbiamo fatto ad accumulare

tutto questo debito nei confronti di Dio ?

Per quanti peccati possiamo aver fatto…

a volte non ci sembra proprio

di avere commesso questi grandi misfatti,

mentre qualcuno ci ha danneggiato e non poco…

 

Il problema non sta sulla quantità

delle colpe che ci imputiamo gli uni gli altri,

quanto sulla distanza immane

tra il cuore di Dio e il cuore umano.

 

Un altro punto sconcertante

è costituito dalla finale:

“Così anche il Padre vostro farà a ciascuno di voi

se non perdonerete di cuore al vostro fratello”

       Non vuol dire che Dio

non ci perdonerà,

ci condannerà all’inferno se non perdoniamo,

ma la finale della parabola

forza la situazione

(voluta dalla comunità cristiana primitiva)

per dirci ciò che dobbiamo fare oggi

 

La parabola è stata descritta

a tinte ed espressioni forti

dal linguaggio culturale del tempo di Gesù,

per forzare i cristiani

a mettersi sulla linea del perdono,

perché questa è la linea di Dio.

 

 

ALTRA RIFLESSIONE

Il perdono è uno temi più ricorrenti e sentiti

del Vangelo.

Ricordiamo:    – il Padre nostro

                     – la parabola attuale

                     – la parabola del Padre misericordioso

                     – la parab. della pecora smarrita

                           – “Padre perdono loro, perché non sanno…”


Offese, ritorsioni, rancore, vendette,

mancanza di rispetto, litigi…

sono realtà comuni specie tra i giovani

al sabato sera…

E’ sempre forte il desiderio di vendetta,

dimostrare la propria forza,

il bisogno di pareggiare il conto con chi ti ha offeso

o ti ha mancato di rispetto:

tra condomini,

per la strada in auto tra automobilisti,

ragazzi  fuori dalle discoteche per uno sguardo…

Difficile perdonare

perché si teme di fare la figura del debole,

o di avere torto.

Se Gesù ha insistito ripetutamente

su questo aspetto della vita

è segno che ce n’è bisogno.

Esempi:

sono le cause civili e penali in tribunale,

in Italia oltre 9 milioni

Se Gesù ha detto di perdonare

significa che:

se riusciamo a perdonare

è meglio per noi,

è il nostro bene…

Il farlo perché l’ha detto Lui

è un “atto di fede” sulla Parola di Gesù.

 

Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova


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