don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 13 Novembre 2022

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         1° Lettura

Premesse:

         – siamo ormai al termine dell’anno liturgico

e la fine dell’anno

è simbolo della fine della vita,

di una storia,

del mondo.

         – Chi sta scrivendo è un ebreo,

con la mentalità e cultura ebraica,

propria di chi pensava di essere

“il popolo eletto di Dio”

mentre tutti gli altri popoli,

specialmente quelli che avevano creato ostacoli

e messo in difficoltà il popolo eletto,

erano “nemici” del popolo

e di conseguenza anche di Dio.

L’ebreo era convinto che Dio fosse

il Dio solo di loro,

mentre gli altri popoli:

Egiziani, Filistei, Amorrei,

Assiri, Babilonesi, Persiani, ecc…

avessero le loro divinità,

che parteggiavano per i loro beniamini.

Pertanto lo scrittore Ebreo

vede tutti i popoli non ebrei (pagani)

come “nemici” da annientare.

 

 

– Il profeta Malachia

vive nel VI sec. a.C.

e fa parte degli esiliati a Babilonia

ritornati in patria.

Al ritorno trovano la distruzione totale

dei villaggi e delle città,

le campagne in preda a sciacalli

e animali randagi,

i nemici si sono fatti forti nel frattempo

e Dio sembra non riuscire a porre

un limite, un freno alle scorrerie

di queste bande armate

 

– Il Profeta per incoraggiare il suo popolo

fa una profezia:

“Sta per venire il giorno rovente come un forno”

il Signore ha deciso di intervenire

per difendere i giusti e

colpire i malvagi,

sta per inviare un diluvio di fuoco…

e coloro che commettono ingiustizie

saranno bruciati come paglia.

 

Cosa significano queste immagini

terribili attribuite a Dio?

 

Di questi cataclismi se ne parla non solo nell’A.T. ma pure in tutta la letteratura apocalittica

anche al tempo di Gesù

e presso altre culture;

sono immagini molto colorite

e vanno lette e interpretate

alla luce della cultura del tempo.

 

– Si parla spesso di  “ira di Dio”

di “vendetta di Dio”

ma non hanno il medesimo significato

che attribuiamo noi a queste parole,

stanno a significare piuttosto

la passione del Signore per il suo popolo.

N.B. Sta sempre parlando un ebreo…

 

Anche quando si parla di “fuoco”

non ha il senso della distruzione

ma di purificazione dalla malvagità.

 

Alla luce della Pasqua di Gesù

oggi possiamo rileggere più chiaramente

questa pagina di Malachia:

         il sole di giustizia     è Gesù,

         il giorno rovente come un forno

                                    è la sua morte e risurrezione,

         il fuoco che distruggerà il male

                                            è lo Spirito di Dio

         il mondo nuovo       è il Regno di Dio.

 

Collegamento con il Vangelo

è dato dal genere letterario apocalittico

in cui vanno lette queste due pagine,

anche se scritte in tempi diversi

ma che parlano di una fine, di un termine….

         VANGELO

– Quando Luca scrive il suo Vangelo

verso l’80 d.C.

stavano succedendo ed era già storia vissuta:

la fine di Gerusalemme,

rivoluzioni politiche, catastrofi,

guerre e violenze contro i cristiani…

         Gesù aveva già previsto tutto

         e i suoi lo sapevano…

         dovevano ricordare.

         Non aveva dato indicazioni precise,

         non vuole fare il mago o l’indovino,

         quanto piuttosto preparare i suoi

         al futuro incerto che li aspetta;

         perché conosce la cattiveria umana..

         e anche i discepoli

         dovranno vivere questa realtà,

         non li sta sottraendo

         per creare per loro un mondo

         più bello altrove.

 

I cristiani comunque

non devono confondere:

i sogni con la realtà,

le chiacchiere con la sua Parola,

i falsi profeti con i veri,

il bene con il male…

 

– Il compito dei cristiani in questo tempo,

  se vogliono venirne fuori (salvarsi):

                  devono non avere paura,

 

                  evitare i guai se possono;

                  tener presente che:

                  queste cose sono sempre successe,

                           non sono un castigo di Dio,

                           i guai ce li procuriamo da soli;

                  devono dare testimonianza di fede:

                  rimanere in attesa del suo ritorno;

                  continuare a perseverare

                           nel bene e a credere,

                           anche se possono talvolta avere                               l’impressione che Dio sia assente…

 

– Ma allora quel è la differenza

tra un credente e chi non crede…

visto che viviamo le medesime realtà

anche tristi e problematiche?

 

Perché dovremmo credere

se abbiamo l’impressione che sia inutile

e la realtà quotidiana rimarrà difficile

in ogni caso?

 

         Per chi non crede

         le cose cambiano in meglio

         per il fatto di non credere ?

 

Ma quale sarebbe il vantaggio per i credenti ?

         Sapere che Qualcuno (Gesù)

         ce ne ha già parlato,

 

         sapere che non siamo dei naufraghi

         abbandonati da Dio,

 

         sapere che anche se va tutto male

         e succedono cose terribili:

         un terremoto, una violenza, una guerra,

         un aereo che si inabissa con 66 persone a bordo,

         una politica disastrosa e antiumana,

         malattie e violenze

         e la povertà sempre a fianco…

non sono castighi di Dio,

         ma segni di un Dio che sta a nostro fianco

         e tenta di cambiare in meglio le cose…

         mentre l’ignoranza e l’egoismo di pochi

         o di molti ostacolano l’intervento di Dio.

 

Es.      dov’era Dio quando…

venivano cremati milioni di Ebrei,

o quando vennero abbattute

le due torri a New York ?

         Dov’era nei giorni dei massacri

delle popolazioni dell’Ex Jugoslavia?

         Dov’è Dio nelle periferie

delle nostre violente città in preda

alla delinquenza, alla droga, alla malavita?

         Dov’era Dio quando Presidenti

e Direttori di Banche rubando

mettevano sul lastrico

migliaia di piccoli risparmiatori?

 

Ma se lo abbiamo messo fuori:

dalla nostra vita,

dalla società,

dalla famiglia,

dalla politica,

dall’economia,

dalla scuola,

dall’educazione dei figli…

         e ora ci lamentiamo, chiedendoci:

“ma dov’era Dio…?

         Dio l’abbiamo messo fuori dalla porta,

         gli abbiamo chiesto

         di starsene fuori dalla nostra vita,

         dalla nostra famiglia,

         dalle Banche…

         e oggi queste non hanno più

         alcuna morale e nessun rispetto

         per le persone che hanno ingannato…

 

Abbiamo messo Dio fuori dalla Scuola

e poi ci lamentiamo che la Scuola non educa,

che i nostri ragazzi praticano la violenza,

lo stalking,

si buttano dalle finestre degli alberghi

e sotto i treni…?

 

Come ne usciamo da queste tragedie

se non ricuperando Dio e la sua Parola;

se non reinserendo alcuni valori fondamentali

della vita umana e civile:

il rispetto, la solidarietà, la verità,
il valore di ogni vita umana…?

Fonte