1° Lettura
– Il Profeta Isaia si fa portatore
di un annuncio importante:
“verrà un giorno
in cui Dio stesso offrirà un banchetto
(rappresenta la felicità dei tempi messianici)
aperto gratuitamente a tutti i popoli
e di cui ci fornisce anche il menù:
cibi prelibati, carni saporite,
vini eccellenti e raffinati,
un banchetto allietato da musiche e danze”.
– Il banchetto sarà accompagnato da
eventi straordinari:
. Dio strapperò la coltre, la cappa
che tiene oppressi i popoli:
ignoranza, violenza, sofferenze, privazioni…
. asciugherà le lacrime dai volti,
. vincerà la morte per sempre…
. le umiliazioni subite saranno cancellate.
– Quando avverrà tutto questo?
Neppure il Profeta lo dice, perchè non lo sa…
ma è Parola di Dio:
“il Signore ha parlato”
significa che questo avverrà certamente;
possiamo stare sicuri che il Signore
ci salverà
(gli Ebrei sono in esilio a Babilonia)
perché in Lui noi abbiamo sperato.
– Il monte di cui si parla
è il monte Sion
dove è costruito il Tempio
e su questo monte affluiranno tutti i popoli,
invitati a un banchetto di nozze.
– Anche il banchetto di nozze
diventa segno della salvezza di Dio:
poter mangiare a sazietà
era il massimo
che una persona potesse desiderare.
-Queste parole strane e inverosimili di Isaia:
banchetto,
togliere la coltre dell’ignoranza e della violenza,
eliminare la morte
troveranno realizzazione
nella pagina del Vangelo
che ora ascolteremo.
VANGELO
– La parabola
è composta da due parabole messe vicine:
la prima è quella del pranzo di nozze
la seconda è quella della veste nuziale.
con una finale ad effetto
“Molti sono chiamati, pochi eletti”.
N.B. “Molti” sta per “Tutti”
“pochi” sta per “non tutti” entrano nel Regno.
Gli “eletti” non sono quelli che si salvano
ma quelli che entrano nel Regno dei cieli…
che non è il Paradiso,
ma “la realtà” che Gesù è venuto ad annunciare
e che si realizza in un primo momento
in questo mondo:
il suo Regno appunto,
di cui Gesù è Re:
senza esercito, senza confini,
senza potere,
costituito da tutte le persone di buona volontà,
che cercano di essere veri e giusti,
danno una mano, sono solidali con i più poveri,
seguono la propria famiglia,
fanno volontariato gratuitamente,
rispettano gli altri e le loro cose, ecc…
– La pagina odierna
ci presenta una festa di nozze,
in un clima di festa, di gioia,
con abbondanza di cibo,
molto divertimento,
e grande generosità da parte del Re…
La festa di nozze
costituiva il massimo ideale per ogni persona,
che aveva finalmente la possibilità di mangiare
in abbondanza e cibi scelti.
– Una stranezza della parabola:
rileviamo un Re
che da buono e generoso
sembra diventare improvvisamente
meschino, vendicativo e terribile:
fa uccidere gli invitati scortesi,
comanda di bruciare la loro città,
caccia via l’invitato senza veste da festa.
N.B.
Matteo ricorda una profezia di Gesù:
la città che viene distrutta
è Gerusalemme
(probabilmente già distrutta nel 72 d.C.
quando scrive Matteo);
alla distruzione della città
seguirà il massacro di migliaia di ebrei.
Non è un castigo di Dio,
ma la conclusione di un atteggiamento (errori)
proprio del popolo ebreo
ribelle ad ogni legge
e al dominio romano.
– Le immagini simboliche usate da Gesù:
il Re è Dio
il banchetto è la salvezza
rappresenta la felicità con Dio.
La salvezza è essere felici,
oggi e anche un domani;
salvezza è la nostra realizzazione totale, la felicità, il Paradiso.
il Figlio del Re è Gesù
il Figlio di Dio è venuto a incarnarsi;
a stare con noi,
a far festa con noi;
i servi sono i profeti
mandati da Dio per oltre mille anni
e fatti tutti morire inascoltati.
i primi invitati sono gli ebrei
i quali pensano di non aver bisogno di inviti,
loro fanno già parte di diritto
del Regno di Dio,
non occorre che facciano nulla;
non hanno bisogno neppure di Gesù.
i secondi invitati sono i pagani,
siamo noi,
tutti i non ebrei.
Siamo invitati non per i nostri meriti,
ma gratuitamente,
solo per amore di Dio.
La salvezza è per tutti.
la città è Gerusalemme;
sappiamo che nel 70 venne distrutta,
data alle fiamme
e massacrati tutti i suoi abitanti.
l’invitato senza veste
rappresenta quanti
entrano nel Regno
ma pensano
di averne diritto,
(come gli ebrei);
rappresenta ancora quanti
si comportano da egoisti,
pensano di non essere parte di una famiglia,
di una comunità;
rappresenta ancora quanti
non si impegnano per gli altri,
hanno dei talenti, ma non li mettono al servizio degli altri…..
rappresenta quanti
stanno bene,
mangiano,
si divertono da soli,
non si interessano di chi gli sta
vicino…
N.B.
Dio non è una volta buono e
una volta cattivo e crudele.
Dio rimane sempre quello che è:
buono,
paziente, misericordioso,
disponibile al perdono,
non ricorda il male da noi compiuto…
La città distrutta
e gli invitati uccisi
non sono una punizione di Dio,
ma la conseguenza della nostra cattiveria,
del nostro egoismo,
della nostra ignoranza.
Es. le guerre, la fame nel mondo,
la morte di milioni di innocenti…
lo sgozzamento di prigionieri come capretti…
non sono opera di Dio,
ma della cattiveria, dell’egoismo,
della sete di potere e di denaro,
del poco rispetto verso le persone,
Perché poi Dio non intervenga
per fulminare tutti questi omicidi…
non lo so…
anche la mia fede vacilla…
– Che significa:
“Tutti chiamati
pochi eletti”
Gesù sta parlando del Regno,
di far parte del suo Regno…
non del Paradiso,
della salvezza finale.
Non sta dicendo che alcuni vanno in Paradiso,
mentre altri vanno all’inferno…
Sta dicendo che per far parte del suo
Regno terreno
è necessario accettare l’invito,
che è gratuito per tutti,
comportandosi come avessimo la veste di nozze,
l’atteggiamento giusto
per continuare a rimanere dentro il Regno.
E’ un ammonimento didattico alle comunità cristiane
a cui è riferito il Vangelo.
Commento a cura di don Franco Scarmoncin – Diocesi di Padova