1° Lettura
– La Lettura è una eziologia
per giustificare un fatto straordinario
che il popolo non sapeva spiegarsi
razionalmente:
“Da dove vengono queste quaglie
e questa manna?”
Non sapendo dare una spiegazione scientifica
a un fatto
(es. perché si muore,
perché il dolore,
perché tante lingue nel mondo
perché la donna partorisce nel dolore,
perché il mar morto è 350 metri al del livello
del mare, ecc…
il popolo ebreo cerca in Dio la spiegazione
e la motivazione.
In realtà
i due fatti, quello della manna e delel quaglie
non sono in sé miracolosi:
sono naturali:
anche oggi si verificano:
in primavera e in autunno le quaglie
e altri uccelli migratori passano
e si fermano a riposare e a nidificare
sulla penisola del Sinai;
per cui il popolo, per giorni e giorni
hanno avuto la possibilità
di mangiare carne fresca.
Per quanto riguarda la manna
(sembra che la parola derivi dall’ebraico:
man-hu = che cos’è?)
è la secrezione di una pianta del deserto
(il tamerice della manna)
e si poteva cogliere ogni mattino
e mangiarla in giornata.
Nel cammino verso la Terra Promessa,
in pieno deserto,
avvengono questi due fatti, tra gli altri,
che dimostrano la presenza di Dio
operante in mezzo al suo popolo:
altre volte ha fatto scaturire acqua potabile
in pieno deserto,
altre volte li ha salvati dai serpenti velenosi,
altre volte compariva una nube
per proteggerli dal sole, ecc…
In questi due fatti: quaglie e manna,
che il popolo interpreta come “prodigiosi”
come tanti altri strani
e umanamente impiegabili,
il popolo vede un segno
della presenza costante di Dio.
I fatti in realtà sono “naturali”
ma diventano “”prodigiosi”
per il momento in cui si sono verificati,
per la grande quantità di carne e manna,
e per le modalità in cui si verificano:
dopo la richiesta
e la mormorazione del popolo,
e dopo la preghiera di Mosè;
– Dio pone una condizione:
“Ognuno può prendere la quantità
di carne e di manna
che servono per la famiglia
e per un solo giorno”;
se qualcuno vuole farne incetta
e accumularne per i giorni seguenti
(e sarebbe una mancanza di fede),
la quantità messa via, come scorta,
andrà a male.
N.B.
Nel “Padre nostro”
diciamo:
“dacci oggi il nostro pane quotidiano”
quel “quotidiano”
sembrerebbe una tautologia,
una ripetizione di quanto abbiamo già detto:
“dacci oggi…il pane di oggi…”
in realtà è una sottolineatura:
il pane di cui abbiamo bisogno “oggi”
è solo per oggi,
non vogliamo oggi il pane di domani
e neppure quello per dopo-domani
tanto per accumularlo e mettercelo via.
Chiediamo a Dio di darci il pane
(vestito, casa, lavoro, salute, ecc…)
di cui oggi abbiamo bisogno;
e noi confidiamo che Dio
provvederà anche domani
a darci ciò di cui avremo bisogno domani.
A differenza di noi oggi
che cerchiamo di accumulare
e avere sempre di più
togliendo il necessario a chi non ha
quasi nulla;
perché noi o la nostra società del benessere
arraffiamo tutto ciò che è disponibile
per la paura che ci manchi il pane domani
accumuliamo e accumuliamo
privando i poveri del necessario,
mentre noi abbiamo il superfluo.
VANGELO
– Un giorno
Gesù moltiplica e condivide
il pane e il pesce con migliaia di persone.
Alla sera,
Gesù saluta la folla
e mentre chiede ai suoi
di attraversare il lago di Genezareth,
Lui si ritira sul monte a pregare.
Prima dell’alba,
mentre è ancora buio,
Gesù (sceso dal simbolico monte)
camminando sull’acqua
cerca di raggiungere la barca
che aveva percorso un breve tratto di lago
per il vento contrario…
Pietro lo vede e si butta in acqua
per raggiungere Gesù prima degli altri.
Pietro voleva bene a Gesù.
Gesù raggiunge la barca
e calma la tempesta.
Al mattino inoltrato
approdano all’altra riva.
Qui,
speravano che non ci fosse nessuno
per aver modo di riposare…
invece Gesù e i discepoli si vedono circondati
da tanta gente…
Gesù allora coglie l’occasione
per un discorso piuttosto lungo
prendendo lo spunto dal pane
che avevano mangiato il giorno prima,
affermando esplicitamente
di avere un altro Pane
che mangiato anche una sola volta,
può togliere la fame per sempre:
è un Pane che dà la vita.
Gesù parla a lungo,
ma nessuno capisce che cosa intende
quando afferma che il Pane è la sua Carne
e il suo Sangue è acqua che disseta.
Un anno dopo,
durante l’Ultima Cena,
Gesù prendendo il pane e offrendolo a tutti, dice:
“Questo è il mio Corpo….”
Solo allora i Discepoli collegheranno questo gesto
al discorso di Gesù sul Pane di vita
costituito dalla sua carne.
Il discorso che stiamo leggendo noi
in queste domeniche
e che i Discepoli non avevano capito.
N.B.
E’ il metodo educativo di Gesù:
dire prima,
annunciare prima ciò che avrebbe fatto in seguito;
“Ve l’ho detto fin ora,
perché sappiate che quando succederà
vi ricordiate che lo avevo già detto”:
Es. – con Nicodemo parla del Battesimo
e ancora non aveva detto: “Andate e battezzate…”
– con i Discepoli parla più volte della sua passione e morte…
– annuncia la sia Risurrezione prima,
– annuncia il Pane di vita,
– li avverte di persecuzioni e morte…
Avviso:
– Per sei domeniche di seguito
(iniziando dalla scorsa domenica
con il miracolo dei pani)
noi ascolteremo Gesù che ci parla
di Pane, carne, Sangue, corpo, ecc…
Io invece vorrei fare
non un commento alla pagina del Vangelo
di queste domeniche
quanto piuttosto una sintesi
del Sacramento dell’Eucaristia;
tenendo presente questo discorso di Gesù,
l’Ultima Cena,
la storia del Sacramento come si è evoluto,
gli errori commessi,
la pastorale eucaristica
come la stiamo vivendo
e come invece dovrebbe essere.
1° Eucaristia
è un Sacramento = mezzo di salvezza
non è il fine (per i buoni)
ma un mezzo…(per i peccatori)
2° Eucaristia è memoriale:
ricordo
presente
futuro
3° Eucaristia è Rito (Parola – Pane)
Comunione di persone
Sacerdozio
Servizio
Un tutt’uno inscindibile e indivisibile.
Nelle prossime domeniche
continuerà la riflessione sull’Eucaristia.
Da ricordare: diamo 2 euro al povero che incontriamo
oggi..