1° Lettura
Per capire la pagina di oggi
è necessario ambientarla nel contesto
sociale, politico e religioso del tempo.
Siamo verso VIII sec. a.C.
La Palestina è divisa in due parti, due Regni:
quello del Sud (la Giudea),
con capitale Gerusalemme e il Tempio
e il Regno del Nord con capitale Samaria
e il Tempio a Betel.
Il fatto che stiamo per raccontare
avviene nel Regno del Nord.
Sia il Regno del Sud che quello del Nord
stanno godendo un relativo benessere,
si vive in pace
con i popoli vicini,
la vita sociale è vivace
con industrie tessili, i commerci,
la pastorizia, l’agricoltura.
La religione è praticata e favorita
dal sovrano Geroboamo II
che stipendia addirittura i sacerdoti
e gli inservienti del piccolo Tempio di Betel
in contrapposizione
al grande Tempio di Gerusalemme.
Un giorno, in questo contesto
apparentemente positivo e sereno
arriva a Betel un tipo mai visto
in realtà lui viene dal Sud: Amos.
Amos è un vero profeta, inviato da Dio,
nessuno lo conosce;
il suo comportamento e le sue parole
cominciano presto a dare disturbo ai sacerdoti
e profeti pagati dalla corte, a uso della corte.
Predica contro il re e la sua politica
e minaccia la punizione di Dio
per aver trasgredito alle leggi dei padri.
Amos stigmatizza con forza la corte corrotta,
le cortigiane (escort del tempo)
i corrotti amministratori,
i commercianti, i proprietari terrieri,
le classi dirigenti…
che arricchiscono se stessi
e lasciano la gente alla fame;
invece di comportarsi da responsabili
del bene comune
e da buoni pastori del popolo.
I ricchi ostentano la loro ricchezza,
le loro ville, i palazzi, le grandi stalle,
i cavalli
(le auto blindate del tempo),
passando da una festa all’altra,
davanti ai poveri e affamati
senza provare mai alcuna vergogna.
Da dove viene la loro ricchezza?
– si chiede Amos –
E’ frutto di angherie, di imbrogli,
non pagano la giusta paga ai braccianti,
falsificano le bilance,
fissano a loro piacimento i prezzi,
aumentano continuamente le tasse
e i tassi bancari…
Una parola buona Amos
la riserva pure per le donne
che fanno le accompagnatrici dei potenti
e dei ricchi.
Ma almeno la pratica religiosa
sarà ben gradita a Dio,
seguita da tutto il popolo
con feste e sacrifici al Tempio!?
No!
E’ solo esteriorità e menzogna.
A Dio ripugnano queste preghiere,
i sacrifici, le feste, il culto…
Prima dei sacrifici al tempio
c’è la carità e la giustizia verso i poveri…
Il capo dei sacerdoti del Tempio
Amasia
interviene per bloccare Amos:
lo denuncia al Re
e poi lo affronta in piazza
davanti a tutto il popolo:
gli ordina di andarsene,
che non è gradito a Betel:
è un disfattista, troppo negativo,
sempre pessimista,
annuncia solo castighi e disfatte;
è pericoloso per il morale del popolo.
(La pagina che abbiamo letto
si inserisce in questo momento)
– Amos risponde senza paura ad Amasia:
“Guarda che io non sono venuto qui
di mia spontanea volontà.
Io facevo il pastore
e stavo tranquillo a casa mia,
il mio lavoro mi dava da vivere con dignità
quindi non sono qui per portarti via
il posto
o la tua paga mensile che il re ti versa…
io sono qui perché Dio mi ha ordinato:
“Va profetizza al mio popolo…”
Se ora io vengo a dirvi cose spiacevoli
è perché Dio mi ha mandato a voi;
non fa piacere neppure a me dirvi
quanto vi sto dicendo…
e dovete rivedere
il vostro comportamento verso i poveri…
E visto che Amasia insisteva
nella sua condanna
e nel volerlo cacciare,
Amos aggiunge:
“Allora, visto che insisti e mi vuoi cacciare via
perché annuncio solo danni a questa città;
tieni ben presente che:
sia tu che il re morirete di spada,
Samaria (la capitale) sarà distrutta
e Israele (il popolo) sarà condotto in esilio
a Ninive (Mesopotamia)
lontano dal questa terra”
Infatti
pochi anni dopo (721°.C.)
Samaria cadrà sotto i colpi dell’esercito Assiro
e gli abitanti del Regno saranno deportati
nella terra di Mesopotamia.
N.B.
Con la caduta del Regno del Nord,
entrano in quelle zone lasciate deserte
le popolazioni pagane limitrofe;
dando origine a una nuova popolazione,
i Samaritani,
che erano un misto di ebraismo e paganesimo.
Al tempo di Gesù
i Samaritani erano visti con diffidenza
dagli ebrei puro sangue del Sud,
perché appunto 700 anni prima
gli ebrei rimasti dopo la deportazione assira
si erano contaminati con matrimoni,
assumendo gli usi e i costumi pagani.
E’ in questo contesto
e in questo tempo
che nasce la rivalità tra ebrei e samaritani,
di cui sentiamo spesso accennare nel Vangelo.
VANGELO
– Nella 1 Lettura
abbiamo due personaggi:
Amasia, Sacerdote stipendiato dal re,
e quindi è ricco,
ma non libero di dire la verità,
anzi costretto, se vuole mangiare,
e a chiudere un occhio o anche tutti e due,
sulla malefatte del re e dei potenti…
Amos è il profeta di Dio
è povero ed è una persona vera;
non ha senso per lui
forzare o tacere la verità
per far piacere a qualcuno
e non ha interessi personali da difendere.
La pagina del Vangelo di oggi
si pone sul piano
della povertà e della libertà
1°
la povertà di chi annuncia la Parola di Dio
è condizione essenziale
per la libertà
e la credibilità.
Es. la Chiesa, il Vaticano,
tutte le chiese del mondo non sono povere…
Noi siamo una potenza:
di mezzi, strutture, persone, denaro, stampa,
cultura, tradizioni, storia, concordati…
2°
Il dovere dell’annuncio
non è dei missionari o dei preti,
ma di tutta la comunità.
Es. è la famiglia che educa alla vita,
all’amore, al perdono, al dialogo, al rispetto,
E’ la comunità che deve essere sale e lievito e testimoniante il servizio e la carità nell’ambiente sociale, nel lavoro, nella politica, nella scuola, ecc…
3°
L’annuncio va portato con povertà di mezzi,
affinchè sia chiaro che l’efficacia
non dipende dai mezzi,
dalla bravura umana,
ma dalla forza della Parola in sè.
Es. la Chiesa ha cercato sempre accordi
con i potenti della Terra
convinta di essere più libera di annunciare il Vangelo,
o per chiedere leggi a suo favore,
ha accettato privilegi, favori e garanzie,
(magari per avere i contributi alle scuole private)
quanti rospi abbiamo dovuto mandar giù,
quanti silenzi vergognosi,
quante mani sporche abbiamo dovuto stringere…
quanti compromessi e silenzi
verso i personaggi potenti indegni e immorali
tanto da rendere vano l’annuncio e il messaggio !