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don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 1 Settembre 2024

Domenica 1 Settembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 7,1-8.14-15.21-23

1° Lettura

– La pagina è il primo dei discorsi

che costituiscono il libro del Deutero-nomio

ed è attribuito a Mosè,

ma potrebbe essere stato composto

molto più tardi

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da qualche sacerdote

che aveva a cuore la Legge di Dio

fondamentale per creare un popolo unito.

Questo discorso di Mosè

sembra essere una specie di

testamento spirituale:

alcune raccomandazioni che Mosè ormai vecchio

e in procinto di lasciare il comando a Giosuè,

trasmette al popolo

sintetizzando quanto crede sia indispensabile

e necessario da mettere in pratica.

Ricorda gli avvenimenti passati

nei quali tutti avevano potuto constatare

la presenza costante e salvifica di Dio

ed esorta tutti a rimaner fedeli

alla Legge  – la Torah –

Osservare la Legge

sarà la loro saggezza,

la loro forza e salvezza.

Mosè fa questa raccomandazione:

la Legge che lui ha scritto

in nome di Dio,

non deve essere modificata:

non si deve togliere nulla

e non si deve aggiungere altre prescrizioni.

La Legge   – Torah –   era considerata

la cosa più importante

da parte del popolo;

era simbolo e immagine della presenza di Dio;

doveva essere custodita

in modo particolare

con attenzioni speciali in ogni sinagoga,

e da ogni rabbino e sacerdote.

Nessuno possedeva un rotolo della Legge a casa;

l’unico documento era custodito nella sinagoga.

– La Legge era scritta in un rotolo

di pergamena

o di papiro;

e il rotolo veniva circondato

da attenzioni speciali:

aveva una sua custodia,

veniva riposto in una specie di tabernacolo,

o in una cassa di legno pregiato;

al sabato il Rabbino prendeva il rotolo,

lo mostrava all’assemblea

prima della lettura;

poi leggeva un tratto del testo scritto

in lingua originale, l’ebraico,

e leggeva pure le note a margine

scritte dai rabbini famosi del passato.

In caso di calamità in cui il libro avesse subito

dei gravi danni

e non fosse stato più possibile ripararlo

e usarlo per le assemblee,

il “volumen” veniva posto in un vaso di argilla

e inumato per terra,

come si fa con il corpo di una persona cara.

Ogni ebreo conosceva praticamente a memoria

tutti i libri della Legge (la Torah)

e li recitavano nelle assemblee del sabato.

I Salmi invece venivano accompagnati

dal suono di strumenti

e ballati da tutta l’assemblea.

Da ricordare oggi:

          “Osservate la Legge

         e mettetela in pratica

         perché questa sarà la vostra saggezza”

         VANGELO

La pagina del vangelo di oggi

è un riferimento alle purificazioni:

         – chi è puro

         – chi è impuro ?

         – Chi può pregare e offrire un sacrificio a Dio,

         – chi non può considerarsi degno ?

– Per gli ebrei

ogni contatto con i pagani

o con cose toccate dai pagani,

come toccare un ammalato o un lebbroso,

rendeva impuro

e bisognava sottoporsi a delle purificazioni.

– In che cosa consistevano le “purificazioni”:

in alcuni rituali e gesti che si credeva

“pulissero la persona”,

“purificassero chi si era macchiato”…

es.    lavare ciò che si comprava,

         lavarsi le mani se si era toccato

         qualcosa proveniente da un pagano

         o dal mercato,

         lavarsi le mani e l’avambraccio

         prima di entrare nella sinagoga o nel Tempio,

         come prima di mettersi a tavola,

         non mangiare i frutti della terra

         per 5 anni

         se quella terra era stata di un pagano.

Anche oggi i musulmani si lavano

le mani e gli avambracci prima di entrare

in moschea.

Gesù era di diverso parere.

Perché Gesù interviene

e mette in discussione

la bontà di queste purificazioni ?

         1° perché i rabbini facevano passare per

“Legge di Dio”

ciò che era solamente tradizione umana;

assolutizzando le pratiche rituali.

I riti tradizionali non sono degli “assoluti”,

si possono praticare e anche no!

Non è un po’ d’acqua che può purificare

un cuore malvagio o egoista…

         2° perché avevano ridotto la religione

a osservanza di un codice giuridico o

rituale.

         3° perché discriminavano

secondo certi criteri di razza o di religione

gli uomini tra puri e impuri,

fra giusti e peccatori…

i primi destinati alla salvezza

i secondi alla perdizione.

         4° perché attribuivano all’osservanza

di quelle pratiche: la loro salvezza

mentre a salvare è solo Dio – dice Gesù –

Conclusione:

         1° non porre sullo stesso piano:

         la legge di Dio

         con la tradizione degli uomini.

Es.     non mangiare carne al venerdì,

         non è un comando del Signore…

         2° ciò che discrimina una azione buona

         da una cattiva

         non è l’osservanza di una legge

         o di una tradizione

         ma il fatto che sia a favore

         o contro la persona.

         Solo chi è in pace

         e non fa del male al fratello

         è puro

         e può accostarsi a Dio.

Da ricordare:

         Dal cuore escono le cose buone

         come quelle cattive.

Fonte

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