Commento al Vangelo di don Franco Mastrolonardo, responsabile del progetto preg.audio.
Trascrizione automatica (non rivista) generata da Youtube e “corretta” tramite IA.
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesรน: “Beato chi prenderร cibo nel regno di Dio”.
Gli rispose: “Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena mandรฒ il suo servo a dire agli invitati: ‘Venite, รจ pronto’. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi.
Il primo gli disse: ‘Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi’.
Un altro disse: ‘Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi’.
Un altro disse: ‘Mi sono appena sposato e perciรฒ non posso venire’.
Al suo ritorno, il servo riferรฌ tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della cittร , e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, รจ stato fatto come hai ordinato, ma c’รจ ancora posto”.
Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade, lungo le siepi, e costringi ad entrare, perchรฉ la mia casa si riempia. Perchรฉ io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterร la mia cena”.
A Dio non garba l’ingratitudine, fatica a contemplarla, e come preso da un moto di ira quando si presenta alla sua porta. Almeno dal Vangelo cogliamo un po’ questo, senza poi tirare in ballo il brano parallelo di Matteo, quando, di fronte alla restituzione al mittente dell’invito a nozze, il re si indignรฒ al punto di mandare le sue truppe: li fece uccidere, diede alle fiamme la loro cittร . Qui diventa addirittura vendicativo e spietato.
Eppure Dio dovrebbe conoscere il cuore dell’uomo; sa che รจ intasato da metastasi di ingratitudine. Sa che ogni figlio รจ ingrato verso i padri, ed รจ un destino comune fra gli uomini. Proprio a motivo di ciรฒ si รจ creato il detto: “Non fare il bene se non sai sopportare l’ingratitudine”, perchรฉ se ci aspettassimo necessariamente la gratitudine, nessuno piรน farebbe il bene.
Ma forse che Dio non sa tutte queste cose? Perchรฉ allora nella parabola il re รจ cosรฌ sdegnato e adirato?
Dobbiamo dire anzitutto che questa parabola tratta degli ultimi tempi: il re รจ Dio, il banchetto รจ il Paradiso e gli invitati sono gli uomini. Diciamo che l’invito qui diventa decisivo e l’ingratitudine, purtroppo, assume proporzioni infinite e drammatiche. Il non presentarsi alla festa รจ praticamente un suicidio eterno.
Di questo soffre Dio. Dio ha pensato la storia in vista di quel giorno, di quell’ultimo giorno, del giorno senza tramonto. Dio ha dispiegato l’universo sui binari dello spazio e del tempo per portare l’umanitร definitivamente con sรฉ. La storia รจ un lungo tappeto disteso verso la stanza del re, verso quel banchetto a cui tutti noi siamo invitati.
Quanta stoltezza, quindi, nella nostra ingratitudine, una vera volontร di autodistruzione che sgomenta il nostro stesso Creatore. I ricchi dal cuore ingrato allora vengono sostituiti dai poveri, ricchi di gratitudine.
Vi lascio con questo finale di una vecchia canzone del Gen Rosso:
“Voi che dalla vita non avete avuto niente, siete soli, venite alla festa.
Voi che avete fame di giustizia e soffrite nel silenzio, venite alla festa.
Tutti voi che siete umiliati e disprezzati dalla gente, venite alla festa.
Venite alla festa.
Venite alla festa”.
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