Gesù parla di una pesca con la rete a strascico che raccoglie tutto quello che incontra. È una tipologia di rete ampia e lunga che viene stesa tra due barche e che, quando viete tirata, raccoglie pesci, alghe e qualunque oggetto che si trova a galleggiare in acqua.
«Il Signore trovò i suoi primi discepoli tra barche e reti e, molte volte, paragonava il lavoro d’anime con la fatica della pesca – ricordava san Josemaría –. Ricordi quella pesca miracolosa, quano le reti si strappavano? (…) A questa pesca miracolosa, aperta a tutte le anime, possiamo applicare quel testo di san Matteo che parla di “una rete a strascico gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci”, di ogni misura e qualità, perché le sue maglie sono capaci di contenere tutto ciò che galleggia nelle acque del mare»[1].
Veramente Dio vuole che tutti, di ogni cultura, razza e condizione, senza escludere nessuno dalla chiamata alla sua amicizia, godano della felicità eterna nel suo Regno. Anche se non tutti accoglieranno la sua chiamata. Tutti vengono raggiunti dalla volontà salvifica di Dio, che ognuno può liberamente accogliere o rifiutare. Come i pescatori, sulla riva del mare, tra le cose raccolte dalla rete, separano ciò che è buono da ciò che è cattivo, così accadrà alla fine dei tempi: il Signore giudicherà e separerà il buono dal cattivo. Alcuni si salveranno e altri verranno condannati, secondo le opere di ciascuno.
«Cristo giudicherà con il potere che ha acquisito come Redentore del mondo, venuto a salvare gli uomini. – Così, insegna il Catechismo – I segreti dei cuori saranno svelati, come pure la condotta di ciascuno verso Dio e verso il prossimo. Ogni uomo sarà colmato di vita o dannato per l’eternità a seconda delle sue opere»[2].
Gesù parla, in maniera chiara ed amabile, di questioni molto serie. Si tratta di accogliere e ricevere la felicità eterna che è venuto a portarci, ma, anche, la possibilità di rifiutarla e finire all’inferno, nel fuoco dove c’è pianto e stridore di denti.
Francisco Varo
[1] San Josemaría, In dialogo con il Signore, “Con la docilità dell’asino”, n. 3.
[2] Catechismo della Chiesa Cattolica, Compendio, n. 135.
Fonte: Opus Dei