don Francesco Pesce โ€“ Commento al Vangelo di domenica 28 Giugno 2020

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โ€œNon รจ degno di me!โ€ รˆ una parola grave ma รจ una parola vera. I nostri affetti piรน intimi e importanti se non si aprono ad una grande universalitร , fino al mondo intero, se non sono vissuti in Dio, si sclerotizzano, perdono feconditร , e addirittura la casa puรฒ trasformarsi in una prigione.

Anche per questo Gesรน invita a prendere la sua croce, che non significa amare il dolore, ma fare una scelta per una vita piรน grande. Vivere i nostri giorni senza difese nรฉ maschere, con i nostri amori e i nostri dolori, tutto condividendo, nella coscienza che nessuno รจ degno, ma tutti siamo stati resi degni dalla croce di Cristo. Aprire la nostra famiglia, la nostra casa, i nostri confini, la nostra Chiesa ad una fraternitร  universale per la quale Gesรน ha donato la vita. Come possiamo realizzare questa fraternitร ?

Cโ€™รจ una luce al numero 19 della enciclica Laudato siโ€™, dove il Papa ci invita a compiere un passo che io definirei decisivo, necessario, per comprendere veramente la realtร . Quale รจ questo passo?: ยซLโ€™obiettivo รจ [โ€ฆ] di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondoยป.

Prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale รจ una espressione commovente e straordinaria; รจ una vocazione, la nostra; รจ servire lโ€™uomo concretamente, รจ costruire la fraternitร  entrandovi dentro, รจ per noi cristiani partecipare al Mistero Pasquale.

In questo orizzonte non รจ bene fare una distinzione netta tra colui che accoglie e chi รจ accolto. Ogni persona che incontriamo puรฒ essere una opportunitร  di un dono reciproco, per accogliere Gesรน e in Lui, il Padre stesso.

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Ogni incontro, ogni persona, porta con sรฉ un dono particolare: accogliere, riconoscere, dare spazio al profeta come profeta e al giusto come giusto, significa non soltanto crescere nel nostro cammino di vita, mettendosi alla loro scuola, ma partecipare agli stessi doni. La ricompensa del profeta o quella del giusto รจ far parte dello stesso dono, vorrei dire gustare lโ€™abbondanza dei doni di Dio nelle relazioni tra di noi e con tutta la Creazione.

Con stupore vediamo nel vangelo anche quelli che sembrano non avere nessun dono da scambiare: sono i โ€œpiccoliโ€, cioรจ i bambini, i poveri, gli ultimi, le persone che potrebbero darci solo il loro dolore e la loro miseria, uomini e donne che secondo la โ€œleggeโ€ non hanno nรฉ diritti nรฉ dignitร . Sappiamo che il vangelo รจ pieno di questi piccoli. Oggi dobbiamo aprire gli occhi per tornare a vedere che questi piccoli sono in mezzo a noi, bussano agli avanzi dei nostri festini, e sono uno straordinario dono del Signore. Penso in particolare al fenomeno migratorio che non รจ affatto un esodo biblico; รจ invece una epifania, una manifestazione del Signore che ci sta parlando attraverso questi piccoli. Per ascoltarlo serve soltanto un bicchiere di acqua fresca.

Fonte โ€“ lโ€™Osservatore Romano

Fonte immagine: il Sismografo