โNon รจ degno di me!โ ร una parola grave ma รจ una parola vera. I nostri affetti piรน intimi e importanti se non si aprono ad una grande universalitร , fino al mondo intero, se non sono vissuti in Dio, si sclerotizzano, perdono feconditร , e addirittura la casa puรฒ trasformarsi in una prigione.
Anche per questo Gesรน invita a prendere la sua croce, che non significa amare il dolore, ma fare una scelta per una vita piรน grande. Vivere i nostri giorni senza difese nรฉ maschere, con i nostri amori e i nostri dolori, tutto condividendo, nella coscienza che nessuno รจ degno, ma tutti siamo stati resi degni dalla croce di Cristo. Aprire la nostra famiglia, la nostra casa, i nostri confini, la nostra Chiesa ad una fraternitร universale per la quale Gesรน ha donato la vita. Come possiamo realizzare questa fraternitร ?
Cโรจ una luce al numero 19 della enciclica Laudato siโ, dove il Papa ci invita a compiere un passo che io definirei decisivo, necessario, per comprendere veramente la realtร . Quale รจ questo passo?: ยซLโobiettivo รจ [โฆ] di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondoยป.
Prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale รจ una espressione commovente e straordinaria; รจ una vocazione, la nostra; รจ servire lโuomo concretamente, รจ costruire la fraternitร entrandovi dentro, รจ per noi cristiani partecipare al Mistero Pasquale.
In questo orizzonte non รจ bene fare una distinzione netta tra colui che accoglie e chi รจ accolto. Ogni persona che incontriamo puรฒ essere una opportunitร di un dono reciproco, per accogliere Gesรน e in Lui, il Padre stesso.
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Ogni incontro, ogni persona, porta con sรฉ un dono particolare: accogliere, riconoscere, dare spazio al profeta come profeta e al giusto come giusto, significa non soltanto crescere nel nostro cammino di vita, mettendosi alla loro scuola, ma partecipare agli stessi doni. La ricompensa del profeta o quella del giusto รจ far parte dello stesso dono, vorrei dire gustare lโabbondanza dei doni di Dio nelle relazioni tra di noi e con tutta la Creazione.
Con stupore vediamo nel vangelo anche quelli che sembrano non avere nessun dono da scambiare: sono i โpiccoliโ, cioรจ i bambini, i poveri, gli ultimi, le persone che potrebbero darci solo il loro dolore e la loro miseria, uomini e donne che secondo la โleggeโ non hanno nรฉ diritti nรฉ dignitร . Sappiamo che il vangelo รจ pieno di questi piccoli. Oggi dobbiamo aprire gli occhi per tornare a vedere che questi piccoli sono in mezzo a noi, bussano agli avanzi dei nostri festini, e sono uno straordinario dono del Signore. Penso in particolare al fenomeno migratorio che non รจ affatto un esodo biblico; รจ invece una epifania, una manifestazione del Signore che ci sta parlando attraverso questi piccoli. Per ascoltarlo serve soltanto un bicchiere di acqua fresca.
Fonte โ lโOsservatore Romano
Fonte immagine: il Sismografo