È bello per noi essere qui
«Signore, è bello per noi essere qui!», esclama Pietro, estasiato dalla scena che ha davanti agli occhi. Gesù è rivestito di una luce che non esiste in questo mondo (cfr. Mc 9,3) e accanto a Lui ci sono i due uomini più importanti per un Israelita: MOSÈ ed ELIA. Insieme simboleggiano tutta la Bibbia ebraica: la legge e i profeti. Ricordiamo che l’ascolto della Parola della Scrittura è il cuore della spiritualità ebraica.
Pietro vorrebbe fermare quel momento: «Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Certamente avrà pensato a Sukkot, la festa delle Capanne, che durava ben sette giorni! Ma lo “spettacolo” dura poco, anzi il testo dice che Pietro «stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. ASCOLTATELO”».
Ecco la sorpresa più grande: «Ascoltate Lui!» dice quella voce. Per chi, come i tre apostoli, conosceva la Scrittura, era evidente il significato della «nube luminosa». La nube che copriva la tenda del convegno o il monte Sinai è il simbolo della Presenza gloriosa di Dio. Il Padre, il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, dice agli Apostoli e a noi: «Ascoltate Lui! Ascoltate Gesù!», che vuol dire «Fate quello che Lui vi dirà!» (cf. Gv 2,5). Il tempo della legge e degli antichi profeti è passato, perché si è reso visibile «il Verbo della vita» (1Gv 1,1).
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Alla fine «alzando gli occhi non videro nessuno, se non GESÙ SOLO». Chi ha Gesù ha tutto. «Cristo è tutto per noi!», esclamava Sant’Ambrogio. Lui è l’unico Maestro, l’unico Salvatore. Lui è la nostra vita. Come non unirci a Pietro, specialmente quando partecipiamo alla Santa Messa e Gesù si manifesta nei segni sacramentali, ed esclamare: «Signore, è bello per noi essere qui!».