don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo di domenica 27 Novembre 2022

Vegliare vuol dire amare 

«Vegliate dunque!». È l’appello che Gesù ci rivolge in questa prima domenica di Avvento. Ma cosa vuol dire “VEGLIARE”? 

Non vuol dire soltanto “stare svegli”. Veglia chi sta sveglio mentre gli altri dormono. 

Veglia, ad esempio, UNA MAMMA in attesa del figlio adolescente che alle tre di notte non è ancora rincasato. Perché veglia? Perché ama! Perché vuol bene a suo figlio e ha paura che possa accadergli qualcosa.

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Veglia LA SENTINELLA in attesa dell’aurora, come recita il Salmo 130: «L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora» (130,6). 

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Veglia quella BAMBINA che si alza alle cinque di mattina nel giorno della sua Prima Comunione (fatto reale), perché sa che riceverà per la prima volta Gesù nella Santissima Eucaristia. L’emozione è talmente grande che non riesce più a chiudere occhio!

Vegliare vuol dire avere un cuore intensamente rivolto verso qualcuno o qualcosa. 

Il cristiano dovrebbe avere un cuore che veglia costantemente perché attende la venuta del Gesù. Sa che egli verrà e non vorrebbe mai fare la fine delle “vergini stolte” che non sono pronte quando arriva lo Sposo (cfr. Mt 25,1-13)! C’è una certezza: Gesù verrà! Quando? …alla fine della vita e alla fine dei tempi. Quindi in un giorno che non conosciamo. 

C’è poi una «venuta intermedia», come la chiama San Bernardo: laddove due o tre sono riuniti nel nome del Signore (cfr. Mt 18,20). «Nella prima venuta, a Betlemme – insegnava il Dottore della Chiesa – venne nella debolezza della carne», «nell’ultima verrà nella maestà della gloria»; in quella «intermedia» viene nella «potenza dello Spirito», cioè nella Parola e nell’Eucaristia. Da cui l’esortazione: «Non dimenticare di cibarti del tuo Pane, perché il tuo cuore non diventi arido».

Posso dire di avere un cuore rivolto al Signore? Desidero incontrarlo nella sua Parola e nell’Eucaristia ogni domenica, anzi ogni giorno! Se non avverto questo desiderio, lo posso alimentare decidendo di dare più spazio in questo tempo di Avvento alla santa Messa e di viverla con maggiore intensità. L’alternativa è rassegnarsi a un cuore arido e “ASSONNATO”, come scrive Paolo: appesantito da dissipazioni, litigi e gelosie; perciò l’Apostolo esclama: «È ormai tempo di svegliarvi dal sonno!». 

Svegliamoci e vegliamo: camminiamo verso il Signore! (Cfr. Prima Lettura). Con il salmista potremo esclamare: «Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore!”» (Sal 121,1)

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