Resta con noi, perché si fa sera
«Il Signore è veramente risorto!» … ma come posso crederlo se non lo vedo con i miei occhi?”
È a questo interrogativo che risponde il bellissimo raccontoproclamato in questa terza domenica di Pasqua. Un interrogativo che richiama i dubbi di Tommaso, ma che riguarda altresì tutti i cristiani delle generazioni successive a quella degli Apostoli, che non avevano potuto essere presenti nei quaranta giorni successivi alla sua risurrezione, quando il Risorto si era manifestato con numerose apparizioni. E tra questi cristiani ci siamo anche noi.
La risposta ci viene data in forma narrativa nell’episodio che vede protagonisti due discepoli, che tornano a Emmaus, il loro villaggio, delusi e frastornati per la drammatica morte del loro Maestro. Sappiamo il nome di uno di loro, Cleopa. L’altro è anonimo, perché rappresenta ognuno di noi. Siamo, infatti, invitati a percorrere le stesse tappe di questi discepoli, per passare dall’incredulità alla vera fede, dalla tristezza alla gioia, dal disincanto all’entusiasmo.
- Pubblicità -
Prima tappa. Gesù ci cammina accanto, ma “i nostri occhi sono impediti a riconoscerlo”. Si rende presente in modo misterioso in ogni fratello e sorella che incontro ogni giorno. Il prossimo non è Gesù, ma in lui c’è qualcosa di Gesù: in una parola di luce che mi viene donata o nell’aspettativa di un gesto di attenzione. «Quello che facciamo per un nostro fratello, lo facciamo a Gesù»! (cfr. Mt 25,40). Seconda tappa. È la “terapia della Parola”, per guarire dalla cecità che ci impedisce di riconoscerlo nella nostra vita. Gesù «spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui». Ascoltando col cuore la Parola di Dio cominciamo a credere che nella nostra vita c’è un “disegno di Dio” (prima lettura), che si compie anche attraverso la sofferenza, com’è accaduto a Gesù.
Questo ci fa ardere il cuore di speranza e di amore! Terza tappa. Se davvero comincio a credere che il Signore è presente anche nei momenti più tenebrosi della mia vita, gli chiedo di entrare nella mia casa, nel mio cuore, perché “si fa buio… «Resta con noi, perché si fa sera… Egli entrò per rimanere con loro. …spezzò il pane… Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista». I discepoli fanno inversione di rotta e tornano pieni di gioia a Gerusalemme e raccontano «come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane».
Il messaggio è chiaro: “frazione del pane” è l’espressione con cui nei primi secoli veniva chiamata la Santa Messa. Gesù è risorto e io lo posso riconoscere se credo che egli è là, in chiesa, nella “sua casa”, ogni domenica. Mi attende, per farmi ardere il cuore con la sua Parola di vita ed entrare “nella mia casa”. Se sono fedele all’incontro domenicale con il Risorto, allora i miei occhi potranno riconoscerlo e servirlo anche nei fratelli che Dio mette sul mio cammino ogni giorno.
- Pubblicità -