Riconoscere Gesù
A pochi giorni dal Natale, la liturgia ci presenta una scena meravigliosa, con al centro due donne: Maria ed Elisabetta. Entrambe rappresentano un modello di ciò che dovrebbe essere in ogni generazione un cristiano, un battezzato. Si potrebbe riassumere con due espressioni: portare Gesù agli altri e accogliere Gesù nel proprio cuore.
Maria porta il bambino Gesù nel grembo perché aveva detto un “sì” pieno e incondizionato all’angelo Gabriele. L’aveva concepito “nel cuore con la fede, prima ancora che nel grembo”, come ha scritto sant’Agostino. Ella è quindi modello del cristiano che dicendo il suo “sì” gioioso a Dio in ogni avvenimento della propria vita, nella buona e nella cattiva sorte, permette allo Spirito Santo di generare spiritualmente Gesù nel proprio cuore.
Elisabetta sente che il piccolo Giovanni esulta di gioia nel suo grembo, perché avverte la presenza invisibile ma reale del Salvatore (si noti che il vangelo parla di un “bambino” nel grembo, non di un feto senza una dignità umana, come afferma oggi una certa “cultura della morte”: questo bambino avverte la presenza di Gesù che era stato concepito da pochissimo tempo!). Ella è quindi modello del cristiano che riconosce la Presenza misteriosa di Gesù in ogni persona che Dio mette sul proprio cammino.
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Potremo riconoscere la presenza di Gesù nel marito, nella moglie, nei figli e in ogni persona che si accosta a noi se prima sapremo riconoscerlo nei “segni” che Egli stesso ha lasciato alla sua Chiesa: i Sacramenti e in primis la Santissima Eucaristia.
Chiediamo al Padre di concederci di avere degli occhi capaci di riconoscerlo, benché invisibile, nel segno del perdono che ci ricolma di pace attraverso la Confessione sacramentale e nel segno umile e discreto del Pane Eucaristico, per poterlo portare ai fratelli e sussultare di gioia nel nostro cuore.
Don Francesco
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