Gioire nel Signore
Tante possono essere le cause della gioia e, come ha insegnato in modo magistrale sant’Ignazio di Loyola, ci sono gioie e gioie…
Ci sono le gioie del mondo, che vanno per la maggiore nel nostre tempo: effervescenti, esplosive, intense, ma che poi si rivelano fatue e fallaci, svaniscono in poco tempo, come fuochi d’artificio, e lasciano il cuore vuoto e insoddisfatto.
Ci sono, poi, le gioie che vengono “dall’alto”: semplici, pure, piccole, miti, discrete… ma bellissime! Entrano nel cuore dolcemente ma poi vi rimangono a lungo, perdurano, anche quando la vita è attanagliata da mille problemi… Come case sulla roccia, che non crollano quando soffiano i venti e straripano i fiumi. Non possono crollare perché sono fondate su una Roccia indistruttibile che è l’amore di Dio, che spinge ad amare i fratelli con umiltà e gratuità.
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Il profeta Isaia, perciò, esclama (prima lettura): «Io gioisco pienamente nel Signore!». Le gioie mondane non sono mai gioie piene …per non parlare di quelle “gioie taroccate” che si sperimentano quando si trasgredisce la legge di Dio: sono in realtà, a breve o lungo termine, causa di tristezza, angoscia e depressione!
Anche la Madre di Gesù nel suo meraviglioso cantico, che prende il posto del Salmo responsoriale, esclama: «Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore!».
Gioire “nel Signore” è credere che Gesù è venuto per renderci felici: egli è venuto perché la «sua gioia sia in noi e la vostra gioia sia piena» (cfr. Gv 15,11).
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Gioire “nel Signore” è decidersi per dare spazio a Dio nelle nostre giornate e settimane, dando un primato alla preghiera, alla meditazione e alla santa Messa… È fare l’esperienza di una gioia permanente, donata, come “un bellissimo abito” di cui il Signore ci riveste (cfr. Is 61,10): l’abito del suo amore fedele e incondizionato.