Il potere dell’amore
Che cosa celebriamo nella festa dell’Ascensione?
Una vittoria di Gesù sulla forza di gravità,
per andare in qualche zona misteriosa dell’universo?
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È ovviamente una risposta ironica, ma che nondimeno corrisponde a un’idea che viene in mente quando sentiamo la parola “ascensione”.
Indubbiamente i discepoli hanno visto il Signore andare verso l’alto, ma è necessario chiedersi: quale significato ha questo evento per la nostra fede?
Gesù, l’eterno Figlio di Dio, torna al Padre da dove era venuto, ma con una meravigliosa novità: porta con sé anche la sua umanità, che è poi anche la nostra umanità! Avviene così il “sorpasso” in dignità della natura umana sulla natura degli angeli, perché con l’Ascensione un uomo – Gesù Cristo – entra per sempre nel cuore stesso di Dio.
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Nel Credo diciamo che Gesù “siede alla destra del Padre”: vuol dire che ha lo stesso “potere” di Dio Padre; ma la notizia più bella – talmente bella che a volte facciamo fatica a crederci e perciò a sperimentarla! – è che i battezzati, in quanto “membra di Cristo”, sono resi partecipi di questo stesso potere.
Di quale potere si tratta?
Ovviamente non ha nulla a che fare con i poteri mondani. È il potere di mettere in campo “l’amore più grande” (Gv 15,13), quello che non si arrende dinanzi alle forze del male e della discordia, che operano a vari livelli: «Nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno…».