La gioiosa notizia
«Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio»
Sono le prime parole del vangelo di Marco: il più antico dei quattro vangeli. Siamo talmente assuefatti alla parola “vangelo” che probabilmente ha perso il suo originario significato dirompente. Letteralmente significa “gioiosa notizia”, “lieto annunzio” in riferimento a un avvenimento grandioso, che avrebbe portato pace e benessere. Pensiamo, esempio, all’“iscrizione di Priene” in cui la nascita di Cesare Augusto viene chiamata “l’inizio dei vangeli”.
Ora, c’è una notizia più gioiosa di un Dio che ama a tal punto il mondo da inviare suo Figlio, perché si salvi attraverso di lui (cfr. Gv 3,16)? C’è un annuncio che reca maggior consolazione al cuore oppresso e sofferente di un Dio che nel Figlio Unigenito ha attraversato al sofferenza e la morte e l’ha illuminata con la sua risurrezione?
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«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –. Parlate al cuore di Gerusalemme».
Sono le parole con cui si apre il “libretto della consolazione” di Isaia, nella prima lettura di questa domenica. Parole rivolte a un popolo in esilio, triste, avvilito, che cominciava a perdere la speranza di poter ritornare nella sua terra.
Quel popolo siamo noi: sempre bisognosi di un “conforto” che non può venire soltanto dalle creature. Gesù è venuto per donarci questo conforto, ma per entrare nella nostra vita ha bisogno che gli prepariamo la strada, come ci invita a fare San GiovanniBattista.
«Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio». La preposizione “di” ha un valore “epesegetico”. Si potrebbe quindi tradurre: «Inizio della gioiosa, meravigliosa, notizia “CHE è GESù CRISTO”».
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Gesù è il “Cristo”, il consacrato da Dio, e porta tra gli uomini la vera consolazione. Egli è il “Figlio di Dio”, colui che illumina di gioia tutta la nostra vita, mostrandoci un Padre infinitamente buono e misericordioso, di cui alcuni tratti sono già anticipati dalle parole del profeta: «Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».
Mai è risuonata tra gli uomini una notizia più bella e gioiosa di questa!