don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo della domenica – 22 Maggio 2022

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«Se uno mi ama… noi verremo a lui»

Perché Dio è così discreto? perché, se vuole che crediamo in Lui, non fa qualche miracolo in più? perché Gesù non appare agli increduli in modo che si convincano della sua esistenza?  È questo il senso della domanda che l’apostolo Giuda – Taddeo, non l’Iscariota – rivolge a Gesù con le parole: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».

Gesù risponde con le parole che troviamo all’inizio del vangelo di questa domenica: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». Questo significa che Dio non si manifesta in modo eclatante al “mondo”, cioè a coloro che non sono ancora suoi discepoli, per una “questione di amore”. Che razza di amore sarebbe il nostro “amore per Dio” – infatti – se fosse la conseguenza di una manifestazione eclatante? Ci sentiremmo obbligati a sottometterci a Lui per “timore” e non per “amore”!

Dio non vuole dei “sudditi” che gli obbediscono per timore, ma dei “figli” che scelgono con gioia e in tutta libertà di amarLo, perché «Egli ci ha amati per primo» (cf. 1Gv 4,19).

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Dio può manifestarsi a una persona solo a condizione che scelga liberamente di amare Gesù, in conseguenza alla rivelazione dell’Amore gratuito e “folle” di Dio nella passione, morte e risurrezione del suo Figlio Gesù. Quando arrivo a dire, come san Paolo, che Dio in Gesù «mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20), allora dal mio cuore scaturisce un Amore puro e di gratitudine verso Dio e il prossimo: questo amore è lo Spirito Santo, il “Paraclito”, colui che, proteggendomi dai dardi infuocati del nemico, conferisce “pace” al mio cuore in ogni situazione, una pace ben diversa da quella che «dà il mondo».

Si capisce, pertanto, perché la Scrittura definisce i “cristiani” “coloro che hanno creduto all’amore che Dio ha per noi” (cf. 1Gv 4,16). E “se Dio ci ha amati così, come potremmo noi non amarci gli uni gli altri?” (cf. Gv 4,11).

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