don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo della domenica – 1 Maggio 2022

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«Tu sai che ti voglio bene!»

La vita inizia dove finisce la paura», scriveva un mistico indiano. Si può dire che per Pietro (e per gli altri apostoli) inizia una nuova vita dopo la risurrezione del Signore. Infatti, se prima della morte di Gesù il “principe degli apostoli” appare timoroso dinanzi al rischio di soffrire a causa di Cristo, dopo la risurrezione – o meglio: dopo la Pentecoste -, come attesta la prima lettura di questa domenica, si presenta come una “vera roccia”! Pur sapendo di rischiare la vita, risponde al Sommo sacerdote: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini!». Viene perciò flagellato insieme agli altri apostoli. Potremmo pensare che questo crudele supplizio abbia smorzato gli entusiasmi e affievolito il coraggio, ma non è così. Si legge infatti: «Li rimisero in libertà e se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù».

Com’è possibile? Sono davvero gli stessi apostoli che abbandonarono Gesù quando venne arrestato nel Getsemani? È davvero lo stesso Pietro “fifone” che aveva rinnegato Gesù per ben tre volte, dinanzi a una giovane portinaia, per paura di essere arrestato? Che cosa ha reso possibile questa trasformazione degli apostoli da uomini timorosi a testimoni liberi e coraggiosi, che non hanno più paura di nulla, anzi che considerano un privilegio poter soffrire per Gesù?

Il Vangelo ci aiuta a rispondere a queste domande. 

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Il Risorto, apparso sulla riva del Lago di Tiberiade, chiede per tre volte a Pietro: «Mi vuoi bene?». Questa triplice domanda è una sorta di “tortura” per l’apostolo, perché gli ricorda il triplice rinnegamento e la sua promessa a Gesù: «Darò la mia vita per te!».

Ora Gesù gli indica la strada per donare la sua vita: amarLo, cioè fidarsi di Lui, mettendo i suoi passi dietro quello del Maestro eseguirLo”.  Solo questo gli è chiesto. Solo questo è chiesto a noi suoi discepoli: perché la “vita nuova”, la vita che vince ogni paura, scaturisce dall’abbandono totale e fiducioso al Padre in Gesù. Non sono le belle intenzioni e dichiarazioni che ci fanno progredire nella vita cristiana, ma il cercare la nostra gioia perenne nel mantenere viva ogni giorno, in ogni momento, anche nelle peggiori situazioni, la relazione con Gesù, senza stancarci di dirgli: «Tu sai che ti voglio bene!»… sapendo che è Lui che ha in mano “il volante della nostra vita”.

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