BEATI I PURI DI CUORE
«Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo». Gesù rivoluziona il concetto di purezza e di impurità, presente tra gli Israeliti e, più in generale, in tutte le grandi religioni dell’antichità. Si potrebbe dire che da sempre l’uomo tende a sentirsi indegno di accostarsi al divino, perché crede che le cose materiali di questo mondo lo rendano impuro. Da qui, anche le varie credenze sull’impurità di alcuni cibi e bevande. Gesù – come annota Marco – dichiara che «tutti gli alimenti» sono puri. Ciò che è materiale non può contaminare ciò che è spirituale. L’impurità deriva, invece, dall’uso sbagliato del libero arbitrio: diveniamo impuri quando agiamo in modo contrario alla legge divina, scritta nel nostro cuore, e sulle tavole di pietra consegnate a Mosè.
Infatti, Gesù fa un elenco di peccati contrari ai comandamenti della seconda tavola del Decalogo: omicidi e malvagità – contro il V comandamento, impurità, adultèri e dissolutezza – contro il VI, furti e avidità – contro il VII, inganno e calunnia – contro l’VIII, invidia – contro il IX e il X. Aggiunge, infine, il peccato capitale che è all’origine di tutti gli altri: la superbia, associata alla stoltezza, che è il contrario della sapienza.
Queste cose rendono impuro l’uomo! Questi sono i veri nemici della nostra anima, non quello che viene dal di fuori! Il nemico è molto astuto nel farci credere che i nemici dell’anima vengano dal di fuori, ad esempio dagli uomini malvagi, dai nemici della Chiesa, con le loro trame occulte e i loro veleni. Ma Gesù è molto chiaro e ci dice: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla» (Lc 12,4).
Dobbiamo solo avere paura, anzi l’orrore, di commettere volontariamente dei peccati che ci possono separare da Dio e – che come ricorda Gesù nel passo citato – conducono alla morte eterna e alla Geenna. Di tutto il resto non dovremmo avere paura, se non vogliamo cadere nei lacci di satana, che è il principe dalla paura.
La purificazione del cuore non è qualcosa che possiamo ottenere semplicemente grazie a conoscenze dottrinali o a metodi di ascesi particolari. Va chiesta incessantemente a Dio, per mezzo di una preghiera umile e perseverante. Ne va della possibilità stessa di contemplare Dio! Non dimentichiamo, infatti, che Gesù ha detto: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio».
«Ogni dono perfetto» viene dall’alto, scrive san Giacomo (Gc 1,17) e va chiesto quindi al Padre, come ci ricorda anche la figura di Salomone, di cui parla la prima lettura, divenuto sapiente perché ha invocato questo dono con una preghiera accorata.
O Maria, Mater purissima, prega per noi perché possiamo crescere nella purezza e nella sapienza del cuore. Amen.