CUSTODIRE IL CUORE
Quanto sono stolti coloro che chiedono a Gesù di essere liberati dal demonio e poi non rimangono vigilanti nella preghiera, lasciando spalancata la porta del cuore!
l libro del profeta Gioele è caratterizzato, soprattutto negli ultimi due capitoli, da uno stile “apocalittico”. Si riferisce a un avvenimento che accadrà in un tempo non precisato, che egli chiama «il Giorno del Signore»: un giorno «grande e terribile», a cui farà seguito, per coloro che si convertiranno, un tempo di gioia e di consolazione nello Spirito Santo.
Un’invasione di cavallette che devasta i raccolti è considerata dal profeta una prefigurazione della devastazione che verrà in quel giorno «di tenebra e di oscurità» a causa del male commesso, a meno che gli uomini non si ravvedano e comincino a fare penitenza.
L’esortazione è rivolta prima di tutto ai sacerdoti: «Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti, urlate, ministri dell’altare, venite, vegliate vestiti di sacco, ministri del mio Dio!…».
Diceva san Giovanni Bosco: «Un prete non va mai da solo in Paradiso o all’inferno, vanno sempre con lui un gran numero di anime, o salvate col suo santo ministero e col suo buon esempio, o perdute con la sua negligenza nell’adempimento dei propri doveri e col suo cattivo esempio».
Siamo nel tempo profetizzato a Fatima nell’ultima parte del “segreto” consegnato ai tre pastorelli, in cui i pastori della Chiesa cadono “morti” e feriti” colpiti dalle frecce di satana e dai colpi mortali del pensiero anticristico che si è insinuato in ogni dove. Le preghiere dei fedeli sono un baluardo contro questo assalto del nemico infernale, di cui parla il vangelo odierno.
Il vangelo ci ricorda che il demonio è come un «uomo forte» e che solo Gesù è «più forte» e può vincerlo e strappargli via le armi. Andando a Gesù con Maria possiamo perciò ottenere liberazione e protezione dal nemico.
Ma non basta affidarsi ogni tanto a Gesù e chiedergli di liberarci. Ciò che conta maggiormente è custodire il cuore dopo che è stato liberato, mantenendo sempre alta la barriera della preghiera. Perché, dice Gesù: lo spirito impuro torna con «altri sette spiriti peggiori di lui», e, trovando la casa «spazzata e adorna», «vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
L’incostanza nella preghiera e nella vita di penitenza conduce le anime – fedeli laici, consacrati e pastori – a una condizione spirituale deplorevole!
Quanto sono stolti coloro che chiedono a Gesù di essere liberati dal demonio e poi non rimangono vigilanti nella preghiera, lasciando spalancata la porta del cuore! È come chi chiede aiuto per allontanare i lupi che insidiano il proprio gregge e poi lascia il cancello aperto. Altri lupi, più feroci dei primi, verranno e sbraneranno le povere pecorelle!
O Maria, Virgo prudentissima, prega per noi affinché siamo vigilanti e “il Giorno del Signore” non sia per noi giorno di angoscia, ma di letizia e di esultanza. Amen.