don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 8 Giugno 2021

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Riflettere il Cielo

Paolo risponde a chi lo accusava di essere un volta bandiera, perché in un primo tempo aveva detto che sarebbe tornato a Corinto e in seguito aveva cambiato idea, a causa un fatto grave accaduto in questa comunità, a cui la lettera accenna soltanto, senza precisarne i contorni.

Egli sa, in coscienza, di aver agito correttamente, non seguendo calcoli umani, ma guidato dallo Spirito di Cristo. Scrive: «Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è “sì” e “no”. Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu “sì” e “no”, ma in lui vi fu il “sì”».

 È un modo di esprimersi tipicamente ebraico. Il “sì” dice la fedeltà a Dio e alla sua volontà, mentre il “no” dice la ribellione del peccato. Paolo sa che la sua missione è di fare risplendere la luce di Cristo (4,5-7) e di diffondere il suo profumo (2,15) presso coloro a cui è stato inviato. E sa che ciò è possibile nella misura in cui Cristo “vive in lui” (cf. Gal 2,20).

«Voi siete la luce del mondo…» – ci dice Gesù nel Vangelo di oggi.  «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Ma ci pensiamo? Quello che Paolo scrive vale anche per noi, perché anche noi, come lui, abbiamo ricevuto «l’unzione» dello Spirito Santo e il suo «sigillo» (2Cor 1,21-22). Gesù non ci dice “siate luce”, ma “siete la luce del mondo”! Lo siamo per il Battesimo e la Confermazione. Siamo riflesso della luce di Cristo per le persone che ci ha affidato. Ma come la superficie di un lago può riflettere il cielo solo se è ferma, così anche noi se siamo fermi, costanti nel nostro “sì” alla volontà di Dio, nella misura in cui siamo intimamente uniti a Cristo, possiamo riflettere la bellezza del Cielo per le persone che Dio ci ha affidato.

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