Avvinti dall’amore
Il Padre ci attira a sé attraverso il suo Figlio crocifisso, quando crediamo che quell’uomo trafitto e innalzato da terra è Dio
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato», dice Gesù. È la rivoluzione copernicana del cristianesimo. Non è l’uomo che raggiunge Dio e conquista con un’ascesa prometeica la salvezza contando sulla buona volontà e sul talento, ma è Dio che si fa incontro all’uomo e lo attira a sé.
Tutto si gioca pertanto sulla disponibilità a lasciarsi attirare dal Padre. Non si tratta di adescamento. Dio ci mostra il suo Amore e ci lascia liberi di permettere che esso eserciti su di noi un’attrazione.
Lasciarsi attrarre è scegliere liberamente di volgere costantemente il nostro sguardo verso l’Amore crocifisso, perché il profeta dice: «Guarderanno a Colui che hanno trafitto» (cf. Zc 12,10), mentre Gesù proclama: «Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32).
Il Padre ci attira a sé attraverso il suo Figlio crocifisso, quando crediamo che quell’uomo trafitto e innalzato da terra è Dio!
Dice sant’Agostino, in una sua omelia: «Ario ha creduto che il Figlio fosse una creatura: perciò il Padre non lo ha attirato […] Tu mostri alla pecora un ramo verde, e l’attrai. Mostri delle noci ad un bambino e questo viene attratto: egli corre dove si sente attratto; è attratto da ciò che ama, senza che subisca alcuna costrizione; è il suo cuore che rimane avvinto» (Omelie 26,5).
Nel vangelo di domenica scorsa Gesù aveva detto di essere il “Pane della vita” il “Pane disceso dal cielo”. I Giudei mormorano e non credono a questa parola, perché non vedono altro in lui che un uomo che presumono di conoscere bene; dicono: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre?»
Ecco ciò che impedisce di riconoscere la presenza di Dio: il rimanere chiusi nei propri angusti schemi mentali e il non smuoversi da essi. Questo preclude allo Spirito Santo la possibilità di operare in noi e di attirarci al Padre in Cristo. Perché quando con presunzione giudichiamo ogni cosa, come se avessimo già capito tutto su Dio, sulla Chiesa e sul mondo, questo giudizio svuota il cuore dell’amore.
Quando, invece di lasciarci guidare docilmente da Dio, attraverso la sua Chiesa, siamo noi a voler decidere che cosa la Chiesa dovrebbe fare, rattristiamo lo Spirito Santo di Dio, come si legge nella seconda lettura. Allora veniamo assaliti da «ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità».
Viceversa, se come bambini piccoli ci lasciamo attirare dall’Amore di Gesù e pieghiamo la nostra volontà alla sua, possiamo riconoscre Dio presente nel Pane di Vita e con la forza di questo santo Cibo possiamo camminare – come Elia – fino al monte di Dio.
Attiraci a Te, Signore! Fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Amen!