Lo scalpello divino
La Parola di Dio cesella il nostro cuore e lo rende più simile a quello di Gesù quando cerchiamo di metterla in pratica, anche se ci appare dura ed esigente
Il libro dei Numeri, nella prima lettura, ci presente l’ennesima contestazione di Israele contro Mosè e contro il Signore. Il problema, stavolta, è la mancanza d’acqua.
In risposta a questa contestazione, il Signore fa scaturire acqua dalla roccia. Questo luogo viene chiamato «le acque di Merìba», che significa appunto “contestazione”. Il Salmo di oggi, il 94, che si legge tutte le mattine nell’Invitatorio della Liturgia delle ore, si conclude con le parole: «Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere». È interessante: non è il Signore che mette alla prova il suo popolo, ma il popolo che mette alla prova il Signore, cioè che mette in dubbio la sua presenza e lo chiama in causa perché si manifesti! Nel libro dell’Esodo si legge: «Mosè chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?”» (Es 17,7).
Il cuore di Israele si indurisce poiché, nonostante tutte le opere che il Signore aveva compiuto, rimane nell’incredulità e non riconosce la sua presenza e santità. Anche nel vangelo si parla del “cuore indurito” dei discepoli che non avevano riconosciuto la gloria del Signore nel segno della moltiplicazione dei pani e dei pesci (cf. Mc 6,52).
Qual è il rimedio al cuore indurito? Come testimoniano i profeti biblici, il rimedio al cuore indurito è la spada della Parola di Dio. Lo stesso Gesù, nel vangelo di oggi, poiché scorge in Pietro un principio di indurimento del cuore, sferra un forte fendente con la spada della Parola e gli dice: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Anche a me Gesù rivolge lo stesso rimprovero ogni volta che mi rifiuto di credere al vangelo della croce, quando – nonostante tutte le opere che mi ha mostrato – continuo a respingere la croce che mi chiede di portare dietro a Lui per la mia santificazione (ad esempio: mi chiede di servire con pazienza una persona, di rinunciare a una brutta abitudine che ostacola il mio cammino spirituale, di sottomettermi al consiglio di un mio superiore, ecc.). Invece di rallegrarmi, perché posso prendere parte alla sua Passione, mi chiudo nella desolazione e nel lamento…
Come un’opera d’arte viene modellata a colpi di scalpello, così anche noi permettiamo alla Parola di Dio di cesellare il nostro cuore quando cerchiamo di metterla in pratica anche se ci appare dura ed esigente. Amen.