don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 29 Maggio 2021

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«Guai a me se non annuncio il Vangelo!»

«Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9,16). Queste parole di San Paolo risuonano nella Prima Lettura propria della festa odierna di San Paolo VI. Le troviamo al centro di uno dei suoi documenti più belli: l’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, dove il Papa bresciano ricorda che questo monito riguarda tutti i battezzati e che quel “guai” va preso molto sul serio, perché ha a che fare con la nostra salvezza eterna.

Infatti, nella conclusione si legge: «Gli uomini potranno salvarsi anche per altri sentieri, grazie alla misericordia di Dio, benché noi non annunziamo loro il Vangelo; ma potremo noi salvarci se, per negligenza, per paura, per vergogna … o in conseguenza di idee false, trascuriamo di annunziarlo?».

Non annunciare il Vangelo è un’omissione grave. Perché?

San Paolo scrive che per lui evangelizzare è una “necessità”, cioè una cosa di cui non può fare a meno (cf. 1Cor 9,16).

Due similitudini possono aiutare a comprendere questa “necessità”. Come una rondine avverte la necessità impellente di volare, così un cristiano dovrebbe avvertire la necessità di evangelizzare. Solo una rondine malata non sentirebbe il bisogno di volare, così solo un cristiano “malato” non avverte il bisogno di annunciare il Vangelo! Oppure, come uno scienziato che scopre una medicina che può guarire da una malattia incurabile e non vede l’ora di comunicarlo a tutti e di fare in modo che i malati la possano utilizzare, così un cristiano, se davvero crede che la fede in Gesù guarisce il cuore dell’uomo da una malattia mortale e incurabile, non può tenere per sé questa “meravigliosa notizia”, ma sente il bisogno urgente di annunciarla.

Se non avvertiamo il bisogno di testimoniare il Vangelo è perché non lo abbiamo pienamente accolto nemmeno noi!

San Paolo VI ci ricorda altresì che non è possibile testimoniare in modo credibile il Vangelo se non siamo uniti tra di noi. E per essere uniti tra di noi è necessario essere uniti alla pietra che è a fondamento della Chiesa, cioè alla professione di fede di Pietro, di cui ci parla il Vangelo della festa di San Paolo VI. Se ci separiamo da Pietro e dagli altri pastori, perderemo la comunione tra di noi. E l’annuncio del Vangelo sarà vano.

Infine, San Paolo VI ci insegna che nel nostro tempo il Vangelo può essere annunciato in modo efficace solo tramite la testimonianza di una vita santa, prima ancora che tramite le parole. E la vita santa si vede dalla disponibilità a lenire le piaghe dei fratelli, tramite l’ascolto paziente, il servizio umile e disinteressato e soprattutto la preghiera e il sacrificio. È in questo modo che saranno conquistati dalla Bellezza dell’Amore crocifisso.

Mi chiedo: in che modo il Signore mi sta chiedendo di testimoniare il Vangelo laddove vivo ogni giorno?

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