Il fuoco e la rugiada
La vita non è necessariamente una “favola a lieto fine”
«Mentre Pietro era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui», si legge nella prima lettura, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Pietro viene liberato miracolosamente. Ci viene qui ricordato il primo modo con cui ogni fedele si deve rapportare con Pietro e i suoi successori: la preghiera. Pregare continuamente per il Santo Padre perché sia liberato dalle catene imposte dalle potenze degli inferi.
Gesù assicura che le potenze degli inferi non prevarranno mai sulla Chiesa, ma lascia intendere anche che la barca di Pietro sarebbe stata costantemente insidiata da satana. Viene da pensare a quelle parole di Benedetto XVI nella celebre meditazione del Venerdì Santo del 2005: «Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. … La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole… Abbi pietà della tua Chiesa…. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi!».
Ecco un secondo modo di porci dinanzi a Pietro e alla Chiesa, indicato da Benedetto XVI: se le cose non vanno bene non accusiamo, non giudichiamo i pastori, ma ognuno guardi prima di tutto ai propri peccati, con cui macchia la Chiesa. Una cosa sola dobbiamo fare: santificarci, vivendo eroicamente le più grandi virtù cristiane: l’umiltà, l’obbedienza, la pazienza e la carità.
«Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede», esclama Paolo nella seconda lettura. La fede della Chiesa non verrà mai meno, ma non è detto che non venga meno la fede dei singoli battezzati. Paolo ha conservato la fede anche perché si è sempre preoccupato di camminare in comunione con Pietro. Come scrive nella lettera ai Galati, sottopone la sua opera a Pietro e agli altri apostoli «per non rischiare di «correre invano» (cf. Gal 2,2).
L’unica garanzia che le potenze degli inferi non prevalgano nella nostra vita è la nostra comunione con Pietro. Cristo è il buon Pastore che ci difende dai lupi ma lo fa se rimaniamo nel gregge di Pietro. Al di fuori di esso, non ci sono altri buoni pastori, solo mercenari, che agiscono per i propri interessi.
In una memorabile omelia, San Paolo VI esortava i fedeli con queste parole: «Amate la Chiesa, anche per i suoi difetti, che sono i bisogni che la Chiesa ha. Ma soprattutto amatela perché davvero nasconde Cristo e dà Cristo (…). Ed è per questo che io sono, come Santa Caterina, folle d’amore per la Chiesa» (Omelia nella parrocchia di San Luigi Grignion de Montfort, 7 marzo 1971).
I veri santi li si distingue dai falsi santerelli perché sono folli d’amore per la Chiesa!
Signore, accresci in noi l’amore per la madre Chiesa. Amen!