La via della Vita
Due racconti incastonati, quello di Giairo, il capo della sinagoga, che chiede a Gesù la guarigione della figlia che sta morendo, e quello di una donna senza nome, che desidera la propria guarigione da una malattia incurabile e che tocca il mantello di Gesù da dietro, per non farsi notare dalla folla. Due vicende apparentemente molto diverse; eppure, se questi racconti sono incastonati l’uno nell’altro è perché si illuminano a vicenda su un tema comune.
L’uomo si getta ai piedi di Gesù e non teme di mostrarsi alla folla mentre intercede per la figlioletta malata. La donna emorroissa ha evidentemente una ferita nel cuore, oltre che nel corpo, perché si vergona di chiedere pubblicamente a Gesù di essere guarita. Giairo chiede per la figlia, la donna chiede per sé. La donna è guarita all’istante, mentre la salute della bambina peggiora drammaticamente dopo la preghiera del padre, anzi gli riferiscono che è morta.
Notiamo che sia la guarigione della donna che la risurrezione della fanciulla avvengono in forza di un “tocco”, un contatto con la persona di Gesù: nel primo caso è la donna che tocca Gesù, senza che egli ne sia consapevole; nel secondo caso è Gesù che prende per mano la bambina.
La donna che tocca la frangia del mantello di Gesù, in realtà gli tocca il cuore per la sua profonda umiltà e Gesù le dice: «Figlia, la tua fede ti ha salvata!». Anche a Giairo Gesù dice: «Non temere, soltanto abbi fede!»
Il tema che accomuna i due racconti è quindi quello della fede in Gesù. È Gesù che opera, ma grazie alla fede del padre e della donna. La fede è un grido dell’anima che permette un contatto del nostro cuore con quello di Cristo, un contatto che apporta guarigione e vita.
Quando ci accostiamo alla Comunione eucaristica non tocchiamo solo la frangia del mantello di Gesù: tutta la sua Persona si dona a noi come vero cibo! Eppure, non è scontato che tocchiamo il suo Cuore! Ciò che fa la differenza è la fede. Anche la folla tocca Gesù, ma solo la donna viene guarita. Non basta ricevere il Sacramento per ottenere frutti di guarigione e liberazione. Chiediamoci se, quando ci accostiamo a Gesù, crediamo veramente al suo Amore per noi, crediamo che Egli vuole e può guarirci! Chiediamoci se crediamo davvero – come già annunciava il libro della Sapienza, nella prima lettura di questa domenica – che «Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi», «ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono». In questo libro si legge anche: «non affannatevi a cercare la morte con gli errori della vostra vita, non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani» (1,12). E un catechismo della Chiesa antica insegnava: «Due sono le vie, una della vita e una della morte, e fra queste due vie la differenza è grande» (Didaché 1,1).
La fede ha perciò a che fare con la nostra libertà: è scegliere di credere alla Bontà di Dio per noi e cercare soltanto in Lui, non nei mezzi umani, la vita piena e la liberazione dal male, rifiutando tutte le strade contrarie ai suoi comandamenti, perché su di esse si trova solo morte e perdizione.
Signore, accresci la nostra fede. Amen!