«Guai a chi si alza a giudicare la Madre Chiesa e la affligge!» (San Luigi Orione)
Nella prima lettura di oggi, Dio parla ad Abramo e gli ribadisce che il figlio dell’alleanza non è Ismaele, figlio della schiava Agar, ma colui che nascerà dalla moglie Sara e che egli chiamerà Isacco.
San Paolo scrive: «Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno dalla donna libera. Ma il figlio della schiava è nato secondo la carne; il figlio della donna libera, in virtù della promessa. Ora, queste cose sono dette per allegoria: le due donne, infatti, rappresentano le due alleanze. Una, quella del monte Sinai, che genera nella schiavitù, è rappresentata da Agar… invece la Gerusalemme di lassù è libera ed è la madre di tutti noi… Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma della donna libera» (Gal 4,22-24.26-31).
La “donna libera” che ci ha generati nella vita di fede tramite il Battesimo è la santa madre Chiesa. Nella maternità della Chiesa riconosciamo altresì la maternità della Vergine Maria, primizia e icona della Chiesa. Maria è nostra Madre perché “Madre della Chiesa”: è colei che – come insegna il Concilio Vaticano II – dopo aver generato il Capo del Corpo ecclesiale, che è Cristo, coopera incessantemente alla generazione delle sue membra, che siamo noi (cf. Lumen gentium n. 63).
Chi ama veramente la Vergine Maria non può pertanto non amare anche la Chiesa, di cui Maria è Madre. Questo è un criterio di discernimento importante per distinguere lo spirito di Dio dallo spirito del male, ad esempio nel campo delle apparizioni mariane. Chi invita a disobbedire e ad allontanarsi dai pastori della Chiesa certamente non parla in nome di Cristo e della Chiesa! Si tratta piuttosto del demonio mascherato da “angelo di luce”, come scrive san Paolo (cf. 2Cor 11,14).
Tutti i santi hanno insegnato ad amare la Madre Chiesa, anche quando hanno subito ingiuste prove e persecuzioni da parte dei suoi rappresentanti. Come nel caso di Padre Pio, che invitava a non “gettare fango” sulla Madre per difendere il figlio.
San Luigi Orione, in una lettera dell’11 luglio 1933, prese posizione contro chi aveva nel cuore di accusare pubblicamente alcuni pastori della Chiesa per difendere Padre Pio. Ecco le sue parole di fuoco: «Guai a chi si erige giudice di sua Madre e la trascina sul banco degli accusati! Guai a chi si alza a giudicare la Madre Chiesa e la affligge: maledictus a Deo qui exasperat Matrem! Non sono mai stato a San Giovanni Rotondo, né ho mai scritto a padre Pio, ma non dubito che egli deplorerebbe nel modo più forte l’azione ignobile che voi state per compiere».
«Signore, se vuoi, puoi purificarmi», dice il lebbroso a Gesù nel vangelo odierno. Chiediamo a Gesù che purifichi le nostre mani se abbiamo gettato fango contro i fratelli e contro la Madre Chiesa. Chiediamo che purifichi le nostre lingue e i nostri cuori, perché possiamo davvero amare la Sposa di Cristo e aiutare altri ad amarla, perché – come si legge nel Siracide – «chi onora sua madre è come chi accumula tesori» (Sir 3,4). Amen.