don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 25 Gennaio 2022

1595

«PERCHÉ MI PERSEGUITI?»

«Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?»

Sono le prime parole che San Paolo intende dal Signore, nel momento in cui , mentre si stava avvicinando a Damasco, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a lui e cadde a terra.

Si noti che Gesù non gli dice: «Perché perseguiti la mia Chiesa?», ma: «Perché mi perseguiti?». Questo significa che s’identifica pienamente con la sua Chiesa. Illuminato da questa rivelazione, sarà lo stesso Paolo ad affermare nelle sue lettere che la Chiesa è il corpo di Cristo. Ad esempio, nella lettera ai Colossesi si legge: «Sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1,24).

Si potrebbe dire: dapprima Paolo era un persecutore della Chiesa e quindi di Cristo. Dopo averlo incontrato e conosciuto, ha compreso che per amare Cristo è necessario amare la Chiesa, anzi offrire ogni patimento a favore del Corpo di Cristo che è la Chiesa. Egli, peraltro, dovette anche soffrire a causa della Chiesa, cioè di alcuni fratelli che guardavano con sospetto al suo ministero. Ma, nonostante ciò, si è speso fino alla fine al servizio dell’unità della Chiesa, in comunione con gli Apostoli, e – come scrive nella lettera ai Filippesi – ciò che rendeva piena la sua gioia era vedere i fratelli in Cristo «unanimi e concordi» (Fil 2,2).

D’altra parte, tutti ricordiamo che Cristo stesso ha pregato per l’unità della sua Chiesa la sera prima di morire ed è quindi un dovere e una grazia poter celebrare ogni anno una settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani: per chiedere che il Corpo di Cristo, lacerato da divisioni e discordie, possa crescere nella comunione.

Vengono in mente le parole di un grandissimo santo dei nostri tempi, innamorato della Chiesa e che – come san Paolo – ha tanto sofferto per la Chiesa e a causa della Chiesa: San Pio da Pietrelcina.

In una sua lettera scrive: «Dopo l’amore di nostro Signore, ti raccomando, o figliuola, quello della Chiesa sua sposa, di questa cara e dolce colomba, la quale solo può fare le uova, e far nascere i colombini e le colombine allo Sposo. Ringrazia Dio cento volte il giorno d’essere figliuola della Chiesa, ad esempio di tanti santi nostri fratelli che ci precedettero nel felice passaggio. Abbi gran compassione a tutti i pastori, predicatori e guidatori di anime… Prega Dio per essi, acciocché salvando loro medesimi procurino fruttuosamente la salute delle anime; ed in questo io ti supplico a non dimenticarti mai di me, perché Iddio mi dia tanta volontà di non dimenticarmi mai di te dinanzi a lui» (Epistolario, 27 gennaio 2018).

O Maria, Madre della Chiesa, aiutaci a comprendere che solo amando la Chiesa e i suoi pastori, sull’esempio dei santi, la nostra vita cristiana sarà feconda e benedetta. Amen.

Fonte