don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 23 Giugno 2021

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«…conta le stelle, se ci riesci!»

Il cammino di fede di Abramo non è privo di ostacoli. Pur avendo risposto prontamente alla chiamata del Signore, si trova poi ad affrontare prove e tentazioni, molte delle quali non sono riportate nei testi liturgici.

Nella prima lettura di oggi, il patriarca, ormai anziano, è in preda a un dubbio circa la numerosa discendenza che Dio gli aveva promesso. Pensava: «Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco… un mio domestico».

«Gli fu pertanto rivolta questa parola dal Signore: “Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede”. Poi lo condusse fuori e gli disse: “Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle”; e soggiunse: “Tale sarà la tua discendenza”. Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia».

Il miglior commento a questo passo sono le parole di San Paolo nella lettera ai Romani: «Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli… Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo … e morto il seno di Sara. Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia» (Rm 4,18-22).

In altre parole: ciò che ha reso Abramo un giusto, un “santo”, è il suo rimanere saldo contro ogni speranza umana, appoggiandosi sulla fede nella divina potenza, non sul proprio giudizio umano.  

La fede è un cammino irto di ostacoli anche per noi e uno degli ostacoli più insidiosi è rappresentato dai falsi profeti, da cui Gesù ci mette in guardia nel vangelo di oggi. Essi vengono a noi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li possiamo riconoscere.

Un “frutto” che contraddistingue i falsi profeti è la tendenza ad annacquare la legge di Dio. «Sono cambiati i tempi – dicono – questo non è più peccato! Il Signore guarda solo se siamo buoni, se facciamo il bene agli altri!». Oppure: «Non stare ad ascoltare quello che dicono i vescovi e i preti, l’importante è seguire la propria coscienza…». E così, i falsi profeti di oggi, con parole suadenti, e compiacendo la mentalità individualista del nostro tempo, allontanano i fedeli dalla comunione con i pastori della Chiesa e con Cristo.

Dio ci parla, come ha parlato ad Abramo, e lo fa prima di tutto mediante una Parola mediata autorevolmente della sua Santa Chiesa. Questa è la roccia sicura contro cui le potenze degli inferi non prevarranno. La Chiesa, cioè l’insieme dei santi di ieri e di oggi, è quel cielo stellato che siamo invitati a contemplare con profondo senso di meraviglia, e che ci testimonia che vale sempre la pena fidarsi di Dio. Nei momenti di dubbio il Signore ci conduce fuori e dice ad ognuno di noi:  «…conta le stelle, se ci riesci!».

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