IL REGNO DELLA VERITÀ
Il Regno di Gesù Cristo non è di questo mondo, ma il mondo può costruire una società in cui regna la pace, la giustizia e la gioia nella misura in cui apre le porte a Cristo
«Il mio regno non è di questo mondo». È necessario tenere sullo sfondo queste parole di Gesù mentre festeggiamo la solennità di Cristo Re dell’universo. Festeggiamo un re il cui regno non è di questo mondo.
Che cosa vuol dire?
Non vuol dire soltanto che il Regno di Gesù appartiene a una dimensione soprannaturale, ultraterrena, extra-materiale… insomma, a quello che viene chiamato “paradiso”. Vuol dire prima di tutto che è tutt’altra cosa rispetto ai regni di questo mondo.
Gesù lo descrive in parte in occasione dell’episodio in cui Giacomo e Giovanni gli chiedono di poter sedere alla destra e alla sinistra nel suo regno. Dice: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,42-45).
In altre parole, Gesù dice che il suo regno è basato su un potere che è il contrario di quello su cui sono basati i regni mondani: nel regno di Gesù è grande e potente chi serve e dà la vita, nei regni mondani è grande e potente chi domina e si fa servire.
A più riprese nel Nuovo Testamento si afferma che il regno di Gesù è eterno. Il suo potere non avrà mai fine.
Ci si potrebbe chiedere: possiamo cogliere in questo mondo i segni della presenza di questo regno eterno di Gesù, anche se non appartiene a questo mondo?
Alla luce del vangelo la risposta non può che essere affermativa: il Regno di Dio – come afferma lo stesso Gesù – è “in mezzo a noi” (cf Lc 17,21) e, come scrive Paolo, è «giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo» (Rm 14,17).
Quindi, laddove regna la giustizia e la pace e laddove c’è gioia autentica, cioè gioia che viene dallo Spirito Santo, Gesù regna!
Non dobbiamo ovviamente pensare a un’idea di giustizia legalista, ma a quella del vangelo, basata sulla misericordia e sul perdono. Laddove ci sono uomini e donne che si amano come veri fratelli e sorelle, che si prendono cura gli uni degli altri in modo totalmente gratuito e disinteressato; laddove c’è la disponibilità ad amare le persone per quello che sono e non secondo i loro meriti, come una madre ama un figlio… Laddove si agisce nell’onestà, nella verità, senza ingannare il prossimo per i propri interessi.. ecco, là c’è il regno di Dio, là Cristo regna!
D’altra parte, anche nel meraviglioso dialogo tra Gesù e Pilato, le ultime parole di Gesù sono: «Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Tant’è che Pilato gli chiede: «Che cos’è la verità?».
Nello stesso vangelo Gesù dice «Io sono la verità» (cf Gv 14,6).
In sintesi: se l’uomo vuole conseguire la pace, la giustizia e la gioia, cioè i beni più grandi che esistono sotto questo cielo, deve camminare nella verità. Ma, come Pilato, l’uomo non può sapere da solo “che cos’è la verità”, a meno che non apra le porte a Cristo. Avere fede vuol dire credere che Gesù è la verità dell’uomo, della vita, del mondo e della storia.
Anche chi non crede in Gesù, anche chi appartiene ad altre religioni deve ammettere onestamente che nessun uomo ha mai inciso nella storia dell’umanità come Gesù di Nazareth. Il suo Vangelo è come un lievito che fatto germogliare il regno della verità, della pace e della giustizia nel mondo, benché talvolta sia stato strumentalizzato per interessi politici e ideologici, anche all’interno della Chiesa.
Il regno di Gesù Cristo non è di questo mondo, ma il mondo può costruire una società in cui regna la pace, la giustizia e la gioia nella misura in cui apre le porte a Cristo. Viceversa, se rifiuta il suo vangelo non troverà altro che ingiustizia, divisione e desolazione.
O Maria, nostra Madre e Regina, insegnaci ad aprire le porte a Gesù, Re della gloria, della verità e dell’amore. Amen.