don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 2 Settembre 2021

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SANTI E FELICI

Leon Bloy diceva: «Al mondo c’è una sola tristezza: quella di non essere santi.  E quindi una sola felicità: quella di essere santi». 

La lettera ai Colossesi è tutta centrata sul “mistero di Cristo”, cioè sul piano di salvezza di Dio «nascosto per secoli» e che ora si è manifestato nella vita, morte e risurrezione di Gesù. Questo mistero ci ha aperto le porte del Cielo e quindi della “santità”. Come si legge nella prima lettura di oggi, il Padre ci «ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce», poiché «ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore». La santità è quindi davvero possibile per ogni battezzato, perché è l’opera di Dio in noi: consiste nel rinunciare a crederci forti senza Dio e puntare tutto sulla “potenza” della gloria di Dio.

Un gesuita indiano ha scritto: «La musica ha bisogno della cavità del flauto, le lettere della pagina bianca, la luce del vuoto della finestra, e la santità dell’assenza di sé» (Anthony De Mello). Quando riconosciamo la nostra impotenza davanti a Dio e perciò ci appoggiamo sulla sua forza, Egli può santificare il suo nome in noi. Come Simon Pietro, nel vangelo di oggi, che aveva faticato invano tutta la notte, ma getta le reti confidando sulla Parola di Gesù. Dopo la pesca miracolosa, gli dice: «Allontànati da me, perché sono un peccatore». Proprio allora, dinanzi a un sincero atto di umiltà, Gesù gli può dire: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Il terreno fondamentale della santità è sempre l’umiltà, l’assenza di sé, cioè dell’Ego vanitoso e orgoglioso.

Paolo chiama “santi” tutti i battezzati, perché – come diceva Madre Teresa di Calcutta – «la santità non è un lusso per qualcuno, ma una necessità per tutti». Gesù chiede ad ogni battezzato di essere santo e quindi di essere un “pescatore di uomini”. Non per imporci un dovere, ma perché ci vuole felici.

Leon Bloy diceva: «Al mondo c’è una sola tristezza: quella di non essere santi.  E quindi una sola felicità: quella di essere santi». Similmente Fulton Sheen affermava: «La ragione per cui non siamo felici come i santi, è che non abbiamo alcuna voglia di esser santi». Mi chiedo: ho voglia di essere santo?  Il che equivale a chiedermi: ho voglia di essere felice?

Se la risposta è affermativa, non c’è più tempo per indugiare! Pieghiamo le ginocchia e gettiamo le reti per la pesca, non contando sulle nostre forze, ma sulla grazia di Dio, per l’intercessione della nostra Madre celeste. Amen!

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