Su ali d’Aquila
Paolo ricorda che potrebbe vantarsi per le rivelazioni ricevute, essendo peraltro stato rapito «con il corpo o senza corpo» in paradiso. Ma non si vanterà di questo! Ribadisce: «Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze!»
E qui consegna alla lettera una sua confidenza: spiega in che modo ha capito che il segreto della vera forza consiste nella coscienza della propria debolezza. Ascoltiamo questo toccante e celebre racconto:
«Affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la forza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza”».
Che cos’è questa spina nella carne? Questo inviato di Satana? Sono state fatte molte ipotesi: ad esempio, qualcuno ritiene che Paolo si riferisca a una forte tentazione, altri a una vessazione demoniaca, altri a una malattia… Nessuno può dirlo con certezza per il semplice fatto che Paolo non l’ha voluto precisare né qui né altrove, forse anche per dare la possibilità al lettore di identificarsi, perché in fondo ognuno di noi ha una propria spina nella carne.
Ciò che sappiamo è che un grande santo come lui, nonostante una supplica insistente (quel “tre volte” indica simbolicamente una preghiera portata avanti per molto tempo), non è stato esaudito. O meglio: il Signore l’ha esaudito, come spesso fa, in modo inaspettato: gli ha dato la luce per comprendere il valore di quel suo “punto debole”: «Ti basta la mia grazia; la forza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza”».
In altre parole, il Signore ha detto a Paolo: «Questa debolezza ti aiuterà a mantenerti umile e a contare non su te stesso, ma sull’aiuto della mia grazia! Quando ti senti debole, appoggiati sulla mia grazia e allora sarai veramente forte, perché sperimenterai la forza del mio Spirito!»
La vera forza e la vera ricchezza sta quindi nella fiducia in Dio, non nelle qualità naturali. Nel Salmo di oggi si legge: «I leoni – cioè coloro che confidano nella propria forza – sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene».
Tutto questo è espresso in modo magnifico nel vangelo odierno, il “vangelo della Provvidenza”, che è un potente antidoto a tutte le nostre ansie! Gesù ci ricorda che se davvero crediamo in un Dio che è Padre, che veste i gigli dei campi e nutre gli uccelli del cielo, non ha senso che ci lasciamo assalire dall’ansia per il domani! Dovremmo, invece, semplicemente cercare ogni giorno «il regno di Dio e la sua giustizia», cioè cercare di piacere a Dio… il resto ci sarà «dato in aggiunta»!
Un’immagine che riassume la Parola di oggi ci può accompagnare in questa giornata: quella che ci ha donato la Santa Teresa di Lisieux nel suo diario:
«Io mi considero come un uccellino debole, coperto di un po’ di piuma lieve; non sono un’aquila, ho dell’aquila soltanto gli occhi e il cuore perché, nonostante la mia piccolezza estrema, oso fissare il Sole divino, il Sole dell’Amore, e il mio cuore prova tutte le aspirazioni dell’aquila… La mia audacia consiste nel supplicare le aquile, sorelle mie, perché mi ottengano la grazia di volare verso il Sole dell’Amore con le ali stesse dell’Aquila divina…» (Storia di un’anima, nn. 261.264).