«IL SIGNORE VEDE IL CUORE»
«Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Troviamo questa perla preziosa incastonata nel brano biblico della prima lettura. Sono le parole con cui il Signore motiva la scelta di Davide come successore del re Saul. Il Signore vede il cuore, non l’esteriorità. In qualche modo anche il Vangelo invita a curare l’intenzione e l’interiorità nell’adempimento della legge e non a fermarsi a un’osservanza meramente esteriore.
Il peccato ci rende più attenti all’esteriorità. Da qui nascono i giudizi, le maldicenze e molte mancanze contro la carità. Ma nessuno deve giudicare un fratello e le sue scelte. Solo il Signore può giudicare perché conosce quello che c’è nel profondo del cuore di ognuno. Come recita il Salmo 139: «Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie» (Sal 139,1-3).
Il Signore vede se nel nostro cuore c’è uno spirito benevolo o egoista, altruista o vanitoso, se c’è uno spirito di abbandono o di diffidenza, di affidamento o di ripiegamento su noi stessi, di donazione o di agitazione, di fiducia in Lui o nei nostri ragionamenti e nei nostri mezzi, se c’è la scelta di rinnegare noi stessi per amor suo oppure se rinneghiamo Lui per affermare noi stessi. Ciò che lo glorifica maggiormente è un cuore che si fida di Lui e che non si agita e non si infastidisce per nulla, nemmeno quando desideriamo compiere un’opera buona e non riusciamo. Perché l’agitazione è figlia dell’amor proprio, mentre la fiducia è figlia del santo Amore di Dio. Ciò che conta è trasformare ogni sofferenza e contrarietà in offerta d’amore e rimanere nella pace.
Tutto questo è racchiuso in un bellissimo testo riportato dalla Serva di Dio Luisa Piccarreta:
«Stando infastidita per non poter fare certe mortificazioni, parendo che il Signore mi aborrisse perciò non permetteva che le facessi, il benedetto Gesù nel venire mi ha detto: “Figlia mia, chi veramente mi ama non si infastidisce mai di niente e tutte le cose cerca di convertire in amore. Per qual motivo volevi tu mortificarti? Certo per amor mio, ed io ti dico: per amor mio mortificati e per amor mio prendi i sollievi, e l’uno e l’altro saranno innanzi a me d’uguale peso. A seconda la dose di amore che contiene un’azione, fosse anche indifferente, così si aumenta il peso, perché io non guardo l’opera, ma l’intensità dell’amore che l’operare contiene. Perciò non voglio nessun fastidio in te, ma sempre pace, perché i fastidi, le turbazioni, è sempre l’amor proprio che vuol uscire a regnare, o il nemico per far danno» (Libro di Cielo 6° Volume – 22 luglio 1905)
O Maria, Madre del Divino amore, insegnaci a trasformare ogni contrarietà in un’offerta gradita a Dio. Amen.