«NON TI HO AMATO PER SCHERZO!»
(Beata Angela da Foligno)
Quando sostiamo davanti a Gesù crocifisso e lo guardiamo con il cuore, i dubbi sull’amore di Dio si sciolgono e con essi le nostre ansie e paure, i nostri scrupoli e le nostre arrabbiature… Veniamo guariti dal veleno del turbamento e ci apriamo al dono della pace vera.
La prima lettura oggi ci parla di un «serpente di bronzo» che può guarire dai morsi dei «serpenti brucianti». Potrebbe sembrare una pratica magica, idolatrica, se non fosse ordinata dal Signore tramite Mosè.
C’è un verbo su cui è importante fissare l’attenzione: “guardare”. Infatti, il Signore dice: «Chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Non basta fabbricare il serpente di bronzo; è necessario “guardarlo”.
Tutto questo preannuncia il mistero della croce di Cristo. Lo dice chiaramente Gesù nel dialogo notturno con Nicodemo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,14-16).
Il serpente di bronzo ci ricorda che Gesù ha preso su di sé la maledizione che meritiamo a causa dei nostri peccati (cf. Gal 3,13), per mostrarci quanto siamo amati da Dio e guarirci dal morso di satana, il serpente antico, che è il morso del peccato, ovvero del dubbio e della diffidenza sulla bontà di Dio.
Quando sostiamo davanti a Gesù crocifisso e lo guardiamo con il cuore, i dubbi sull’amore di Dio si sciolgono come neve al sole! E con essi le nostre ansie e paure, i nostri scrupoli e le nostre arrabbiature… Veniamo guariti dal veleno del turbamento e ci apriamo al dono della pace vera.
Quando “volgiamo lo sguardo a Colui che hanno trafitto” (cf. Zc 12,10; Gv 19,37), il suo Amore trafigge il nostro cuore, come la lancia del soldato… L’immagine perenne e drammatica, sublime e magnifica della Santa Croce non cessa di parlare al nostro cuore e di dirci: «Vedi quanto ti ho amato? Vedi quanto sei prezioso ai miei occhi? Vedi, figlio mio, che non ti ho amato per scherzo!». Queste ultime parole Gesù le disse alla beata Angela da Foligno, che annota: «Questa parola mi colpì come una ferita di dolore e subito gli occhi della mia anima si aprirono e compresi come erano vere quelle parole e vidi quanto aveva fatto il Figlio di Dio per manifestarmi il suo amore. Dall’altra parte vedevo che in me c’era tutto il contrario, poiché non lo amavo che per scherzo e con poca verità…».
Guardando Gesù crocifisso gli posso chiedere: «Gesù mio, ma io ti amo davvero o solo a parole? Fa’ che ti ami come tu mi ami da quella croce! Senza risparmiarmi, senza condizioni… di un amore totale, folle, appassionato, fatto non di parole ma di opere e di sangue. Amen».