don Francesco Pedrazzi – Commento al Vangelo del 12 Giugno 2021

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La Sorgente della Vita

Il cuore di Maria è “immacolato”, senza macchia. Una piccola macchia basta a rovinare la bellezza di un quadro di valore. Il cuore umano è come un quadro di valore inestimabile e la macchia che lo rovina è il peccato.  Ora, la Chiesa ha solennemente proclamato nel 1854 il dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Quattro anni dopo a Lourdes, la Madre Celeste si è presentata a Bernadette Soubirous con le parole: «Io sono l’Immacolata Concezione». Ma già ventiquattro anni prima, nel 1830, aveva chiesto a Caterina Labouré di fare incidere una medaglia con la scritta: «O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te». Nella medaglia la Madonna poggia i piedi su un globo e schiaccia la testa a un serpente, simbolo di satana e delle forze del male.

Il mondo è come un mare inquinato dal veleno di satana. Dio allora ha iniziato una nuova creazione e l’inizio della nuova creazione è il Cuore Immacolato di Maria. Questo Cuore è una sorgente di acqua viva e pura e quest’acqua è Cristo. Perciò i Cuori di Gesù e Maria sono profondamente uniti. Non si possono separare come non si separa l’acqua dalla sua sorgente, il frutto dall’albero, il germoglio dalla terra. «Come la terra produce i suoi germogli… – si legge nella prima lettura – così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le genti» (Is 16,11).

Gesù è la Giustizia germogliata dal Cuore di Maria; è il frutto benedetto del seno della benedetta tra le donne. Gesù è il Salvatore, Maria è colei che lo dona al mondo e che sempre lo dona a noi.

L’opera redentrice si compie nell’ora della Passione attraverso l’opera congiunta del Figlio e della Madre. Due cuori uniti sul Calvario dalla docilità alla volontà dal Padre. L’episodio raccontato dal vangelo do oggi del ritrovamento di Gesù al tempio preannuncia l’ora suprema: «Donna, ecco tuo figlio!», «Eco tua madre!» (Gv 19,26). Con queste parole Gesù ci chiede di seguirlo non da soli, ma guidati dal Cuore Immacolato di Maria, preservato dal peccato ma non dalla sofferenza. È guardando a Maria che impariamo che se la sofferenza può divenire il luogo della donazione alla massima potenza.

Ecco la grazia più grande che possiamo chiedere alla Madonna in questa memoria del suo Cuore Immacolato: poter credere sempre alla bontà di Dio anche quando una spada ci trafigge il cuore, perché questa è la strada percorsa anche da lei e da suo Figlio. Camminando su questa strada possiamo anche noi mettere sotto i piedi il serpente antico, colui che rovina la bellezza del nostro cuore. Di nient’altro dovremmo essere preoccupati che di questo: «Essere santi e immacolati al cospetto di Dio nell’amore» (cf. Ef 1,4).  

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