MISERICORDISMO
Dio non ci tratta secondo i nostri meriti, ma secondo la sua magnanimità e misericordia. Tuttavia, credere di salvarsi senza merito è uno dei sei peccati contro lo Spirito Santo, che non possono essere perdonati
Nel breve brano odierno della Prima Lettera a Timoteo, Paolo parla della «magnanimità» che Gesù gli ha dimostrato. Cos’è la “magnanimità”? (termine che ricorre ben nove volte nelle lettere di Paolo)
La parola deriva dal latino ed è composta di “magnus” “grande” e “anĭmus” “animo”. Una persona magnanima è caratterizzata da “nobiltà d’animo” e da un “grande cuore”. È una persona che non tiene conto del male ricevuto e non tratta l’altro secondo i meriti, ma sulla base di principi di generosità, bontà, pazienza e gratuità. Dio è infinitamente magnanimo verso di noi perché – come dice il Salmo 103 – «non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe».
È quindi una parola strettamente correlata al tema della misericordia di Dio, di cui Paolo ha fatto una fortissima esperienza. Egli esprime, infatti, la viva consapevolezza di un perdono immeritato unito alla chiara coscienza delle proprie colpe. Nel testo odierno arriva ad affermare: «Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io». Quanta umiltà in queste parole!
Un sigillo della vera santità è la sincera consapevolezza di essere i peggiori peccatori e attribuire ogni merito soltanto a Dio. Viceversa, la principale contraffazione della santità è il ritenersi migliore degli altri!
Paolo si dice persuaso che Dio gli ha usato misericordia e gli ha dimostrato la sua magnanimità perché egli potesse fare altrettanto con i fratelli, cioè trattarli non secondo i loro meriti, ma amandoli in modo gratuito, paziente e incondizionato.
Bisogna però guardarsi da una concezione errata della misericordia di Dio, oggi purtroppo diffusa, che è una sua caricatura e che si potrebbe chiamare “misericordismo”. Essa consiste nel credere che, siccome Dio è sempre disposto a perdonarci, possiamo tranquillamente peccare con leggerezza. Questo modo di pensare è gravissimo! Corrisponde, secondo il Catechismo di San Pio X, a uno dei sei peccati contro lo Spirito Santo: la “presunzione di salvarsi senza merito”!
I peccati contro lo Spirito Santo non possono essere perdonati non per un limite della misericordia di Dio, ma per un ostacolo posto dall’uomo che impedisce alla misericordia di operare. Come un uccellino nel nido non può essere nutrito se non apre la bocca quando arriva la madre con l’imbeccata, così la misericordia di Dio non può operare in un cuore chiuso dalla presunzione di salvarsi senza merito!
Paolo scrive: «Non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato!» (Gal 6,7; traduz. CEI ’74).
D’altra parte, il vangelo di oggi è molto chiaro, con la metafora della casa costruita sulla roccia e sulla sabbia! Solo chi ascolta le parole di Gesù e si sforza di metterle in pratica potrà resistere alle tempeste della vita e perseverare nella fede. Mentre «grande» sarà la «distruzione» di chi ascolta le parole di Gesù ma non si impegna – con l’aiuto della sua grazia – a viverle!
Maria, Madre della misericordia, ottienici un cuore umile, sincero e confidente nella Bontà di Dio. Amen.