Uno squarcio di luce inaspettato
Il cammino nel deserto quaresimale riceve, in questa seconda domenica, uno squarcio di luce inaspettato: sul Monte, Gesù si trasfigura davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni. Anche qui si svela la tenerezza di Dio, che “ci prende in disparte”, per farci salire in alto e, così, farci contemplare il panorama da un altro punto di vista e con occhi nuovi. Infatti, poco prima Gesù aveva annunciato che sarebbe stato condannato e ucciso: come comprendere quella parola? Come accoglierla senza turbamento? Come non restare sconvolti tanto da rinunciare e scappare via? E allora Gesù, che conosce gli sconvolgimenti del cuore umano, li porta in alto, appare loro in una luce che anticipa la vittoria pasquale, apre una breccia luminosa per aiutarli — come dice una bella e vecchia canzone di Franco Battiato — a “trovare l’alba dentro l’imbrunire”.
Trasfigurazione è anzitutto la presenza di Dio che mette in crisi, nella nostra vita, le conclusioni affrettate su ciò che a prima vista appare oscuro e negativo. Tutto è diventato veloce, incalzato da ritmi che stritolano il cuore e rendono le nostre percezioni sfocate. Così, i giudizi che emettiamo sulle situazioni della nostra vita e del mondo che ci circonda sono confusi. Dinanzi ai nodi che ci stringono il cuore, alle domande che ci assillano, ai problemi quotidiani, alle relazioni ferite, alla sofferenza che ci atterrisce, al male che a volte vediamo crescere intorno a noi, giungiamo in fretta alla conclusione che tutto sia buio, che è inutile lottare, che non cambierà mai nulla. E allora Dio ci raggiunge, spiazzando queste nostre impazienti sentenze di morte. Egli sa, che per reggere a certe sfide della vita, abbiamo bisogno di un bagno di luce. Che per entrare nelle tenebre dell’orto degli Ulivi, c’è bisogno di scrutare, almeno per un momento, l’alba del mattino di Pasqua.
L’esperienza dell’incontro con Cristo, dunque, trasforma la nostra vita e illumina le nostre notti. Nella gioia di questo incontro, la nostra vita viene avvolta dalla nube luminosa di Dio, che sussurra al nostro cuore la stessa Parola pronunciata per il Figlio: questo è il mio Figlio, l’amato. È una Parola rivolta anche a ciascuno di noi ed è questa la verità della nostra vita: non sei sbagliato, non sei oscurità e fallimento, non sei quello che gli altri pensano di te. Sei amato. Sei un figlio prediletto e benedetto.
È questa la verità della nostra vita, la luce divina che ci abita dentro. E il Padre ci invita: “ascoltate!”. Ascoltate e accogliete il Cristo Risorto che sulla vostra vita pronuncia questa parola di amore e di luce, sconfiggendo ogni paura e ogni morte. E allora, anche la nostra vita si trasfigura. Anche nelle situazioni e nei luoghi meno favorevoli, troveremo sempre il coraggio di scalare il Monte, di uscire a ciò che ci soffoca, di allargare lo sguardo da ciò che ci restringe la visione, di osare e di sperare contro tutto ciò che vorrebbe tarparci le ali.
E di irrompere nelle notti del mondo, come luci di Pasqua.
Francesco Cosentino (1979), teologo, lavora presso la Congregazione per il Clero ed è docente di Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana. Da qualche anno dedica particolare attenzione alle coppie in preparazione al matrimonio.
Letture della Domenica
II DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO A
Colore liturgico: VIOLA
Prima Lettura
Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.
Dal libro della Gènesi
Gen 12,1-4a
In quei giorni, il Signore disse ad Abram: «Vàttene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 32 (33)
R. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. R.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.
Seconda Lettura
Dio ci chiama e ci illumina.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,8b-10
Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.
Parola di Dio
Vangelo
Il suo volto brillò come il sole
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17, 1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore