Quel Gesù che rovescia i tavoli
Non è solo una denuncia del rapporto spesso ambiguo tra soldi e religione. Il gesto inaudito e sdegnato di Gesù, che caccia i mercanti dal Tempio, riguarda la nostra idea di Dio e la relazione con Lui.
Pensare che Dio che mi accoglie e mi ama solo se lo merito, se offro i miei sacrifici religiosi, se mi presento in un certo modo e – perciò – pensare di offrire qualcosa a Dio per riceverne un contraccambio. Una religione a “uso e consumo” proprio, che diventa compravendita, riduce Dio a un idolo che pieghiamo ai nostri bisogni e ci porta a vivere nella logica della compravendita ogni altra relazione umana.
Gesù rovescia questi tavoli su cui intavoliamo con Dio un rapporto di scambio, per dirci con forza: di Dio e di quel tempio sacro che è la vita dell’uomo non fare mai un mercato in cui tutto si compra, si vende, si usa e si getta. L’amore si nutre di gratuità, oltre ogni calcolo.