Mani aperte e non pugni chiusi
Parole esigenti, radicali, che suonano dure: ci servono anche queste. Forse, soprattutto queste. Per non ridurre la fede a una consolazione a buon mercato, a una religiosità che ci coccola lasciando tutte le nostre cose come stanno. La fede invece vuole bruciare, scuotere, provocare: chi non porta la propria croce non è degno di me. Non si tratta della ricerca della sofferenza, dalla quale Dio vuole sempre liberarci; si tratta invece di “perdere la vita”, rischiarla, donarla, spenderla nell’amore anche se costa la croce. E quando la perdi, ti ritorna in modo più abbondante. Vivere con le mani aperte invece che con i pugni chiusi di chi vuole trattenere tutto per sé.